Mai i cristiani così nel mirino come oggi. La Corea del Nord è stabile al primo posto per violazioni della libertà religiosa. Intanto l’Africa Subsahariana è scenario di massacri per ragioni di fede. Salgono a oltre 365 milioni i cristiani che sperimentano un alto livello di persecuzione e discriminazione nel mondo (un cristiano su 7). 4.998 i cristiani uccisi per cause legate alla fede. Salgono da 11 a 13 i paesi che mostrano un livello di persecuzione e discriminazione definibile estremo. E’ il regime totalitario di Pyongyan a guidare la graduatoria dei persecutori. Il dittatore Kim Jong-un ha intensificato, infatti, i rimpatri forzati di fuggitivi nordcoreani da parte della Cina. I perseguitati sono destinati a carcere, tortura e in alcuni casi morte. A ciò si aggiunge la politica del regime nordcoreano di “tolleranza zero” per i cristiani. In questo modo diventa impossibile in pratica vivere la fede cristiana nel paese asiatico. Nelle prime 5 posizioni ci sono 3 nazioni fortemente islamiche. A conferma del fatto che l’oppressione islamica rimane una delle fonti principali di intolleranza anticristiana. Somalia (2°), Libia (3°) e Yemen (5°). Con queste ultime nazioni che si scambiano di posto rispetto all’anno precedente.
Cristiani nel mirino
Qui le fonti di persecuzione sono connesse a una società islamica tribale. All’estremismo attivo. E all’instabilità endemica di questi paesi. La fede cristiana, infatti, va vissuta nel segreto. E, se scoperti, i cristiani (specie se ex-musulmani) rischiano anche la morte. L’ Eritrea è al 4° posto, rafforzando la propria nomea di “Corea del Nord dell’Africa”. Così come la Nigeria al 6°, confermandosi la nazione dove si uccidono più cristiani al mondo (4.118). Il Pakistan al 7° posto è stabile nella top 10 da molti anni. Rimanendo la seconda nazione al mondo dove si manifesta più violenza anticristiana (dopo la Nigeria). L’Iran scende al 9°. Ma per effetto dell’aumento di punti di chi lo precede, non per una sua diminuzione del punteggio (che cresce di 0.4). Costretti ad incontrarsi in piccoli gruppi in casa, i cristiani e le chiese sono percepiti come minacce al regime islamico. E come in tutti i succitati paesi islamici, i convertiti al cristianesimo sono esposti a maggiori rischi. Stesso discorso vale per l’Afghanistan, che aumenta di 0,5 punti. Ma scende al 10° posto.
Sos Afghanistan
Dopo l’avvento dei Talebani nel 2021, molti cristiani sono stati uccisi (tramite una vera e propria caccia all’uomo). Una piccola parte è riuscita a nascondersi. Mentre una grossa fetta è fuggita all’estero. Nel 2022 e 2023, invece, cala il punteggio relativo alla violenza contro i cristiani. Poiché l’attenzione dei Talebani si è concentrata sul consolidare il loro potere. Affermando a più riprese che ogni presenza cristiana era stata debellata. Ciò fa comprendere che questa diminuzione degli atti violenti nel periodo in esame non significa assolutamente che la vita dei convertiti alla fede cristiana sia più sicura in Afghanistan. Semplicemente hanno smesso di cercarli. E l’esiguo numero rimasto vive a un livello totale di clandestinità. È il Sudan a salire dal 10° all’8° per lo più a causa di un aumento della violenza (contro singoli e contro chiese). Mentre la pressione sulle 5 sfere della vita del cristiano analizzate nella WWL rimane alta. Stabile all’11° posto è l’India, di cui viene denunciato da anni il declino delle libertà fondamentali della minoranza cristiana. Bersaglio di violenze e discriminazioni. Nel periodo in esame sono 160 i cristiani uccisi per ragioni legate alla fede. E almeno 2.228 le chiese o proprietà pubbliche cristiane attaccate.
Bilancio tragico
Oltre 365 milioni di cristiani sperimentano alti livelli di persecuzione e discriminazione a motivo della loro fede. 317 milioni se si considerano solo i Paesi della World Watch List in cui il livello di persecuzione è molto alto o estremo. La Wwl è il report annuale sulla persecuzione dei cristiani nel mondo. Dunque cresce ancora la persecuzione anticristiana: mai così intensa nei 31 anni della ricerca Wwl. Salgono ad oltre 365 milioni di cristiani sperimentano un livello alto di persecuzione e discriminazione nel mondo (1 cristiano su 7). “Porte Aperte” ha pubblicato la nuova edizione della lista dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo. Cresce ancora la persecuzione anticristiana in termini assoluti. Mantenendo l’impressionante accelerazione degli ultimi 10 anni. Salgono da 360 a oltre 365 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede (1 cristiano ogni 7). La Corea del Nord stabile al primo posto. Africa Subsahariana: più si destabilizza, più cresce la violenza su base religiosa. Tra i circa 100 paesi monitorati aumenta la persecuzione in termini assoluti, con 78 paesi (non più 76) con un livello almeno alto e salgono da 11 a 13 i paesi con livello estremo. Diminuiscono le uccisioni di cristiani da 5.621 a 4.998, per il calo in Nigeria durante le elezioni 2023, poi riprese a pieno ritmo nel resto dell’anno. La Nigeria rimane epicentro di massacri.
Nuove persecuzione
3.231 le vittime cristiane di abusi, stupri e matrimoni forzati: la punta di un iceberg. Attacchi senza precedenti contro chiese (da 2.110 a 14.766). La Cina (19°) esporta il modello di persecuzione digitale. Mentre aumenta la violenza in India (11°) in vista delle elezioni. L’influenza di Cina e Russia in Africa peggiora la vita dei cristiani e il fenomeno Chiesa “Profuga”. Nicaragua: la libertà religiosa si deteriora rapidamente. Medio Oriente e Nord Africa: i cristiani si sentono sempre meno a casa. Grazie ai progetti di sostegno pratico dei cristiani perseguitati in oltre 70 paesi, Porte Aperte/Open Doors è stata in grado di creare reti locali. Che da 31 anni sono una delle componenti essenziali della ricerca sul campo. A queste reti si aggiungono ricercatori nazionali (che raccolgono informazioni nella loro nazione). Esperti esterni (che forniscono informazioni di altre fonti nazionali e internazionali per un cross-check costante). E un team ad hoc di analisti (WWR, che combina tutte le ricerche per redigere il risultato finale). Per un totale di circa 4.000 persone coinvolte. E la produzione di circa 2.500 pagine di report ogni anno, tra analisi, questionari, trend e dossier delle singole nazioni.
Livello
Nella WWL 2024 ancora una volta si registra il più alto livello di persecuzione da quando la WWL viene pubblicata. Confermando l’aumento costante degli ultimi anni. Altro segno visibile del declino della libertà religiosa dei cristiani nel mondo è il fatto che dall’edizione del 2021 troviamo nella mappa dei primi 50 paesi solo nazioni con un livello molto alto ed estremo di persecuzione e discriminazione. Scomparendo quindi il livello alto. Salgono a oltre 365 milioni nel mondo (erano 360 nella WWL 2023) i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede. Globalmente 1 cristiano ogni 7 è toccato da questo fenomeno, che divisi in macro-aree geografiche diventano: 1 cristiano ogni 5 in Africa; 2 cristiani ogni 5 in Asia e 1 ogni 16 in America Latina.
Comunità
La ricerca abbraccia 4 tipologie di comunità cristiana. Ossia comunità di espatriati o di immigrati. Chiese storiche (come quelle cattoliche, ortodosse e protestanti tradizionali). Comunità protestanti non tradizionali (come gli evangelici, i battisti, i pentecostali. E tutti gli altri gruppi di cristiani che non sono inclusi nelle prime due categorie. E la la comunità di convertiti al cristianesimo (dall’islam, dall’induismo ecc., spesso i più colpiti dalla persecuzione). La cosiddetta “persecuzione digitale” rimane uno degli strumenti più efficaci usati dal governo cinese per limitare la libertà religiosa. Il cosiddetto “modello cinese” di controllo della popolazione e sviluppo senza diritti viene pericolosamente emulato da altri stati, a cui la Cina esporta tecnologia a tal scopo. Il numero di rapimenti di cristiani, pur diminuendo, rimane alto: 3.906. Di cui almeno 3.500 solo nelle 3 nazioni africane di Nigeria, Repubblica Centrafricana (28) e Congo DR (41). Sono decine di migliaia ogni anno, invece, i cristiani aggrediti (picchiati o vessati con minacce di morte) esclusivamente a causa della loro fede. La stragrande maggioranza di questi casi non viene alla luce. Ma un dato minimo di partenza per il periodo in esame va oltre le 42.800 (erano 29.400 l’anno scorso).
Chiesa profuga
Gli attacchi a case, negozi e attività economiche di cristiani crescono enormemente da 6.700 a oltre 27.100 unità. Creando sovente un danno permanente alla capacità di sostentamento di queste persone e costringendole spesso alla fuga (sfollati o rifugiati). Il fenomeno della Chiesa profuga cresce anche quest’anno, dunque, cosa che non sorprende visto l’aumento di profughi e rifugiati registrato a livello internazionale. Il mix di violenze, minacce e discriminazioni rendono la fuga l’unica alternativa. Se la violenza attira maggiormente l’attenzione, la pressione, fatta di vessazioni quotidiane, affrontata dalle comunità cristiane è altrettanto devastante e in costante aumento. Questa pressione si esprime in una miriade di forme. Cioè discriminazione sul lavoro, non accesso alla sanità e all’istruzione, pressioni e minacce per far rinunciare alla propria fede. Negazione del soccorso in caso di calamità. Una burocrazia che impedisce l’autorizzazione delle chiese e molto altro.