Con il pragmatismo di chi, per esperienza sul campo, sa come nascono le politiche nazionali e comunitarie, Antonio Tajani, già presidente del Parlamento Europeo e vicepresidente di Forza Italia isola l’emergenza-coronavirus dalle polemiche politiche. “Noi a Palazzo Chigi abbiamo dato anche oggi nuove proposte concrete per impedire che l’epidemia si estenda al centro-sud”, spiega a Interris.it. Aggiunge: “Assurdo aver bruciato decine di miliardi in Borsa prima di bloccare le vendite allo scoperto: andava fatto subito”. E L’Europa “sorda e lontana” ha gravi responsabilità nella tardiva reazione all’allerta. “In un momento drammatico, Christine Lagarde ha provocato un danno colossale all’Italia e all’Europa con le sue inopportune dichiarazioni sullo spread. Si è dimostrata non adeguata a guidare la Banca Centrale Europea – evidenzia Tajani-. Alla Bce serve una figura del livello di Mario Draghi, Lagarde ha dimostrato di non essere all’altezza del ruolo. Il fermo intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha rimesso la questione nei giusti terrmini”.
E’ il momento dell’unità nazionale?
“Pur continuando a dissentire dalle politiche messe in atto da questo governo, diamo quotidiana prova di spirito collaborativo nell’interesse del Paese. Restiamo all’opposizione ma di fronte a una colossale emergenza ci prodighiamo per rendere più efficaci le misure di contenimento dell’epidemia. E’ il momento, come ha ricordato il Capo dello Stato, di far convergere tutti gli sforzi e per questo offriamo all’esecutivo proposte concrete”.
Cosa bisogna fare subito?
“Stamattina alle 5 il sindaco di Viterbo ha fatto disinfestare le strade con acqua e cloro, perché non farlo ovunque, a cominciare dai quartieri di Roma che sono in condizioni igieniche disastrose? In Cina sono stati sanificati tutti gli spazi pubblici, cosa si aspetta a farlo in tutte le città italiane? E’ una corsa contro il tempo che deve avere un solo obiettivo”.
Quale?
“Fare tutto il possibile per impedire che il coronavirus passi il Rubicone e dilaghi nel centro-sud dove il sistema sanitario è più fragile di quello settentrionale e dove ci sono condizioni abitative e di densità delle popolazione che devono allarmarci tutti. Un conto sono le villette a schiera della Brianza, un conto sono i quartieri spagnoli a Napoli o Bari Vecchia”
E’ un problema di risorse?
“I provvedimenti di natura economica devono incidere realmente, altro che i pochi miliardi inizialmente messi sul tavolo dal governo. Siamo in mezzo a una pandemia e purtroppo sono state prese misure con grave ritardo”.
A cosa si riferisce?
“Il 12 febbraio a Strasburgo, con tutto il gruppo popolare europeo, avevamo chiesto un’azione congiunta e invece solo adesso paesi come il Belgio stanno iniziando a muoversi per combattere l’epidemia. Ci si è mossi in ritardo e quando ci si è svegliati era già tardi. Quando lo dicevamo un mese fa il nostro allarme faticava persino a trovare spazio sui giornali italiani eppure era chiarissimo che stava arrivando un ciclone. Si sono chiude le porte dopo che i buoi erano scappati”
Il premier Conte vi ascolta?
“Stiamo collaborando con il governo, in particolare con il ministro della Salute, Roberto Speranza. Portiamo proposte concrete. Abbiamo detto fin dall’inizio che un ordine di grandezza per gli stanziamenti dove essere l’avanzo primario e finalmente adesso siamo arrivati alla cifra di 30 miliardi. Non è tutto ciò che serve ma non è neppure la manciata di miliardi ipotizzata dall’esecutivo all’inizio dell’emergenza sanitaria. Il governo si è progressivamente avvicinato alle cifre di cui parlavamo noi come Forza Italia e centrodestra”.
Può farci altri esempi?
“Avevamo chiesto che fossero distribuite gratuitamente le mascherine agli italiani e adesso finalmente il governo assicura che le mascherine saranno fornite prima ai lavoratori e poi a tutti i cittadini. Continueremo a dare il nostro contributo e a lavorare con l’esecutivo. Purtroppo agli errori commessi non si può porre rimedio”
Di quali errori parla?
“Per evitare le triangolazioni negli spostamenti aerei di ritorno dalla Cina avevamo proposto in Europa e in Italia di far compilare a tutti i passeggeri un questionario alle frontiere esterne dell’Ue per sapere il percorso che ognuno aveva fatto. Solo così si potevamo evitare le triangolazioni che hanno esteso l’epidemia, Ci è stato detto di no e i tragici effetti sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo non siamo stati ascoltati in tutta una serie di misure che abbiamo faticato a far accettare e che ora sono finalmente diventate parte integrante della strategia sanitaria di contrasto del coronavirus”.