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“Con tutto l’amore che so”: l’intervista a Sara Ciafardoni

Una forza della natura. Questo viene da pensare ad ascoltare le parole di Sara Ciafardoni: dialettica perfetta e piglio sbarazzino. Proprio come le giovani donne di questa nuova generazione. A soli 17 anni, Sara Ciafardoni, che è nata e vive a Cerignola (Foggia), è una blogger e bookstagrammer molto seguita: ha una pagina Instagram (@lasarabook, quasi 22mila follower) e un blog, “Lalettricesognatrice”, con migliaia di contatti. Sara è anche affetta da una rarissima malattia, una complicazione della spina bifida, che la costringe a vivere a letto dall’età di 8 anni. Ma sembra che questo per lei non sia affatto un limite, anzi. “Lo studio è come la luce che illumina la tenebra dell’ignoranza e la conoscenza che ne risulta è il supremo possesso, perché non potrà esserci tolto neanche dal più abile dei ladri” il suo mantra. Nonostante l’impedimento unicamente fisico, si dedica con entusiasmo a tutte le sue passioni dalla scrittura alla lettura, dalla pittura alla fotografia e dà prova delle sue abilità attraverso i social. Due anni fa, ha pubblicato il suo primo romanzo, “Con tutto l’amore che so”.

Sara, cosa significa per te leggere? Che valore attribuisci a un libro visto i tuoi bellissimi set?

“È la porta di accesso a mille nuovi mondi, mondo fantastici, quello che non posso toccare e vedere e che si palesa innanzi ai miei occhi. Il libro dà anche la possibilità di viaggiare nella storia, nella memoria e nel futuro, dove la realtà è meno vivida e concreta, ma più soffusa e particolareggiata, stimola la mia attenzione e la mia fantasia e mi permette, allo stesso tempo, di uscire dai luoghi comuni per librarsi verso altri pensieri. Altre realtà”.

A cosa attribuisci la lettura?

“Evasione: il libro ci libera da tutto ciò che la vita quotidiana impone (bisogni, obiettivi, ansia per i risultati…), fornendo l’occasione per tornare sui propri desideri e sogni. In questo modo dò libero sfogo alla creatività personale, rimetto in gioco energie e assaporo la vita, rileggendo la realtà, ma non solo. La lettura è per me apertura: un libro predispone la mente all’apertura al mondo e alle persone, concedendo la possibilità di cogliere migliori opportunità per valorizzare la vita e migliorare la capacità di interagire con le persone. Lunghi periodi di ospedalizzazione mi hanno insegnato che l’arte di saper sognare è tutto, quindi la lettura può essere ed è volano per questa pratica per me indispensabile. Sono stati i miei genitori che mi hanno iniziato alla lettura ed è stata subito passione senza limiti”.

Qual è a oggi il libro più bello che hai letto?

“Persone normali, di Sally Rooney, un capolavoro di tenera e dolente maturità dal quale è stata tratta anche una serie tv. Una bella sorpresa. Un libro tenero, crudo, asciutto, sincero, scritto indubbiamente molto bene. È un romanzo dì formazione, una storia d’amore, amicizia e di relazioni profonde, tra ragazzi e tra adulti e ragazzi. È un romanzo sul trauma, sul disagio, sul comunicare, sull’amicizia, sull’amore, sul coraggio e sulla paura di amare. Come è difficile diventare “persone normali”, che non devono dover scendere a compromessi per farsi accettare dagli altri e come è faticoso “diventare adulti”, cioè diventare capaci di essere liberi, di credere in se stessi e di amarsi. Come è difficile per i giovani adulti di oggi, descritti così bene da una loro coetanea qual è l’autrice, appena trentenne”.

E il tuo libro? Di cosa parla Con tutto l’amore che so?

“È un libro che è servito a tirar fuori un mondo e a spiegare meglio alcuni tratti di una storia, che può esser più universale di quanto si crede. Pagine intessute di fede ma anche di domande. Un turbinio di emozioni, un inno alla libertà e all’amore nato dall’esigenza di narrare emozioni e di creare in modo silenzioso una piccola rivolta. Un libro che parla di me del mio punto di vista, del mio intimo sentire, ma che non è autobiografico, parla di una ragazza più o meno mia coetanea, parla d’amore e di emozioni, parla delle difficoltà ad affrontare l’amore in tutte le sue forme”.

Cosa ha significato scrivere il libro?

“Quando l’ho scritto ero alle medie, forse è il periodo più difficile della mia vita. A quei tempi avevo amici non troppo comprensivi, un po’ spaventati della mia situazione e che mi hanno procurato non poche ansie. Il libro è servito anche per comunicare agli altri che quello che era un problema poteva essere compreso. Superarlo era un modo di comunicare. ‘Con tutto l’amore che so’ parla del primo amore. La protagonista, Sofia, ha 15 anni ed è malata come me. Si innamora di Alan, che non sa neanche dell’esistenza della ragazza, eppure ‘popola ogni mio sogno’, dirà Sofia agli amici e ai familiari”.

Sei amica di Andrea Bocelli e di sua moglie Veronica…

“Sono persone straordinarie: con Andrea e Veronica vi è un rapporto sincero, unico, raro”.

Pubblicato sul settimanale Visto

Diego Paura: