Il primato della Cina
“La Cina è il primo paese per emissioni di anidride carbonica (C02). Ma ora è anche il primo paese per potenza rinnovabile installata. Sono stati raggiunti gli obiettivi con 5 anni di anticipo- spiega Maurizio Bongioanni su Lifegate Daily-. Ma cosa significa in termini relativi? La Cina è la seconda economia del mondo. Ed è il più grande emettitore di gas serra. La Cina, da sola, rappresenta la metà del consumo mondiale di carbone. Il presidente cinese, Xi Jinping, si è impegnato nel 2020 a raggiungere il picco delle emissioni di CO2 prima del 2030 e la neutralità entro il 2060. Un obiettivo ambizioso per un Paese che, da solo, è responsabile del 30 per cento delle emissioni annue globali“. a domanda mondiale di carbone dovrebbe rimanere a livelli record nel 2023. Lo scrive in una nota l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie). Il consumo della materia prima è salito a un massimo storico di 8,3 miliardi di tonnellate nel 2022 (+3,3%) e rimarrà pressoché stabile anche quest’anno. Dal momento che la forte crescita in Asia legata sia alla generazione di energia sia alle applicazioni industriali supera il calo negli Stati Uniti e in Europa.
Domanda di energia
Quindi la Cina ha superato gli obiettivi in termini di rinnovabili con 5 anni di anticipo. Secondo i dati, nel 2025 potrà soddisfare un terzo della domanda di energia tramite sole e vento. Eppure, continuano a nascere troppi impianti a carbone. Già lo sapevamo ma ora è indiscutibile. La Cina è il leader mondiale delle energie rinnovabili. Ha addirittura superato, con cinque anni di anticipo, i suoi obiettivi di produzione da energia solare ed eolica. Che erano pure ambiziosi. A stabilire questo record è il secondo rapporto di Global energy monitor. Una ong con sede a San Francisco che monitora le prestazioni di parchi eolici e solari su larga scala. Secondo questi dati, la Cina arriverà a raddoppiare la sua capacità di rinnovabili entro il 2025 (l’obiettivo era arrivare a questo traguardo entro il 2030). Raggiungendo i 1.200 gigawatt di energia prodotta da sole e vento. Nel 2023 e nel 2024, evidenzia l’Aie, è probabile che la piccola riduzione nella produzione di energia elettrica dal carbone sarà compensata dall’aumento nell’uso industriale. Per quanto con ampie variazioni geografiche. L’Agenzia prevede che la Cina, l’India e i paesi del Sudest asiatico messi insieme copriranno una quota di 3 tonnellate di carbone su 4 consumate in tutto il mondo nel 2023. Allo stesso tempo è prevista per quest’anno una riduzione drastica nel consumo di carbone in Europa. Con l’espansione delle energie rinnovabili. E con il parziale recupero dell’energia nucleare e idroelettrica. Negli Stati Uniti, il calo nel consumo di carbone è accentuato anche dal calo dei prezzi del gas naturale.
Installazioni
La domanda di carbone, dunque, è diminuita più rapidamente di quanto previsto negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, rispettivamente del 24% e del 16% ma la domanda dei due maggiori consumatori, Cina e India, è cresciuta di oltre il 5%. A contribuire anche il calo dei prezzi che ha reso le importazioni più attraenti per alcuni acquirenti sensibili al prezzo. “Il carbone è la più grande fonte singola di emissioni di carbonio dal settore energetico, e in Europa e negli Stati Uniti, la crescita dell’energia pulita ha portato il consumo di carbone a un declino strutturale“, afferma Keisuke Sadamori, direttore dei mercati energetici e della sicurezza della Iea. E aggiunge: “Abbiamo bisogno di maggiori sforzi e investimenti politici per guidare un massiccio aumento dell’energia pulita e dell’efficienza energetica. Per ridurre la domanda di carbone nelle economie in cui il fabbisogno energetico sta crescendo rapidamente“.
Eolico
“Nel primo trimestre dell’anno, la capacità solare su scala industriale della Cina ha raggiunto i 228 GW, più di quella del resto del mondo messo insieme– afferma Bongianni-. Le installazioni sono concentrate nelle province del nord e del nord-ovest del paese, come Shanxi, Xinjiang e Hebei. Inoltre, il Global energy monitor ha calcolato che i parchi solari in costruzione possono aggiungere altri 379 GW di capacità potenziale. Ossia il triplo di quella degli Stati Uniti e quasi il doppio di quella europea. La Cina fa passi da gigante sull’energia eolica“. Aggiunge Lifegate Daily: “Se c’è una voce sulla quale la Cina ha fatto passi da gigante, quella è l’energia eolica. La sua capacità di eolico onshore e offshore ora supera i 310 GW, il doppio di quanto registrato nel 2017. Attraverso i nuovi progetti nella Mongolia interna, nello Xinjiang, nel Gansu e lungo le aree costiere, la Cina è sulla buona strada per aggiungere altri 371 GW prima del 2025. Aumentando di quasi la metà la flotta eolica globale“.
Consumo energetico
Secondo i risultati evidenziati dal rapporto in questione, in linea con i precedenti report. E con i dati forniti dal governo, si prevede che la Cina potrà soddisfare un terzo del suo consumo energetico attraverso le fonti rinnovabili entro il 2030. La Cina continua a investire sul carbone, sconfessando le promesse sul clima Ondate di caldo, le insidie non mancano. Gli impianti installati in Cina hanno dimensioni enormi. La centrale ibrida solare e idroelettrica più grande del mondo è entrata in funzione di recente sull’altopiano tibetano. Si chiama Kela e può produrre 2.000 GWh l’anno, pari al consumo di 700mila famiglie. “Certo questa transizione energetica non è esente da insidie– osserva Bongioanni-.Negli ultimi anni, le ondate di caldo record e la siccità hanno paralizzato le centrali idroelettriche. Provocando una crisi energetica che ha portato le fabbriche a chiudere temporaneamente”.
Rete obsoleta
In alcune aree della Cina, la rete elettrica è ancora obsoleta e la difficoltà nel trasferire energia tra le regioni aumenta l’incertezza. Per esempio, l’impianto di Kela si trova nella parte occidentale del paese ma i maggiori consumi provengono da est. Il trasporto di energia per migliaia di chilometri da una parte all’altra della Cina genera inefficienze. “E poi c’è il carbone- puntualizza Bongianni-. Nei primi tre mesi del 2023 è stata approvata più energia a carbone che in tutto il 2021. Questo perché la Cina ha sempre più “sete” di energia, l’economia cresce e con essa la domanda di elettricità. Eppure si tratta di un circolo vizioso. L’aumento delle emissioni di gas serra prodotte dalle centrali a carbone accelera i cambiamenti climatici, provocando un aumento della frequenza di fenomeni meteorologici estremi come le ondate di caldo e portando a una crescita della domanda di energia”. Per questo, “c’è bisogno di progressi più audaci nel campo dello stoccaggio per superare l’intermittenza delle fonti rinnovabili. Solamente in questo modo la Cina potrà dire addio al carbone e assicurare un futuro più sostenibile alle generazioni future“.