I dati
Nuove rotte illegali
Il dossier delle Nazioni Unite evidenzia come il coronavirus sta spingendo i trafficanti a trovare nuove rotte e metodi per le loro attività illecite: la cosiddetta “rete oscura” e le spedizioni per posta potrebbero aumentare. Inoltre, già che la pandemia ha portato a carenza di oppiacei si teme che le persone possano cercare sostanze potenzialmente più disponibili, come alcol o sedativi, o utilizzare metodi di somministrazione più dannosi come l’iniezione endovenosa.
L’intervista
“Innanzitutto va detto a chiare lettere che in ambito scientifico tossicologico non esiste la distinzione fra droghe ‘leggere’ e droghe ‘pesanti’. Tutte le droghe usate a scopo ‘ricreativo’ sono sostanze nocive, tossiche ed il loro uso deve essere contrastato sia sul piano informativo/culturale, sia su quello della repressione ad opera delle forze dell’ordine”.
“In questo senso l’opera del Governo e del Parlamento è di produrre ‘antidoti’ di carattere legislativo e giuridico per contrastare fermamente l’utilizzo di ogni tipo di droga, senza eccezioni. In senso pericolosamente contrario va – purtroppo – la proposta di legge per la commercializzazione libera della cosiddetta cannabis light. La cannabis – è bene ribadirlo – è una sostanza tossica ‘nootropa’ cioè che agisce sul sistema nervoso centrale, danneggiandolo anche molto gravemente. Non solo: essa apre la porta ai meccanismi di ‘dipendenza’ che spingono il consumatore ad un utilizzo sempre maggiore, portandolo anche a ricercare droghe ancora più tossiche, come cocaina, eroina, ketamina e altre droghe ‘sintetiche’. Sentiamo spesso dare come giustificazione alla liberalizzazione della cannabis l’argomento del contrasto al mercato nero illegale. Girano affermazioni del tipo che la commercializzazione sotto il controllo dello Stato (monopolio statale) cesserebbe il controllo criminale delle mafie. Mi permetto di dire che è una “pia illusione” e questa affermazione è dimostrata dai fatti: in tutti i Paesi al mondo in cui la cannabis è stata legalizzata le conseguenze sono state: 1. Aumento del consumo, sia ‘legale’ che illegale; 2. Il mercato criminale è ricorso a due tipi di contromisure: ha abbassato il prezzo ed ha aumentato la concentrazione del prodotto, rendendolo, quindi, più appetibile; 3. E’ aumentato il numero di effetti negativi legati all’utilizzo: incidenti stradali, accessi al Pronto Soccorso, abuso di alcoolici, viraggio verso altre droghe”.
“Come ho già detto, tutte le droghe sono tossiche per il nostro organismo. Certamente, vengono utilizzate in ambito medico terapeutico, ma con rigorose linee guida e protocolli specifici, neppure lontanamente paragonabili all’uso cosiddetto ricreativo. Sul piano clinico e neurobiologico le sostanze d’abuso strutturano una sindrome clinica denominata ‘dipendenza’. Esistono varie forme di dipendenza: da droghe, da farmaci, da pornografia e sesso online, da shopping compulsivo, da gioco d’azzardo. Tutte agiscono sui centri nervosi cerebrali che controllano il meccanismo della ‘gratificazione’ (sistema dopaminergico e sistema endorfinico), il quale obbliga il soggetto a ricercare stimoli sempre più appetibili e ‘gratificanti’, strutturando la dipendenza. In più, le sostanze chimiche come le droghe agiscono sui sistemi di controllo della condotta personale e sociale (lobi frontali) provocando un impoverimento delle capacità cognitive ed aprendo la strada a comportamenti incongrui, asociali, anche violenti e pericolosi, nella compulsiva ricerca della sostanza d’abuso, fino all’autolesionismo e alla violenza verso altri. Sempre sul piano strettamente clinico possono insorgere disturbi della personalità, psicosi paranoidi ed allucinatorie, sindromi dissociative farmaco-resistenti”.
“Vorrei rispondere un modo molto chiaro e sintetico. La ragione prevalente è la mancanza di ‘senso’ della propria vita. Il clima culturale attuale vede – purtroppo – l’annullamento di molti principi e valori fondanti la natura sociale dell’uomo e il trionfo della ricerca ossessiva del benessere e dell’esaltazione del piacere individuale. Onestà, lealtà, sacrificio, verità, senso del limite, castità, sono valori desueti e, anzi, spesso derisi. Trionfa la cosiddetta ‘autodeterminazione’ senza limiti, in base alla quale tutto è lecito, tutto è e deve essere possibile, non ci devono essere limiti al libero arbitrio. In questo clima culturale, le persone più deboli, più fragili, più vulnerabili – come sono strutturalmente minori, adolescenti e giovani – vengono inghiottiti da questo ingranaggio che li stritola e la ricerca dello ‘sballo’ diventa una facile conseguenza, un modo per ‘non pensare’, per vivere una ‘vita senza vita’, accontentandosi del piacere del momento, della passione fuggevole, della gratificazione emozionale contingente”.
“La prevenzione davvero efficace è un cambio di rotta culturale, che aiuti a passare dal ‘faccio quello che voglio e mi piace, senza che nessuno mi indichi ciò che bene o giusto’, alla bellezza del vivere alla ricerca del Bene oggettivo. Una grande responsabilità, in questa direzione ce l’hanno istituzioni basilari del vivere sociale e civile, come la famiglia, le agenzie educative di ogni livello, fino a giungere al Parlamento e al Governo. Purtroppo stiamo assistendo ad un trend cultural che va in senso esattamente opposto: la famiglia viene sempre più indebolita, ogni tipo di unione affettiva acquista il valore di famiglia, economicamente è l’istituto più negletto e vessato, al di là di facili slogan di circostanza sulla denatalità, i figli numerosi sono considerati un lusso di cui lo Stato non deve interessarsi (mi passi la battuta polemica: c’è più interesse ed impegno per il benessere dei cani che per i figli delle famiglie numerose!), si propongono insensate leggi di legalizzazione della droga, si promuove la cultura dell’esasperazione della libera scelta fino a far diventare il suicidio un ‘diritto’! Questo paradigma culturale è la fucina della cultura della morte, di cui la droga è un tragico capitolo. Ma si può (si deve) cambiare: un impegno da parte di tutti i cittadini, impegno personale e sociale, a costruire occasioni di cultura e politica ‘alte’, prendendo le distanze e condannando senza esitazioni tutte quelle agenzie sociali, culturali, mediatiche, politiche e partitiche che promuovono iniziative in evidente contrasto con la morale naturale, che non richiede di essere inventata o descritta, perché è inscritta nel cuore di ogni uomo: la droga, tutte le droghe fanno male, non diventeranno mai un bene solo perché una legge l’approva e vanno contrastate/proibite con ogni mezzo, senza se e senza ma”.