Il trauma di vedersi crollare addosso la propria casa e intorno a sé la propria città, la ferita di perdere una persona cara, non si cancellano. Ma Amatrice, il comune che più ha sofferto il terremoto di magnitudo sei che ha scosso il Centro Italia nella notte – erano le 3:36 – del 24 agosto 2016 è pronta a cambiare passo. A ripartire. A rinascere. C’è questo sentimento, nelle parole e nei pensieri del sindaco Giorgio Cortellesi, intervistato da Interris.it per il sesto anniversario della tragedia che, stavolta, assume un senso diverso. “E’ l’alba di un nuovo giorno”, dice il primo cittadino laziale, “il vero anno della ripartenza di Amatrice”.
Amatrice, sei anni dopo
Quella notte di sei anni fa ad Amatrice ha spezzato 239 vite, su 303 complessive, e causato 1,3 miliardi di euro di danni – la cifra più alta dell’intero cratere che tocca quattro regioni, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Le immagini di una città ridotta in un cumulo di macerie sono entrate nelle vite di tutti gli italiani, di nuovo a sette anni di distanza dalla tragedia che colpì L’Aquila alle 3:32 del 6 aprile 2009. Il terremoto rase al suolo il complesso Don Minozzi, l’istituto pensato per i giovani orfani del dopoguerra, dove sorgerà Casa Futuro. Nel cantiere privato più grande dell’intera ricostruzione, avviato lo scorso 15 ottobre, il progetto dell’architetto milanese Stefano Boeri e del suo studio avrà il 40% delle superfici “verdi”, ispirandosi al concetto di ecologia integrale trattata da papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’. Sempre “a firma” dell’architetto milanese è il Polo del gusto, uno spazio che include la mensa scolastica per quegli alunni che a causa del terremoto non possono usufruire della struttura originale e otto dei ristoranti cittadini crollati. Oltre alla macerie, c’è anche un’altra immagine di Amatrice. Quella della sua torre civica, danneggiata dal sisma ma rimasta in piedi, eccetto la cella della torre campanaria, crollata, tra via Roma e Corso Umberto. Lo scorso primo agosto sono partiti i lavori, che dureranno otto mesi, di miglioramento sismico, consolidamento e restauro. Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, nel centro storico amatriciano ci sono otto cantieri attivi, mentre per la ricostruzione privata ce ne sono due operativi e quattro approntati. Nelle frazioni ne sono stati attivati 332, secondo i dati del comune. Dopo la distruzione, come in Abruzzo, sono arrivate le Soluzioni abitative di emergenza (Sae), le cosiddette “casette”, in totale 537. Al momento, ne sono state liberate sette. Il primo marzo, rende noto il comune di Amatrice, sono state consegnate 56 unità abitative, poi altre 26 l’11 marzo.
I dati del cratere
140 comuni e circa 600mila persone coinvolte, 303 vittime e circa 27 miliardi di danni. Sono questi alcuni dei principali dati che riguardano il cratere del sisma con epicentro ad Accumoli, in provincia di Rieti, a quattro chilometri di profondità. Nel suo ultimo rapporto “La ricostruzione post sisma in Centro Italia”, aggiornato al giugno 2022, la struttura del commissario straordinario Giovanni Legnini descrive l’accelerazione nella ricostruzione nell’intera area del cratere del sisma, definendola “entrata in una fase matura”. Negli ultimi due anni infatti sono stati aperti 10mila cantieri all’edilizia privata, 365 opere sono state terminate e 315 sono in fase cantierizzazione. Il rapporto riporta inoltre la stima precisa del costo complessivo della ricostruzione, 26,5 miliardi di euro composti da 19,4 della privata, 6,1 delle opere pubbliche e circa 970 per le chiese. Una cifra che potrebbe salire a 30 miliardi per via degli aumenti dei prezzi di quest’ultimo periodo. La ricostruzione privata riguarda, in totale, 128.451 unità immobiliari e finora ne sono state consegnate 16.520, il 92% residenziali e l’8% produttive. Complessivamente, sono 22.700 le richieste di contributo per la ricostruzione post sisma arrivate, per totali 7,6 miliardi di euro, e di queste ne sono state approvate 14.234, per un totale di 4,3 miliardi di contributi concessi.
L’intervista
Sindaco, Amatrice sta riacquistando il suo volto o quello che è successo l’ha segnata per sempre?
“La cosa più difficile è la ricostruzione morale della città, perché il trauma subito di 239 morti su una popolazione di 2.500 persone è una ferita che non si rimarginerà mai. Ora, dopo la pandemia di Coronavirus e l’aumento dei prezzi è arrivato il momento del cambio di passo. Sono fiducioso sulla ripartenza, molti cantieri sono ripartiti, le maestranze tornano. E’ partito il cantiere della torre civica e mi piacerebbe installare anche un ‘orologio della ricostruzione’. Per quanto riguarda la ripartenza delle persone, abbiamo avviato progetto di formazione di una rete di ristoratori di origine amatriciana, circa una cinquantina, molti attivi su Roma, perché la nostra città è famosa per il piatto di pasta che ne posta il nome, l’amatriciana, e contiamo grazie a questa rete di poter veicolare le notizie dei progressi della ricostruzione. C’è poi un ‘capitolo’ sport, rivolto soprattutto ai giovani che dopo il sisma hanno meno luogo di ritrovo, di aggregazione. Inoltre, a settembre ospiteremo una tappa del campionato del mondo di skiroll”.
Cosa è stato ricostruito e cosa c’è ancora da fare?
“Nel centro storico i cantieri sono ripartiti quest’anno, le opere pubbliche sono in corso di progettazione o di cantierizzazione, mentre si stanno avviando progetti privati aggregati e quattro sono in corso d’opera. Al di fuori del centro storico, sono stati demoliti e ricostruiti vari condomini e oggi siamo a circa il 20-25% della ricostruzione. La gran parte dei ristoranti del centro storico sono stati ricostruiti in un’area food progettata dall’architetto e lavorano moltissimo. Il resto delle imprese locali lavora, soprattutto quelle alimentari che post sisma hanno cominciato a lavorare persino di più. Invece quei negozi che vivevano del ritorno nelle seconde case, al momento molto diminuito, hanno più difficoltà. Questo del poco ritorno nelle seconde case è per noi un problema serio, perché il legame forte con il territorio lo si acquisisce da bambini, se si perde quel tempo allora quel rapporto non nasce”.
Cosa è stato fatto in materia di prevenzione sismica?
“A seguito della tragedia, la normativa sismica si è evoluta e infatti nel 2018 è stata aggiornata con delle norme che impongono una ricostruzione più efficiente sotto questo profilo. Tutte le nuove abitazioni e gli edifici pubblici in Italia devono essere realizzati con la massima efficienza sismica”.
Qual è il tasso di sensibilità ambientale e sostenibilità della vostra ricostruzione?
“La normativa impone classe energetica A, per cui quasi tutti i progetti comprendono impianti fotovoltaici, particolari coibentazioni o ricorrono a fonti energetiche rinnovabili. Vorremmo riuscire a far nascere una green community, una comunità energetica. Dalla tragedia possono rinascere una città e una comunità di cittadini esemplari”.
Come sta andando la vostra iniziativa “Adotta un’opera”?
“Si tratta di raccogliere fondi per dei progetti specifici, per esempio è già stata ‘adottata’ la nuova scuola alberghiera, così come il nuovo ospedale, e altre. Banca Intesa dovrebbe finanziare sette milioni di euro per la cattedrale di Amatrice, la chiesa di san Francesco. Al momento, altri finanziamenti sono fermi”.
Quali scadenze vi attendono?
“In tutto il cratere entro il 15 ottobre chi percepisce il contributo di autonoma sistemazione (Cas) o vive in modulo abitativo Sae deve presentare la domanda. Per quanto riguarda i cantieri, gestire la ricostruzione privata è una cosa complessa. La cosa è in mano ai tecnici, che sono pieni di lavoro, mentre c’è ancora poca ricettività da parte delle ditte perché, per esempio, non hanno ancora dove far alloggiare gli operai”.
Cosa le rappresenta per lei la data di oggi, 24 agosto 2022?
“Per me è l’alba di un nuovo giorno. Questo è il vero anno della ripartenza di Amatrice”.