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Quei cartoons dai quali nessun bambino è escluso

Cartoni e inclusività: un connubio che sembra funzionare, anche grazie ad alcuni tentativi riusciti. Un modo per non lasciar solo nessuno

I cartoni animati “inclusivi” sono quelli realizzati in Italia, negli ultimi mesi, con tecniche specifiche per coinvolgere tutti i bambini (nella fascia dai 2 ai 6 anni), compresi coloro che sono affetti da deficit sensoriali.

Proprio nel periodo peggiore della pandemia, nel lockdown dello scorso anno, in cui le ripercussioni (fisiche e mentali) sui giovani rinchiusi nelle case senza scuola e socialità, erano nella fase più acuta, sul canale televisivo Rai Yoyo esordiva il cartone animato di “Lampadino e Caramella”. Si tratta di due fratellini le cui avventure nel MagiRegno degli Zampa sono raccontate attraverso le moderne tecniche del “Cartoon Able”, in cui i colori, le forme, le musiche sono predisposte per non creare disagio ai bambini autistici. Nel video sono presenti attori in costume, in carne e ossa; attraverso l’ausilio della Lingua Italiana dei Segni (LIS) e dei sottotitoli, si agevolano coloro che hanno problemi di udito. Una voce narrante consente la fruibilità dei bambini con problemi alla vista. Lo scopo di questa nuova tecnica è di rispettare le sensibilità di tutti i bambini e di riuscire a includere ognuno nella visione e nella comprensione del cartone animato.

Cartoons inclusivi

Il progetto è stato finanziato dal ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo (ora ministero della Cultura) e l’Italia si trova in una posizione di avanguardia, da esempio. Frutto del lavoro collettivo degli esperti del settore, educatori, medici e psicologi, si è arrivati a proporre un prodotto completo e apprezzabile da tutti, senza esclusioni. In questi filmati, la novità fondamentale non sta soltanto nel proporre tematiche formative, empatiche, solidali e valoriali ma anche nella tecnica di renderle fruibili a tutti e in modo integrale. Si tratta di una rottura con il passato, in cui il messaggio poteva essere filtrato appieno non dalla totalità dei bambini, dando luogo comunque a discriminazioni pur nell’importanza dei valori veicolati. Negli anni precedenti, la preoccupazione di poter arrivare a comunicare a ogni bambino, infatti, risultava secondaria rispetto al contenuto. Il destinatario del messaggio non appariva come la priorità assoluta.

Inclusività, la chiave vincente

Lo stesso canale Rai Yoyo, dall’inizio del mese scorso, ha iniziato a trasmettere (alle ore 09.35 e 18.05) anche un altro interessante cartone animato inclusivo, dal titolo “Pablo”, in cui sono descritte le avventure quotidiane del bambino protagonista, autistico, aiutato dagli stessi personaggi da lui disegnati. Le sfide e gli avvenimenti che capitano ai personaggi del cartone, stimolano, nei bambini autistici, la definizione delle strategie mentali di problem solving.  La portata culturale, educativa e sociale di questi cartoni animati, da abbinare anche ad altri contesti produttivi, è enorme. Nelle case, durante la visione o a scuola, quando si raccontano gli episodi trasmessi, tutti i bambini, anche quelli con disabilità, possono commentare le vicende dei loro beniamini.

Il 24 marzo scorso l’Istat ha pubblicato l’audizione del presidente dell’Istituto, il prof. Gian Carlo Blangiardo, in merito a un’indagine conoscitiva sulla condizione delle persone con disabilità. Nel testo, si leggono molti dati, fra i quali i seguenti: “Nel nostro Paese, nel 2019, le persone con disabilità – ovvero che soffrono a causa di problemi di salute, di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali – sono 3 milioni e 150 mila (il 5,2% della popolazione)”.

Scuola e disabilità

Per rimanere in tema di giovanissimi e della loro formazione culturale, si specifica: “Le politiche di inclusione attuate nel corso degli anni hanno favorito un progressivo aumento della partecipazione scolastica: nell’a.s. 2019/2020 gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane sono quasi 300 mila, oltre 13 mila studenti in più rispetto all’anno precedente. Questi alunni sono stati presi in carico da circa 176 mila insegnanti di sostegno, 1,7 per ogni insegnante; si deve però evidenziare come il 37% non abbia una formazione specifica. […] Altro aspetto critico riguarda la presenza di barriere architettoniche: solamente una scuola su 3 risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria. […] Le maggiori difficoltà di accesso sono incontrate dagli alunni con disabilità sensoriali: sono appena il 2% le scuole che dispongono di tutti gli ausili senso-percettivi destinati a favorire l’orientamento all’interno del plesso e solo il 18% dispone di almeno un ausilio. […] Le opportunità di partecipazione scolastica degli alunni con disabilità sono state limitate a causa della pandemia che ha reso necessaria la didattica a distanza. Tra aprile e giugno 2020, oltre il 23% degli alunni con disabilità (circa 70 mila) non ha preso parte alle lezioni (gli altri studenti che non hanno partecipato costituiscono invece l’8% degli iscritti)”.

Esempi da seguire

L’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori perSone con Autismo) sul proprio sito, segnala con rammarico: “Non esistono dati certi sul numero di persone con autismo in Italia. Negli Stati Uniti vengono condotte da anni ricerche accurate, in Italia invece esistono pochissimi dati pubblici sul numero di persone coinvolte”. “I sani” diceva il poeta e scrittore francese Jules Romains “sono malati che s’ignorano”. Occorre proseguire, quindi, per questa strada inclusiva, che non lasci indietro i più deboli e offrire sempre più prodotti di tale natura, per tutte le età. L’inclusione è la chiave più efficace e alta per sconfiggere il pregiudizio e l’isolamento, flagelli molto presenti nel nostro mondo contemporaneo.

Una sensibilizzazione maggiore

L’esperienza maturata nei cartoni animati deve estendersi anche a programmi e filmati per altre età di riferimento, in considerazione dei soggetti adulti con disabilità e di quelli più giovani per completare, continuamente, la loro crescita e integrazione. È fondamentale, inoltre, promuovere, a tappeto, tali iniziative così già ben collaudate e segnalarne, a livello mediatico, l’esistenza, colmando il vuoto informativo in questo settore. La realizzazione di questi lavori, infatti, è pressoché sconosciuta alla maggior parte della popolazione. L’integrazione assoluta, che nasce e parte in tal modo dai nostri figli più piccoli, in un imprinting non più scalfibile, è il cemento armato per costruire una futura convivenza di inclusione, di rispetto e di vera solidarietà verso chi ne ha bisogno.

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