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Bordignon: “Tecnologia e social: sfida per i genitori moderni”

Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, intervistato da Interris.it per la giornata mondiale dei genitori, offre una riflessione approfondita sulle difficoltà che i genitori affrontano oggi in Italia, evidenziando la necessità di un maggiore sostegno e di politiche più favorevoli alla genitorialità

“Oggi credo che ai genitori dobbiamo chiedere un supplemento di impegno: lavorare con i loro figli per la pace e la valorizzazione della dignità umana. Papa Francesco in Amoris Laetitia ci ricorda che ‘Le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico e che una società senza madri sarebbe una società disumana’. Da questo patrimonio dobbiamo ripartire per fare delle famiglie dei rinnovati laboratori di umanizzazione capaci di promuovere la pace, la cura delle persone e delle relazioni, la custodia della dignità dell’umanità e del creato. Io ho una grande fiducia in questo”. Lo dice a Interris.it Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari intervistato per la Giornata mondiale dei genitori, istituita dalle Nazioni Unite per ricordare che i genitori di qualsiasi razza, religione, cultura e nazionalità sono “i primi autentici educatori dei bambini”.

Bordignon - Famiglia
A destra Adriano Bordignon. Foto di Patricia Prudente su Unsplash

L’intervista ad Adriano Bordignon

Come supportare la genitorialità in Italia?

“Fare i genitori è un’esperienza straordinaria. Ma è anche un percorso irto di ostacoli e che ti mette costantemente di fronte ai tuoi limiti di adulto e ai “rischi” delle relazioni che non sono mai garantite e che necessitano di cura e di fiducia perennemente da alimentare. Indubbiamente oggi le condizioni “operative” non sono affatto favorevoli: la difficile armonizzazione tra i tempi della cura e quelli del lavoro, la scarsità ed onerosità dei servizi per l’infanzia e la gioventù, la mancanza di trasferimenti economici ad un compito pubblico come l’educazione, l’iniquità verso le famiglie del sistema fiscale, disegnano un percorso ad ostacoli. Si può dire che il sistema italiano non è favorevole alla famiglia e alla genitorialità. Si da per scontata la funzione dei genitori senza implementarne le potenzialità e senza investire su chi mette al mondo e cresce i nuovi cittadini”.

Secondo la tua esperienza, quali sono le principali difficoltà che incontrano oggi i genitori nel crescere i propri figli?

“C’è un’altra grande esigenza che merita di essere affrontata. Non possiamo lasciare i genitori da soli nella incredibile e complessa sfida dell’educazione. Le reti familiari, di parentado o di prossimità geografica o di interesse, sono fondamentali per garantire supporto ai genitori e per offrire “biosfere di reti relazionali” più vaste e salubri ai ragazzi. A fianco a questo non possiamo immaginare che le crisi che ogni famiglia affronta nel corso della vita non siano adeguatamente supportate. Ad esempio in Italia dovremmo avere un Consultorio ogni 20.000 abitanti e ci troviamo con la media di un consultorio ogni 45.000 abitanti. Chi sostiene un ragazzo in crisi esistenziale? Chi supporta una coppia di genitori che ha problemi educativi? Chi sostiene adolescenti con crescenti problemi di disturbi alimentari, di comportamenti autolesivi (cutting) e suicidari, di uso di sostanze … se i servizi non sono all’altezza?”.

I genitori sono ancora realmente “i primi educatori dei bambini”?

“Non sempre purtroppo. A volte perché i genitori retrocedono da questa responsabilità altre volte perché la prepotenza e l’invasività dei social sia in grado di trasformare e manipolare le vite dei ragazzi relegando genitori non strutturati ai margini dei compiti educativi. È molto bello il concetto della “comunità educante” ma i genitori devono essere messi nelle condizioni di alimentare la passione e la competenza per essere i primi protagonisti. Basta deleghe in bianco a scuola, sport e social. I genitori devono creare una rete ma devono esserne il polo centrale soprattutto fino a quando i ragazzi non raggiungono un’adeguata capacità di fare scelte autonome. I genitori non meritano vuote parole di circostanza ma reale e sostanzioso sostegno in questa funzione educativa che è essenziale per le comunità territoriali e per il Paese”.

Foto di Kelly Sikkema su Unsplash

Internet, social, smartphone, intelligenza artificiale…fanno parte della quotidianità dei nostri figli sin da giovanissimi, diversamente dai genitori che non sono “nativi digitali”. Come si sta evolvendo il ruolo dei genitori all’interno della società “tecnologicamente avanzata” contemporanea?

“Il tema dell’uso da parte dei bambini del digitale, che da pediatri ed educatori è riconosciuto dannoso sotto i 13 anni. Per un genitore tenere la “barra a dritta” non è facile: per comodità, per conformismo, per superficialità. Nella mia città, una coppia di amici, Barbara e Paolo, hanno deciso di affrontare la questione “socialmente” convocando altre famiglie e la scuola nel percorso “Patti Digitali” per scrivere insieme un patto d comunitario sui tempi e modi di utilizzo del digitale. Questa è una strada che ci aiuta a superare le solitudini dei genitori di fronte a fenomeni ancora poco gestibili e conosciuti dai genitori di oggi. Insieme vanno creati gli anticorpi, prima di tutto negli adulti, per evitare di dare più importanza alla vita nei social rispetto a quella reale e di conferire troppo potere mediatico e di “formazione umana” a chi formatore non è”.

Il “mestiere” del genitore è comunemente considerato come il più complesso al mondo. Tra i tanti valori che un genitore dovrebbe trasmettere ai figli, quali sono quelli a suo dire imprescindibili? E perché?

“È vero. Essere genitori è il “mestiere” più complesso del mondo. Ma è anche quello più straordinariamente bello, creativo ed emozionante. Personalmente senza l’incontro con mia moglie e senza i miei tre figli credo che la mia vita sarebbe tutta un’altra cosa. Oggi i genitori hanno bisogno di alleati per portare avanti una missione che non si svolge semplicemente nell’intimità delle pareti domestiche. Educare un bambino a crescere nel modo più armonioso è contribuire al bene del Paese e dell’umanità. Il compito più grande è quello di educare le nuove generazioni a saper vivere in modo libero e responsabile, soprattutto gli “incroci fondamentali” della vita. Al fianco di questo è imprescindibile mettere questi due valori a disposizione della cura delle relazioni. Si passa da qui se si cerca un mondo migliore”.

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