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L’eredita morale, politica e spirituale di Carlo Casini

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Quando si capisce che qualcuno ha ricevuto uno speciale carisma – comprovato dalla persistenza della testimonianza e corroborato dall’esercizio delle virtù – non si può che attingere a quella ricchezza ricevuta e donata per donarla a nostra volta.

Per questo è importante che il grande patrimonio culturale, sociale, politico – ma anche umano e spirituale – del babbo sia custodito, diffuso e condiviso. Avverto che c’è una richiesta in questo senso. Sono già state fatte diverse pubblicazioni e altre sono in vista: a breve sarà pubblicato a cura di Renzo Agasso il libro “Sperare contro ogni speranza” (ed. Movimento per la Vita) ed è in dirittura d’arrivo un libro di testimonianze curato da Francesco Ognibene per i tipi della Cantagalli.

In occasione del primo anniversario della sua nascita al Cielo è stata pubblicata la raccolta, a cura di Domenico Mugnaini e mia, degli scritti (articoli, interviste riflessioni) del babbo sul settimanale regionale «Toscana Oggi» dal 1979 al 2016 (Edizioni Toscana Oggi). Tutto questo è dovuto alla convinzione che il patrimonio da lui lasciato è una risorsa per comprendere e affrontare il tempo che stiamo vivendo con tutte le grandi questioni che sono sul tappeto e per tracciare le linee operative e costruire il futuro.

Straordinaria capacità di lavoro, intelligenza fuori dal comune, intensa spiritualità, notevole cultura specialmente giuridica, spiccata passione per il bene comune, lo hanno portato a comprendere la realtà non solo in profondità, ma anche in estensione col respiro del profeta che è abitato da una forza e da una luce che infonde energia e porta a vedere lontano.

Non a caso il Card. Betori ha scritto che degli incontri col babbo conserva «ancora una viva memoria della passione e al tempo stesso della chiarezza concettuale, del limpido orizzonte di fede e della progettualità concreta».

Per questo il suo pensiero è sempre attualissimo. Il nucleo essenziale della eredità del babbo si può sinteticamente trovare nel suo “appello al popolo della vita” contenuto nel libro-intervista Sì alla vita. Storia e prospettive del Movimento per la Vita (San Paolo 2011):

«1. L’amore verso la vita si manifesta in primo luogo con la solidarietà concreta verso le persone. È indispensabile anche la parola che salva e che moltiplica la solidarietà, ma, a sua volta, la parola è resa credibile dalla solidarietà concreta.

  1. Un autentico amore per l’uomo è indivisibile. Si potrebbe parafrasare San Giovanni “Chi, infatti, non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1 Gv 4, 20): non può amare veramente l’uomo non nato chi non ama l’uomo nato.
  2. Il valore della vita è la prima pietra di un generale rinnovamento civile e morale.
  3. Va affermata la centralità politica del diritto alla vita.
  4. Riconoscere il valore della vita dal concepimento alla morte naturale ricostruisce in termini corretti il concetto di laicità.
  5. L’impegno per la vita non guarda al passato, ma al futuro: si tratta di portare al compimento un moto storico di liberazione che nel nostro tempo è chiamato a confrontarsi con la dignità umana sulle frontiere estreme della vita.
  6. Non rassegnarsi significa accettare l’inevitabile gradualità degli obiettivi di volta in volta perseguiti, nella logica del massimo bene raggiungibile “qui ed ora”.
  7. L’impegno per il diritto alla vita non alza barricate, ma costruisce ponti per l’incontro e varchi per il dialogo.
  8. Il linguaggio e le azioni per la vita devono suscitare simpatia per la verità, che comunque non deve mai essere taciuta, nella fiducia che il valore della vita è presente, nonostante ogni contraria apparenza, nella mente e nel cuore di tutti.
  9. É necessaria l’unità strategica, cioè operativa, di tutti coloro che intendono difendere e promuovere il valore della vita umana».

Sono queste le linee essenziali di una eredità lasciata a tutti per continuare a costruire la civiltà della verità e dell’amore.

 

Marina Casini: