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Un 90°compleanno all’insegna della novità: Radio Vaticana sbarca sul web

Con giornalisti e tecnici da 69 nazioni nel mondo, per un totale di 41 lingue trasmesse e 12mila ore di trasmissione l’anno è stato il primo mezzo di comunicazione di massa della Chiesa Cattolica

Radio Vaticana compie oggi 90 dalla sua prima trasmissione. Una bell’età per un mezzo di comunicazione moderno, che ha realmente interpretato alla lettera la chiamata evangelica del Cristo: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo”.

Ne parliamo con Luca Collodi, caporedattore, coordinatore del canale italiano di Radio Vaticana.

Come è cambiata la Radio in questi 90 anni (lo strumento in generale, Radio Vaticana in particolare)?
La radio è in continuo cambiamento. Si adatta con estrema facilità ai tempi storici che attraversa. Gli ascolti sono in continuo aumento e grazie alle nuove tecnologie è diffusa ed ascoltata non solo attraverso le frequenze tradizionali, l’FM, le onde Medie e Corte, il DAB+, la radio digitale ultima arrivata, ma anche attraverso la rete, lo streaming, le App. Radio Vaticana non fa eccezione e dalle onde tradizionali è passata al massiccio utilizzo di internet, ed in particolare dei social, che oltre a promuovere programmi e contenuti, mettono in contatto la radio con gli ascoltatori.

Radio Vaticana nel mondo: quanto viene seguita? come è strutturata? quanti giornalisti e addetti impegna?
Non è facile quantificare l’ascolto della Radio Vaticana nel mondo, che comunque grazie alle Onde Corte in particolare per l’Africa, l’America Latina e l’Asia, oltre ai satelliti, si può ipotizzare in diversi milioni di persone. Ma non sono importanti i numeri. La Radio Vaticana porta la voce dei Papi al mondo ed anche un solo ascoltatore ne giustifica l’esistenza. E’ il caso, ad esempio, di padre Luigi Maccalli, per due anni prigioniero della jihad tra Niger e Mali. In possesso di una piccola radio a pile ha potuto ascoltare ogni sabato il commento al Vangelo della domenica e la Messa del Papa in diretta, proprio dalle Onde Corte per l’Africa della Radio Vaticana. Rafforzando così la sua fede e la sua speranza, nella sofferenza della prigionia. La Radio Vaticana – Vatican News conta giornalisti e tecnici provenienti da 69 nazioni nel mondo, per un totale di 41 lingue trasmesse, compreso l’arabo, il cinese, il giapponese, il russo, l’albanese, oltre al Tamil e l’Hindi per l’India. Con circa 12mila ore di trasmissione l’anno.

La voce del Papa attraverso la radio che percorso segue? Con la radio web oggi inaugurata cosa cambierà?
La voce del Papa segue il suo tradizionale percorso radiofonico, per quanto riguarda i canali radio per l’Italia e per l’estero, potenziato dalla diffusione via internet attraverso il portale Vatican News ed i canali social, Facebook, Twitter ed in parte Instagram. Un ulteriore strumento per la diffusione del Magistero del Papa sono i podcast, una sorta di trasmissioni radio diffusa via internet scaricabili e archiviabili con un semplice lettore in Mp3, e diffusi anche dai social del Dicastero per la Comunicazione. Una tecnologia che permette l’ ascolto personalizzato di un file audio. Podcast che, tra l’altro, nel panorama mediatico si annuncia come un possibile nuovo fenomeno di massa. Oggi, 12 febbraio 2021, nel 90esimo compleanno della Radio Vaticana, iniziano le trasmissioni della nuova Web Radio, in francese, inglese, spagnolo, portoghese, tedesco ed armeno. Nell’anno saranno una trentina le radio in lingua ascoltabili sulla pagina del portale Vatican News della Radio Vaticana o scaricando l’App Radio Vaticana. Il canale italiano della Radio Vaticana, che trasmette a Roma e provincia su 103.8FM e 105FM, in Italia sulla DAB+, la radio digitale e sul canale 733 della tv, è da tempo già presente in streaming sul portale Vatican News.

Quali sono la differenza e la particolarità di Radio Vaticana rispetto alle altre radio?
La radio Vaticana è una radio che diffonde il Magistero del Papa. Guarda al mondo con lo sguardo del Magistero petrino. Si può pregare con la Radio Vaticana. Ha accompagnato la Seconda Guerra Mondiale, mettendo in contatto i prigionieri di guerra con le loro famiglie, ha dialogato con le Chiese e le società dell’Europa dell’Est prima e dopo la caduta del Muro di Berlino, ha seguito la guerra nei Balcani, segue la situazione in Terra Santa e Medio Oriente, è caratterizzata da sempre dal multilinguismo che ne rappresenta la sua identità principale. Il canale italiano della Radio Vaticana, inoltre, ha rappresentato e rappresenta un luogo d’incontro tra cristiani e non, con uno sguardo sulla realtà sociale del Paese. In particolare dando voce a chi non ha voce, migranti, poveri, ospitando il Terzo Settore, realtà cattoliche, sociali e Istituzioni impegnati nella gestione del bene comune, seguendo il dramma del terremoto, delle alluvioni ed ultimamente dell’emergenza sanitaria del Covid19, accompagnando le persone in lockdown con la voce del Papa, al mattino con la Messa da casa Santa Marta in Vaticano nella scorsa primavera, ed oggi seguendo l’utilizzo e la distribuzione equa a tutti dei vaccini. Quindi una radio di servizio con particolare attenzione a quelle notizie, internazionali e nazionali, che non trovano spazio in altre emittenti e naturalmente all’attività del Papa. Ma non mancano programmi musicali, culturali, sportivi, e naturalmente, di approfondimento sulla Chiesa e sul mondo.

C’è stato un evento eclatante, unico ed emozionante avvenuto in Radio Vaticana?
La visita di Benedetto XVI, il Papa emerito, nella sede della Radio Vaticana a Palazzo Pio, il 3 marzo del 2006, in occasione dei 75 anni di vita della Radio Vaticana. Un evento che ricordo con particolare emozione dal momento che con altri due colleghi, Fabio Colagrande ed Emanuela Campanile, abbiamo condotto una radiocronaca speciale con il Papa in studio in diretta. Poi la guerra nei Balcani, che la Radio, grazie all’iniziativa del direttore dei Programmi di allora, padre Federico Lombardi, in accordo con la Segreteria di Stato, seguì con due inviati nelle zone di guerra per diverse settimane tra Albania e Kosovo, con il sottoscritto e il responsabile del programma albanese don David Djudjai e Klaudia Bumci in studio a  Roma. Un programma trasmesso nel 1999, la sera dalle 21.00 alle 22.00, in Onda media per l’Albania ed i Balcani e in Fm sull’area romana in italiano e albanese. A sostegno delle Chiese locali dei Balcani, impegnate con Caritas Albania ad aiutare i profughi scappati e cacciati  dal Kosovo nei campi in Albania, Puglia e Sicilia.

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