L’11 maggio si celebra in tutto mondo la Giornata Mondiale del Commercio Equo e Solidale, un monito affinché tutti, produttori e consumatori, scelgano di produrre e consumare in modo sostenibile e, dunque, ecologico. E, più in generale, per sostenere la diffusione di una cultura del consumo critico e degli stili di vita sostenibili.
La Giornata mondiale del commercio equo e solidale è un’iniziativa del World Fair Trade Organisation (WFTO) e ha il sostegno di migliaia di cittadini, di produttori e di consumatori, delle organizzazioni del Commercio equo e solidale, dei movimenti sociali e ambientali, delle autorità locali, di governi nazionali e delle istituzioni multilaterali in tutto il mondo.
Per l’occasione, Interris.it ha intervistato la dottoressa Cinzia Capuzzo di Altromercato, la principale realtà di Commercio Equo e Solidale in Italia.
L’intervista a Cinzia Capuzzo
Cosa si intende per Commercio Equo Solidale?
“Partiamo dalla definizione: secondo l’enciclopedia Treccani il ‘Commercio equo e solidale’ è una ‘Forma di attività commerciale internazionale in cui, invece della massimizzazione del profitto, si perseguono giustizia sociale ed economica, lotta allo sfruttamento, alla povertà e all’ingiustizia, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente, consapevolezza dei consumatori’. Tornando indietro nel tempo e dando qualche accenno alla storia del movimento, possiamo dire che movimento a favore del Commercio Equo e Solidale è nato nei Paesi Bassi, per poi estendersi in tutta Europa e in Nord America, all’inizio degli anni ’70 del Novecento con l’obiettivo di favorire l’equilibrio degli scambi commerciali tra paesi ricchi e paesi poveri. Si tratta di un approccio alternativo al commercio convenzionale e mira a creare una relazione paritaria fra i soggetti coinvolti, dai produttori ai consumatori e riequilibrare a livello internazionale i rapporti con i paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati, garantendo la dignità del lavoro e una più equa distribuzione dei guadagni, combattendo lo sfruttamento dei lavoratori dei paesi in via di sviluppo”.
Cosa garantisce il Commercio Equo Solidale e in che modo?
“Garantisce un trattamento economico e sociale, contrasta il lavoro minorile, favorendo
l’uguaglianza tra i sessi nelle imprese, migliora le tecniche di produzione. Per raggiungere questi obiettivi gli importatori (le centrali d’importazione come Altromercato) devono garantire prezzi minimi, più alti rispetto agli standard, acquistare quantitativi prefissati, predisporre contratti di lunga durata. Una caratteristica peculiare del Commercio Equo e Solidale è la filiera corta, fatta di pochi passaggi che rendono il prodotto rintracciabile. Il Commercio Equo e Solidale per Altromercato è una vera e propria relazione trasparente basata sul dialogo che mira a capovolgere il mercato tradizionale e a costruire il mercato come dovrebbe essere, in cui le persone vedono rispettati i propri diritti e il pianeta viene tutelato nella sua preziosa biodiversità. È seguendo questi principi e i 10 criteri stabiliti dalla World Fair Trade Organization che Altromercato ha costruito in 35 anni diverse filiere etiche che chiama identitarie quali quella del caffè, del cacao, dello zucchero, delle banane, del pomodoro”.
Perché dedicare una Giornata Mondiale al Commercio Equo Solidale?
“La Giornata Mondiale del Commercio Equo e Solidale serve a ricordare e sensibilizzare sul fatto che esista un’alternativa alle pratiche del commercio tradizionale, un’alternativa che mette al centro la sostenibilità del pianeta e delle persone. Scegliere i prodotti del fair trade significa aver compreso che cambiare le regole del mercato è possibile, che un’alternativa esiste e che basta sceglierla. Oggi più che mai trovare un modo più sostenibile ed equo per andare avanti è diventato di fondamentale importanza anche perché l’attuale modello economico ha portato a livelli insostenibili il consumo di risorse, degrado ambientale e disuguaglianza sociale e il tempo per agire è adesso. È urgente e necessario far capire che ognuno di noi può fare la propria parte: sostenendo il Commercio Equo e Solidale si contribuisce a costruire un futuro più giusto e sostenibile per tutti”.
Quali sono i prodotti più scambiati nel mercato equo-solidale?
“Per quanto ci riguarda, ma credo in generale in Italia, i prodotti più scambiati sono il caffè e il cacao. Per Altromercato tra gli altri prodotti identitari anche lo zucchero di canna occupa una posizione rilevante”.
Il commercio equo solidale aiuta anche l’Italia o solo i Paesi esteri produttori?
“Il Commercio Equo e Solidale porta benefici anche in Italia non solo perché ormai la rete che lo sostiene è molto ampia e composta da organizzazioni, botteghe, trasformatori e grande distribuzione, ma anche perché ormai dal lontano 2010 i criteri del fair trade sono stati applicati anche a progetti italiani. Il Domestic Fair Trade si distingue dal convenzionale fair trade perché si focalizza sulle specificità locali, in questo caso sul territorio italiano. È Domestic perché valorizza il made in Italy, generando impatto sociale positivo in Italia, nelle zone marginali, soggette allo sfruttamento di vario genere (dalla mafia al caporalato, oppure in zone spopolate), facendo crescere l’economia sociale. È fair trade perché rispetta i medesimi criteri del Commercio Equo e Solidale internazionale, i criteri di WFTO”.
Esistono leggi in Italia che tutelano i prodotti e il commercio equo solidale?
“In Italia siamo ancora in attesa di una normativa unitaria rispetto al Commercio Equo e Solidale; esistono invece diverse leggi regionali e un’organizzazione italiana di monitoraggio delle attività delle organizzazioni del fair trade che si chiama Equo Garantito. Equo Garantito offre alle organizzazioni socie un sistema di garanzia certificato, riconosciuto a livello internazionale, che non ha eguali al mondo: le Organizzazioni del Commercio Equo e Solidale – rivenditori, importatori e produttori italiani – si sono date un sistema di tutela per garantire che le prassi contrattuali rispettino i valori del Fair Trade, descritti nella Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e Solidale di cui Equo Garantito è depositaria. Inoltre, Altromercato ha creato nel 2010 il progetto Solidale Italiano come nuovo orizzonte del Commercio Equo e Solidale e negli anni è evoluto a manifesto di un’agricoltura ed una economia italiana, libera legale e senza sfruttamento”.