Quando si capisce che qualcuno ha ricevuto uno speciale carisma – comprovato dalla persistenza della testimonianza e corroborato dall’esercizio delle virtù – non si può che attingere a quella ricchezza ricevuta e donata per donarla a nostra volta.
Per questo è importante che il grande patrimonio culturale, sociale, politico – ma anche umano e spirituale – del babbo sia custodito, diffuso e condiviso. Avverto che c’è una richiesta in questo senso. Sono già state fatte diverse pubblicazioni e altre sono in vista: a breve sarà pubblicato a cura di Renzo Agasso il libro “Sperare contro ogni speranza” (ed. Movimento per la Vita) ed è in dirittura d’arrivo un libro di testimonianze curato da Francesco Ognibene per i tipi della Cantagalli.
In occasione del primo anniversario della sua nascita al Cielo è stata pubblicata la raccolta, a cura di Domenico Mugnaini e mia, degli scritti (articoli, interviste riflessioni) del babbo sul settimanale regionale «Toscana Oggi» dal 1979 al 2016 (Edizioni Toscana Oggi). Tutto questo è dovuto alla convinzione che il patrimonio da lui lasciato è una risorsa per comprendere e affrontare il tempo che stiamo vivendo con tutte le grandi questioni che sono sul tappeto e per tracciare le linee operative e costruire il futuro.
Straordinaria capacità di lavoro, intelligenza fuori dal comune, intensa spiritualità, notevole cultura specialmente giuridica, spiccata passione per il bene comune, lo hanno portato a comprendere la realtà non solo in profondità, ma anche in estensione col respiro del profeta che è abitato da una forza e da una luce che infonde energia e porta a vedere lontano.
Non a caso il Card. Betori ha scritto che degli incontri col babbo conserva «ancora una viva memoria della passione e al tempo stesso della chiarezza concettuale, del limpido orizzonte di fede e della progettualità concreta».
Per questo il suo pensiero è sempre attualissimo. Il nucleo essenziale della eredità del babbo si può sinteticamente trovare nel suo “appello al popolo della vita” contenuto nel libro-intervista Sì alla vita. Storia e prospettive del Movimento per la Vita (San Paolo 2011):
«1. L’amore verso la vita si manifesta in primo luogo con la solidarietà concreta verso le persone. È indispensabile anche la parola che salva e che moltiplica la solidarietà, ma, a sua volta, la parola è resa credibile dalla solidarietà concreta.
- Un autentico amore per l’uomo è indivisibile. Si potrebbe parafrasare San Giovanni “Chi, infatti, non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1 Gv 4, 20): non può amare veramente l’uomo non nato chi non ama l’uomo nato.
- Il valore della vita è la prima pietra di un generale rinnovamento civile e morale.
- Va affermata la centralità politica del diritto alla vita.
- Riconoscere il valore della vita dal concepimento alla morte naturale ricostruisce in termini corretti il concetto di laicità.
- L’impegno per la vita non guarda al passato, ma al futuro: si tratta di portare al compimento un moto storico di liberazione che nel nostro tempo è chiamato a confrontarsi con la dignità umana sulle frontiere estreme della vita.
- Non rassegnarsi significa accettare l’inevitabile gradualità degli obiettivi di volta in volta perseguiti, nella logica del massimo bene raggiungibile “qui ed ora”.
- L’impegno per il diritto alla vita non alza barricate, ma costruisce ponti per l’incontro e varchi per il dialogo.
- Il linguaggio e le azioni per la vita devono suscitare simpatia per la verità, che comunque non deve mai essere taciuta, nella fiducia che il valore della vita è presente, nonostante ogni contraria apparenza, nella mente e nel cuore di tutti.
- É necessaria l’unità strategica, cioè operativa, di tutti coloro che intendono difendere e promuovere il valore della vita umana».
Sono queste le linee essenziali di una eredità lasciata a tutti per continuare a costruire la civiltà della verità e dell’amore.