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Cutelli (WFP): “Le soluzioni per contrastare la fame in Yemen”

L'intervista di Interris.it a Emanuela Cutelli, Responsabile Comunicazione per l'Italia di WFP, sul taglio degli aiuti per lo Yemen, Paese piagato dalla guerra e dalla fame acuta

E’ allarme fame acuta in Yemen. Il World Food Programme (WFP) – la principale organizzazione umanitaria e agenzia delle Nazioni Unite impegnata a fornire assistenza alimentare nelle emergenze – ha dovuto tagliare le attività di prevenzione della malnutrizione nel Paese piagato da anni di conflitti interni.

La guerra in Yemen

La guerra civile dello Yemen è cominciata il 16 settembre 2014 tra le fazioni che dichiarano di costituire il legittimo governo dello Stato, insieme ai loro alleati. Nello specifico, le forze degli Huthi, che controllano la capitale Sana’a e sono alleate con le forze fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, si scontrano con le forze leali al governo di Abd Rabbuh Mansur Hadi, con sede ad Aden.

L’escalation degli scontri inizia il 26 marzo 2015, con l’intervento di una coalizione di nove Paesi guidata dai sauditi, che attaccano i ribelli. L’effetto della guerra è devastante per i civili, tanto da essere definita “la più grande crisi umanitaria del XXI secolo”.

Un rapporto dell’Onu parla di 377mila vittime di cui circa 150mila uccise negli scontri armati e nei bombardamenti aerei, e il restante (il 60% delle vittime) causate dagli effetti indiretti del conflitto, come la scarsità di acqua e cibo e le malattie come il colera.

Finalmente il 2 aprile 2022 è stata siglata una tregua tra le parti, tutt’ora in essere, che ha permesso l’opera delle agenzie umanitarie. Ciò nonostante, 17 milioni di persone – il 53% della popolazione yemenita – vivono attualmente in condizioni di insicurezza alimentare.

Il taglio degli aiuti del WFP in Yemen

Il WFP si è visto costretto a ridurre gli aiuti in Yemen a causa della mancanza di finanziamenti. Se in precedenza l’agenzia aveva come obiettivo 1,4 milioni di persone, ora a causa del calo delle risorse, il WFP è in grado di assistere solo 128.000 dei 2,4 milioni di bambini, donne e ragazze incinte e in allattamento che ne avrebbero bisogno.

Mentre il programma salvavita per il trattamento della malnutrizione acuta moderata (MAM) rimane operativo, il WFP ha dovuto tagliare il 60% del programma pianificato, con 526.000 persone che ricevono assistenza all’anno su un totale previsto di 1,9 milioni. La carenza di finanziamenti si verifica in un momento in cui sempre più persone diventano gravemente malnutrite.

Emanuela Cutelli, Responsabile Comunicazione per l’Italia del WFP

L’intervista a Emanuela Cutelli del WFP Italia

Al fine di approfondire la complessa situazione umanitaria in Yemen, Interris.it ha intervistato la dottoressa Emanuela Cutelli, Responsabile Comunicazione per l’Italia del World Food Programme (WFP).

Quali sono le cause dell’insicurezza alimentare in Yemen?

“Anche se i recenti sforzi diplomatici fanno sperare nella pace in Yemen, la situazione umanitaria nel paese rimane disastrosa, con quasi 17 milioni di persone che vivono alti livelli di insicurezza alimentare. Per queste persone, l’assistenza umanitaria rimane fondamentale. La tregua mediata dalle Nazioni Unite e la cooperazione governativa sono state cruciali nello stabilizzare i mercati alimentari e rafforzare la sicurezza alimentare nel paese. La tregua ha portato una serie di miglioramenti: riduzione delle violenze e del numero di vittime, aumento delle importazioni di carburante, miglioramento del flusso di merci, temporaneo apprezzamento della valuta, maggiori opportunità economiche e migliore accesso all’assistenza umanitaria. Tuttavia, nello Yemen persistono ancora alti livelli di malnutrizione acuta, causati da fattori sia alimentari che non alimentari”.

Quali sono i fattori che aggravano la malnutrizione?

“Le scarse infrastrutture igienico-sanitarie, l’accesso limitato ai servizi sanitari di base e la diffusione di malattie trasmesse dall’acqua, diarroiche e di altro tipo continuano ad aggravare l’impatto di regimi alimentari inadeguati e la malnutrizione. Inoltre, nel 2020, le ripercussioni globali della pandemia di COVID-19 hanno dimezzato l’indotto economico rispetto ai livelli pre-bellici. Infine, i prezzi globali di cibo e carburante e la guerra in Ucraina hanno fatto aumentare i prezzi, che ora sono fuori dalla portata di molti”.

Quante sono le persone che necessitano di assistenza alimentare?

“Sebbene l’ultimo aggiornamento dell’IPC (Integrated Food Security Phase Classification) pubblicato a novembre 2022 mostri un leggero miglioramento delle prospettive di sicurezza alimentare, in larga parte dovuto alla tregua del 2 aprile 2022, a precipitazioni superiori alla norma e alla fornitura su larga scala di assistenza alimentare, sono tuttavia ancora 17 milioni le persone – il 53% della popolazione – che, si prevede, sia attualmente in condizioni di insicurezza alimentare (fasi 3-4 dell’IPC). Di questi, 6,1 milioni si trovano nella Fase 4 (Emergenza) dell’IPC. Si tratta, insieme all’Afghanistan, del numero più alto di qualsiasi paese al mondo”.

In che modo WFP opera in Yemen?

“L’assistenza alimentare del WFP, resa possibile dal continuo sostegno dei donatori, ha evitato la carestia per anni. Per esempio, nel 2022, condizioni simili alla carestia sono state debellate per circa 161.000 persone. Il WFP ha un impatto sulla vita di più della metà della popolazione yemenita, perché l’assistenza umanitaria è la più importante fonte di cibo e di reddito per famiglie povere e sfollate. Nel 2022, nonostante i vincoli di finanziamento che hanno costretto l’organizzazione a ridurre le quantità delle razioni alimentari e a ridimensionare la resilienza e le attività generatrici di reddito, il WFP ha assistito 15,3 milioni di persone attraverso assistenza alimentare diretta, alimentazione scolastica e riabilitazione di strade rurali, programmi di raccolta dell’acqua e progetti agricoli. Quest’anno, il WFP prevede di raggiungere 15 milioni di persone con assistenza alimentare di emergenza e fornire supporto nutrizionale a 4,3 milioni di donne e bambini per curare e prevenire la malnutrizione moderata acuta (MAM). Il programma di alimentazione scolastica del WFP copre 3,2 milioni di bambini in età scolare, inclusi 150.000 bambini nell’ambito del progetto Cucine Sane e 2 milioni di persone nell’ambito del programma di resilienza e mezzi di sussistenza. Inoltre, bisogna sottolineare che il WFP fornisce gran parte della capacità logistica per la risposta umanitaria in Yemen, supportando altre agenzie delle Nazioni Unite e ONG. Il WFP fornisce supporto attraverso il Cluster logistico e la fornitura di servizi bilaterali, mantiene la comunità umanitaria collegata attraverso il Cluster di telecomunicazioni di emergenza (ETC) e fa in modo che gli operatori umanitari raggiungano in aereo i luoghi dove sono più necessari”.

Yemen, WFP beneficiaries receive food assistance at a food distribution point in Zinjibar district.
Photo: WFP/Mahmoud Fadel

Perché il ridimensionamento agli aiuti in un momento tanto delicato?

“Le operazioni del WFP dipendono interamente da contributi volontari e sono attualmente colpite da una grave e senza precedenti crisi di finanziamenti, crisi che sta costringendo il WFP a ridimensionare gli aiuti salvavita in un momento in cui la fame acuta è a livelli record. Tagliare gli aiuti in questo momento avrà conseguenze terribili per milioni di persone in tutto il mondo e metterà a repentaglio anni di lavoro e di progresso nella lotta alla fame e alla malnutrizione. Il WFP ha recentemente annunciato che si troverà ad affrontare una grave crisi di finanziamento per le sue operazioni in Yemen dalla fine di settembre in poi. Ciò costringerà l’agenzia a prendere decisioni difficili su ulteriori tagli ai nostri programmi di assistenza alimentare in tutto il paese nei prossimi mesi. Saranno interessati tutti i principali programmi del WFP nel paese, dall’assistenza alimentare generale alla nutrizione, dall’alimentazione scolastica alle attività di resilienza. Per i prossimi sei mesi, il WFP avrà bisogno di finanziamenti per un totale di 1,05 miliardi di dollari. Al momento, solo il 28 per cento di queste risorse sono state garantite”.

Yemen, Abyan City, 11 August 2020. Photo: WFP/Mohammed Sami

Quali soluzioni?

“In questo contesto di devastante crisi di risorse, il costo dell’inazione è a dir poco catastrofico. Dobbiamo fare di più con meno e dare priorità all’azione umanitaria salvavita, ma anche investire in modo proattivo in programmi a lungo termine che affrontino le cause profonde della fame, rafforzino la resilienza delle comunità agli shock e rompano il ciclo di crisi ricorrenti, fame e miseria. Nello Yemen, per garantire che le famiglie più bisognose e vulnerabili ricevano la nostra assistenza, il WFP sperimenterà un progetto pilota di targeting e registrazione nel Nord a partire da settembre, con un lancio completo a ottobre mentre il targeting e la registrazione sono attualmente in corso nel Sud”.

Vuole fare un appello ai lettori?

“Abbiamo di fronte una dura realtà, dobbiamo prendere decisioni incredibilmente difficili che mai avremmo pensato di dover prendere, come togliere a chi ha fame per dare a chi di fame sta morendo, mentre milioni di yemeniti continuano a fare affidamento su di noi per sopravvivere. Stiamo entrando in un circolo vizioso umanitario, in cui si salva la vita di chi è al limite ma al costo di far sprofondare altri milioni di persone sempre più nella fame, persone che arriveranno poi loro stesse al limite. È un processo che rischia di riavvolgere il nastro di anni di progressi nello sviluppo duramente conquistati”.

E’ dunque essenziale tornare a donare volontariamente per sostenere i programmi del WFP affinché il popolo yemenita non muoia più di fame.

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