Nel linguaggio moderno, frutto della vita social, con il termine “zombieing” si definisce colui (o colei) che riappare, d’improvviso, nella vita sentimentale e sociale di un’altra persona, senza fornire spiegazioni e senza curarsi delle conseguenze di tale atteggiamento, pur di conseguire un proprio obiettivo. Accanto a questa figura, ne circolano altre due collegate: una di carattere propedeutico, il “ghosting”, in cui la persona sparisce improvvisamente, del tutto; l’altra è l’“orbiting”, in cui si nega il contatto diretto ma si spia, costantemente, ogni profilo web della “vittima”, la si controlla a distanza (anche con dei “like” di compiacimento) senza compromettersi.
La sparizione di una persona e il suo tirarsi fuori, improvvisamente, da una relazione è un fenomeno abbastanza consueto. La persona che viene lasciata (sia in ambito sentimentale sia per quanto riguarda un’amicizia) rimane orfana di un affetto e, spesso, fatica a comprendere le ragioni di tale atteggiamento.
A questo fenomeno può seguire, molte volte, il riaffacciarsi, in modo decisamente opportunistico, della persona fuggita nel nulla. Tale riapparizione si suole definire, anche con intento dispregiativo, con il termine zombieing che lascia intendere come si consideri morto l’individuo fuggito. Forse, a giudicar da come i contatti siano riallacciabili, non è proprio così.
È una modalità relazionale di carattere negativo, sprezzante dell’altro su cui si intende esercitare una pressione e una particolare forma di controllo a intermittenza, senza coinvolgimento sentimentale o amicale. Esser ricontattati dopo un’assenza ingiustificata può produrre molto dolore per chi già aveva sofferto nell’essere abbandonato e che, aveva, lentamente e con fatica, provato a dimenticare. Le conseguenze, per la vittima, possono essere devastanti, incidendo sull’umore e sulla propria autostima, in un conflitto continuo e ansioso fra la fermezza di non voler cadere in un tranello e nell’incapacità di resistere alla nuova chiamata. Il soggetto debole, in questo caso, è chi accetta il ritorno della persona fuggita. Si perdona, perché può capitare un evento increscioso ma la fiducia potrebbe non essere ripagata.
La “seconda opportunità”, questo è il tema centrale dello zombieing. Si tratta, spesso, di un gioco di forze di una parte che intende servirsi dell’altra e di quest’ultima che non riesce a spezzare una relazione “tossica”. Si tende ad abbinare il fenomeno alle generazioni più giovani ma non è sempre vero poiché, specie nell’era dei social, anche i più maturi possono esserne vittime. È comprensibile come, nel giro vorticoso e frenetico, dei messaggi e dei contatti dei social, sia frequente la “risorgenza” di alcuni soggetti. Il semplice “mi piace” abbinato a un post può rappresentare il trampolino di lancio per “ricominciare”.
È sempre avvenuto, anche nel passato, che una persona si rifacesse viva dopo molto tempo, per vari motivi. Ciò che fa la differenza, tuttavia, nel mondo attuale, è proprio l’ampio ventaglio di possibilità per riproporsi, anche in larga scala, per più destinatari contemporaneamente, in attesa di qualcuno che colga l’amo.
Lo zombier possiede un linguaggio seducente e ammaliante, ricco di termini altisonanti, di superlativi, di promesse e subdole richieste di perdono; la sua forza attrattiva e la sua capacità di concretizzare il “ritorno” dipendono moltissimo dalla capacità lessicale.
“Il Codice Rosso”, nell’edizione del giugno 2021 da parte de “La Tribuna”, è un volume scritto dagli avvocati Veronica Casalnuovo e Salvatore Colella. Il testo approfondisce il contenuto della legge 69 del 2019 (disposizioni in tema di violenza domestica e di genere). Nella norma, fra le novità, si introducono il reato relativo al “revenge porn”, il delitto di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Sono anche modificati il delitto di atti persecutori (art. 612-bis c.p.), con un inasprimento della pena e il delitto di omicidio, con l’estensione del campo di applicazione delle aggravanti dell’omicidio aggravato dalle relazioni personali.
È opportuno ricordare quanto sia significativo l’incremento dei reati informatici; al link https://www.poliziadistato.it/articolo/i-dati-2021-della-polizia-postale è possibile riprenderli, fra questi si legge “Nel 2021 è avvenuto un significativo incremento dei casi di sfruttamento sessuale dei minori e di adescamento online. Il Cncpo (Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online), ha coordinato 5.515 indagini con un incremento del 70% in più rispetto al 2020, all’esito delle quali sono state eseguite oltre 1.400 perquisizioni (+ 87% rispetto all’anno precedente). Sono state 137 le persone arrestate (+98% circa rispetto al 2020) e 1400 le persone denunciate (+17% rispetto al 2020). L’attività di prevenzione è stata eseguita analizzando oltre 29mila siti internet, 2.539 dei quali oscurati perché recanti caratteristiche pedopornografici. Considerevole anche l’aumento dei fenomeni di sextortion aumentati del 54% rispetto al 2020 e revenge porn con un incremento del 78%; gli agenti hanno trattato oltre 500 casi denunciando oltre 1.400 persone […] Le attività investigative nel complesso hanno portato ad indagare 187 persone per accesso abusivo e danneggiamento di sistemi informatici, alla diffusione di mallware e al trattamento illecito di dati su larga scala. Nel settore del financial cybercrime, nel 2021 si sono registrati 126 attacchi informatici ai sistemi finanziari di grandi e medie imprese, per un ammontare complessivo di oltre 36 milioni di euro sottratti attraverso frodi telematiche, 17 milioni dei quali recuperati dall’azione tempestiva degli investigatori. In merito ai fenomeni di phishing, smishing e vishing, tecniche utilizzate per carpire illecitamente dati personali e bancari, si è rilevato l’aumento dei casi trattati con un incremento del 27% per un totale oltre 18mila casi di furto di credenziali per accesso ai sistemi di home banking, di numeri di carte di credito, di chiavi private di wallet di cryptovalute a fronte dei quali sono state indagate 781 persone”.
In un’epoca storica in cui molte relazioni nascono grazie al web, ai social o ai siti specifici, sullo stesso terreno si producono anche effetti negativi di ultima generazione (antichi come natura ma nuovi per caratteristiche, ampiezza e diffusione). Si tratta di atteggiamenti irrazionali, edonistici, frutto della moderna volatilità (a “tempo determinato”) dell’amore e dell’amicizia, sempre più diffusi e prodromi dello stalking e del bullismo.
Relazioni poco stabili, appese a un filo, intercambiabili e sostituibili, posseggono il loro lato incruento nel momento in cui si è parte attiva nello sparire ma, nel gioco delle parti, subiscono il rovescio della medaglia quando se ne è vittima.
Opportunismo, egoismo, individualismo, sono queste le radici dello zombieing. Non è retorico ribadire che una maggiore solidarietà e disponibilità al confronto sono gli ingredienti per evitare ricomparse laceranti prima e dopo.
Così Papa Francesco nel 2014 “Le molte situazioni di sperequazione, di povertà e di ingiustizia, segnalano non solo una profonda carenza di fraternità, ma anche l’assenza di una cultura della solidarietà. Le nuove ideologie, caratterizzate da diffuso individualismo, egocentrismo e consumismo materialistico, indeboliscono i legami sociali, alimentando quella mentalità dello ‘scarto’, che induce al disprezzo e all’abbandono dei più deboli, di coloro che vengono considerati ‘inutili’. Così la convivenza umana diventa sempre più simile a un mero do ut des pragmatico ed egoista”.
La velocità dei contatti e dei messaggi non permette di capire a fondo il motivo della sparizione, per cui, come se nulla fosse, si riparte. Scoprire insieme la natura dell’assenza, con un dialogo costruttivo, può rappresentare, per entrambe le parti, l’occasione del chiarimento, di soluzione alle incomprensioni e ai futili motivi che potrebbero, inavvertitamente, aver prodotto il problema. Un approccio simile, inoltre, consentirebbe di evitare il ripetersi di inammissibili atteggiamenti di zombieing. Il rispetto della dignità dell’altro, che non è un fantoccio senza identità, a cui attingere, da sanguisuga, nei momenti in cui fa comodo, è il principio fondamentale. L’altro non è spugna da spremere ma è uno spirito che soffre per l’alternarsi di contatti e distacchi.