“Potremmo anche leggere in questa iniziativa una sorta di attacco ad alcuni prodotti mediterraeni che nel corso degli anni hanno preso sempre più campo iin tutto il mondo ed hanno riscosso anche successo. Forse ci potrebbe essere un approccio un po’ subdolo da parte di chi sta cercando di demonizzare questi prodotti a vantaggio di altri”. E’ quanto ha dichiato il dottor Domenico Bosco, responsabile vino della Coldiretti, intervistato da Interris.it in merito alla decisione dell’Unione Europea di dare il via libera alle etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino.
Dott. Bosco, l’Unione Europea ha dato il via libera alle etichette allarmistiche sul vino. Cosa pensa di questa decisione?
“Innanzitutto dovremmo dire che si tratta di una non decisione dell’Ue, potremmo dire che non ha fatto la sua parte. Tutto nasce su iniziativa di uno Stato europeo, ossia l’Irlanda, che ritiene che per contrastare le problematiche legate all’abuso di sostanze alcoliche sia necessario intervenire in modo incisivo mettendo delle avvertenze forti. Se uno stato membro impone una norma di etichettatura, questo comporta dei vincoli per tutti gli altri Stati membri che vanno ad esportare in quel Paese, in questo caso quindi, produrre delle etichette dedicate”.
Gli altri Stati europei come hanno reagito a questa iniziativa?
“I principali produttori di vino, tra cui Francia, Spagna e Italia, hanno sollecitato la Commissione Ue a rigettare questa iniziativa dell’Irlanda, ma in realtà non c’è stata nessuna risposta. E’ così decorso il periodo di tempo previsto dalla procedura e quindi si andrà avanti con questa disposizione. Ci sono alcune riflessioni da fare, non solo riguardanti la procedura, ma riteniamo che l’Unione Europea sarebbe dovuta intervenire ed evitare questo precedente pericoloso”.
In che senso?
“Sulle etichette verrà scritto: ‘Il consumo di alcol provoca malattie del fegato’ o ‘Alcol e tumori mortali sono direttamente collegati’. Sono claim forti e a nostro avviso non si tratta di affermazioni scientificamente provate. Prendiamo ad esempio la prima frase che ho citato. Una versione più corretta sarebbe stata: ‘Il consumo eccessivo di alcol può provocare malattie al fegato’. Il consumo, o forse sarebbe meglio ragionare in termini di abuso, di alcol in Irlanda, probabilmente non sempre corretto e moderato, ha portato negli anni ad avere tutta una serie di problematiche. Ma non per questo, la ricetta del proibizionismo sulla quale sembrano essere orientati alcuni Paesi del Nord Europa, è quella giusta. Non è possibile demonizzare il consumo del vino quando fatto con moderazione, ad esempio un bicchiere durante i pasti. Non dobbiamo inoltre dimenticare che il vino, sì in parte contiene alcol, ma è composto da tutta una serie di elementi ottenuti dalla fermentazione, che possono avere effetti benefici. Altro discorso, invece, se parliamo del consumo eccessivo, sia del vino sia dei superalcolici: ovviamente abusarne può causare problemi di salute”.
Come Coldiretti siete quindi contrari a queste etichette?
“Le affermazioni che si voglio apporre sulle bottiglie di vino, sono semplicistiche, si tratta di un precedente pericoloso che danneggia quello che è un fiore all’occhiello del Made in Italy dei Paesi mediterranei. E’ un’assurda demonizzazione di un prodotto. Il proibizionismo porta a risultati diametralmente opposti a quelli sperati. Si dovrebbe, invece, puntare sull’educazione per un corretto consumo di vino, di stili di vita responsabili. Quindi, educare al consumo e non proibire. Paracelso nel XVI secolo disse che qualsiasi sostanza è velenosa e nessuna è priva di capacità venefica solo la dose non rende velenosa la sostanza. Qualsiasi alimento assunto in quantità eccessive può produrre danni al nostro organismo. Come ad esempio l’acqua: se bevuta in quantità elevate può causa un’intossicazione al nostro organismo. Se mi permette vorrei fare un’ultima affermazione”.
Prego
“Come Coldiretti non vogliamo ridurre l’attenzione e la legittima preoccupazione degli Stati membri e dell’Ue sulle problematiche causate dall’eccesso di alcol né vogliamo ostacolare iniziative che vadano in questo senso. Gli stessi produttori italiani sono ben consapevoli che un consumo eccessivo di vino può avere conseguenze negative. Non si può sottovalutare questo tipo di rischio. Ma quella dell’etichettatura non è la via giusta: in primis perché le affermazioni sono semplicistiche rispetto a quello che è il rischio, poi perché si tratta di un approccio non corretto, perché il proibizionismo non è la soluzione; inoltre si tratta di informazione non corretta verso il consumatore”.
Quindi questa iniziativa vi preoccupa?
“Sì, ci preoccupa molto perché il settore del vino italiano ha numeri importanti in termini di economia ed chiaro che l’avanzare di questa iniziativa metta in forte rischio il settore: parliamo di una filiera che in Italia dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale vice dell’export agroalimentare. Bisogna contrastare gli eccessi ma non demonizzare un determinato prodotto”.