“Oggi credo che ai genitori dobbiamo chiedere un supplemento di impegno: lavorare con i loro figli per la pace e la valorizzazione della dignitĆ umana. Papa Francesco in Amoris Laetitia ci ricorda che ‘Le madri sono lāantidoto piĆ¹ forte al dilagare dellāindividualismo egoistico e che una societĆ senza madri sarebbe una societĆ disumana’. Da questo patrimonio dobbiamo ripartire per fare delle famiglie dei rinnovati laboratori di umanizzazione capaci di promuovere la pace, la cura delle persone e delle relazioni, la custodia della dignitĆ dellāumanitĆ e del creato. Io ho una grande fiducia in questo”. Lo dice a Interris.itĀ Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari intervistato per la Giornata mondiale dei genitori,Ā istituita dalle Nazioni Unite per ricordare che i genitori di qualsiasi razza, religione, cultura e nazionalitĆ sono “i primi autentici educatori dei bambini”.
L’intervista ad Adriano Bordignon
Come supportare la genitorialitĆ in Italia?
“Fare i genitori ĆØ unāesperienza straordinaria. Ma ĆØ anche un percorso irto di ostacoli e che ti mette costantemente di fronte ai tuoi limiti di adulto e ai ārischiā delle relazioni che non sono mai garantite e che necessitano di cura e di fiducia perennemente da alimentare. Indubbiamente oggi le condizioni āoperativeā non sono affatto favorevoli: la difficile armonizzazione tra i tempi della cura e quelli del lavoro, la scarsitĆ ed onerositĆ dei servizi per lāinfanzia e la gioventĆ¹, la mancanza di trasferimenti economici ad un compito pubblico come lāeducazione, lāiniquitĆ verso le famiglie del sistema fiscale, disegnano un percorso ad ostacoli. Si puĆ² dire che il sistema italiano non ĆØ favorevole alla famiglia e alla genitorialitĆ . Si da per scontata la funzione dei genitori senza implementarne le potenzialitĆ e senza investire su chi mette al mondo e cresce i nuovi cittadini”.
Secondo la tua esperienza, quali sono le principali difficoltĆ che incontrano oggi i genitori nel crescere i propri figli?
“CāĆØ unāaltra grande esigenza che merita di essere affrontata. Non possiamo lasciare i genitori da soli nella incredibile e complessa sfida dellāeducazione. Le reti familiari, di parentado o di prossimitĆ geografica o di interesse, sono fondamentali per garantire supporto ai genitori e per offrire ābiosfere di reti relazionaliā piĆ¹ vaste e salubri ai ragazzi. A fianco a questo non possiamo immaginare che le crisi che ogni famiglia affronta nel corso della vita non siano adeguatamente supportate. Ad esempio in Italia dovremmo avere un Consultorio ogni 20.000 abitanti e ci troviamo con la media di un consultorio ogni 45.000 abitanti. Chi sostiene un ragazzo in crisi esistenziale? Chi supporta una coppia di genitori che ha problemi educativi? Chi sostiene adolescenti con crescenti problemi di disturbi alimentari, di comportamenti autolesivi (cutting) e suicidari, di uso di sostanze ā¦ se i servizi non sono allāaltezza?”.
I genitori sono ancora realmente “i primi educatori dei bambini”?
“Non sempre purtroppo. A volte perchĆ© i genitori retrocedono da questa responsabilitĆ altre volte perchĆ© la prepotenza e lāinvasivitĆ dei social sia in grado di trasformare e manipolare le vite dei ragazzi relegando genitori non strutturati ai margini dei compiti educativi. Ć molto bello il concetto della ācomunitĆ educanteā ma i genitori devono essere messi nelle condizioni di alimentare la passione e la competenza per essere i primi protagonisti. Basta deleghe in bianco a scuola, sport e social. I genitori devono creare una rete ma devono esserne il polo centrale soprattutto fino a quando i ragazzi non raggiungono unāadeguata capacitĆ di fare scelte autonome. I genitori non meritano vuote parole di circostanza ma reale e sostanzioso sostegno in questa funzione educativa che ĆØ essenziale per le comunitĆ territoriali e per il Paese”.
Internet, social, smartphone, intelligenza artificiale…fanno parte della quotidianitĆ dei nostri figli sin da giovanissimi, diversamente dai genitori che non sono “nativi digitali”. Come si sta evolvendo il ruolo dei genitori allāinterno della societĆ “tecnologicamente avanzata” contemporanea?
“Il tema dellāuso da parte dei bambini del digitale, che da pediatri ed educatori ĆØ riconosciuto dannoso sotto i 13 anni. Per un genitore tenere la ābarra a drittaā non ĆØ facile: per comoditĆ , per conformismo, per superficialitĆ . Nella mia cittĆ , una coppia di amici, Barbara e Paolo, hanno deciso di affrontare la questione āsocialmenteā convocando altre famiglie e la scuola nel percorso āPatti Digitaliā per scrivere insieme un patto d comunitario sui tempi e modi di utilizzo del digitale. Questa ĆØ una strada che ci aiuta a superare le solitudini dei genitori di fronte a fenomeni ancora poco gestibili e conosciuti dai genitori di oggi. Insieme vanno creati gli anticorpi, prima di tutto negli adulti, per evitare di dare piĆ¹ importanza alla vita nei social rispetto a quella reale e di conferire troppo potere mediatico e di āformazione umanaā a chi formatore non ĆØ”.
Il “mestiere” del genitore ĆØ comunemente considerato come il piĆ¹ complesso al mondo. Tra i tanti valori che un genitore dovrebbe trasmettere ai figli, quali sono quelli a suo dire imprescindibili? E perchĆ©?
“Ć vero. Essere genitori ĆØ il āmestiereā piĆ¹ complesso del mondo. Ma ĆØ anche quello piĆ¹ straordinariamente bello, creativo ed emozionante. Personalmente senza lāincontro con mia moglie e senza i miei tre figli credo che la mia vita sarebbe tutta unāaltra cosa. Oggi i genitori hanno bisogno di alleati per portare avanti una missione che non si svolge semplicemente nellāintimitĆ delle pareti domestiche. Educare un bambino a crescere nel modo piĆ¹ armonioso ĆØ contribuire al bene del Paese e dellāumanitĆ . Il compito piĆ¹ grande ĆØ quello di educare le nuove generazioni a saper vivere in modo libero e responsabile, soprattutto gli āincroci fondamentaliā della vita. Al fianco di questo ĆØ imprescindibile mettere questi due valori a disposizione della cura delle relazioni. Si passa da qui se si cerca un mondo migliore”.