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Caschetto: “Giornata del creato: convertirsi a una vita sostenibile”

In occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, Interris.it ha intervistato Antonio Caschetto Responsabile Centro Laudato Si’ di Assisi su come la fede possa guidare la pratica ecologica quotidiana

La Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato chiama tutti, credenti e non, a riflettere sull’importanza di proteggere e custodire la nostra “casa comune”. Questa ricorrenza, che si tiene ogni anno il 1° settembre, è un’occasione per riflettere sulla responsabilità di ciascuno di noi nella protezione dell’ambiente. E’ stata voluta da Papa Francesco per sensibilizzare sulla crisi ecologica e promuovere la sostenibilità. E per ricordarci che la cura del creato non è soltanto un atto di fede, ma anche una
responsabilità etica, come sottolinea il tema scelto per il messaggio di quest’anno: “Spera e agisci per il creato”.

Consapevolezza ecologica

Per l’occasione, Interris.it ha intervistato Antonio Caschetto Responsabile Centro Laudato Si’ di Assisi. Il Movimento Laudato Si’ è un’organizzazione cattolica internazionale che promuove l’azione e la consapevolezza ecologica ispirata all’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, pubblicata il 24 maggio 2015. Caschetto ci offre una prospettiva approfondita su come questa ricorrenza possa ispirare azioni concrete per la cura del creato. Attraverso le sue parole, esploreremo il significato di questa giornata, il tema di quest’anno “Spera e Agisci”, e come la teologia possa guidare la pratica ecologica quotidiana. Caschetto ci invita altresì a una conversione degli stili di vita, radicata nell’ecologia integrale, per vivere pienamente la nostra responsabilità verso il creato.

Messa per il Creato. Foto: Laudato Si’

L’intervista a Antonio Caschetto (Laudato Si’)

Qual è il significato della Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato e perché è importante celebrarla ogni anno? 

“Il 1 settembre si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, ma ad Assisi stiamo iniziando a viverla più come la “Festa della Creazione”. Questa data ha una storia molto antica nella tradizione giudaico-cristiana. Per molto tempo ha simboleggiato la creazione del mondo. Nella Chiesa d’Oriente si poneva al 1° settembre il momento in cui Dio iniziò a creare l’universo, motivo per cui è l’inizio dell’anno liturgico. È qualcosa che sta in parallelo con la festa di Rosh Hashanah, il capodanno ebraico, che cade anch’essa a settembre, anche se in una data mobile. Nell’alveo di questa tradizione e leggendo i segni dei tempi della crisi ecologica, nel 1989 il Patriarca ecumenico Dimitrios ha fatto del 1° settembre la giornata di preghiera per la creazione, e in seguito anche la Chiesa cattolica, che ha ricevuto ulteriore spinta a seguito della pubblicazione dell’enciclica Laudato Si’”.

Come il tema di quest’anno – Spera e agisci con il creato – può incoraggiare le persone a modificare i loro comportamenti quotidiani per una maggiore cura del creato?

“Non solo sperare, ma anche agire. L’invito di quest’anno nasce da una lettura approfondita di S. Paolo Apostolo (Rm 8, 19-25). Sperare anche dentro le tragedie che vediamo ogni giorno, il dolore che infliggiamo ai più poveri e al nostro pianeta, come doglie del parto. Sperare come una donna che partorisce, che sa che quel dolore è per la vita. Sperare non è solo attendere, ma sperare attivamente. Queste sono le primizie della speranza, i frutti dello spirito”.

Cristo
Papa Francesco – Foto © Saverio De Giglio

Nel messaggio di quest’anno, il Papa fa riferimento alla salvaguardia del creato come una questione teologica oltre che etica. Come viene vista questa dimensione teologica nella pratica quotidiana del Movimento Laudato Si’?

“Come responsabile del Centro Laudato Si’ di Assisi, vedo quotidianamente – e soprattutto durante il Tempo del Creato – come la salvaguardia del creato non sia solo un’azione ‘ecologista’, ma un atto del cuore. Senza una vera conversione del cuore, si perdono tutte le motivazioni per agire concretamente e cambiare in meglio i nostri stili di vita. Attraverso la preghiera e i momenti liturgici, è come se ciascuno di noi sia portato a ricordare il comandamento originario che Dio Creatore ci ha consegnato nel giardino di Eden: ‘coltivare e custodire’ il giardino che ci è stato affidato con fiducia. Questa è la dimensione teologica che viviamo localmente, in tutto il mondo, attraverso le azioni degli Animatori e dei Circoli Laudato Si’ che collaborano con numerose realtà locali della chiesa”.

Il Papa parla della necessità di una conversione degli stili di vita. Quali sono gli aspetti più rilevanti di questa conversione per il Movimento Laudato Si’?

“A partire dalla dimensione teologica appena accennata, gli aspetti più rilevanti della conversione sono legati al concetto di ‘ecologia integrale’, riassunti nell’icona di S. Francesco di Assisi in cui erano presenti, inseparabili: ‘la preoccupazione per la natura’ – e quindi l’attenzione al creato – ‘la giustizia verso i poveri’ – per esempio il tema dell’ingiustizia climatica – ‘l’impegno nella società’ – con l’impegno pubblico, come la campagna del disinvestimento dalle fonti fossili – e ‘la pace interiore’, vale a dire la relazione con Dio. Vorrei concludere esprimendo l’immensa gratitudine che abbiamo verso Papa Francesco che in questi anni si è fatto portavoce autorevole dell’ecologia integrale, e a tutti coloro che ogni giorno, nel silenzio, vivono quotidianamente questi valori. L’augurio è che questo Tempo del Creato porti frutti concreti di speranza”.

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