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Amatrice: “10 secondi”, perdere tutto per poi rinascere. Luca Baccari si racconta a Interris.it

Una vità può essere totalmente stravolta nell’arco di 10 secondi? Intervistare Luca Baccari è stato un onore e una grande emozione, ha raccontato la sua storia, un intreccio di amore, dolore e rinascita, senza filtri. Una voce calma e tranquilla che si è caricata di emozione quando ha ricordato la moglie Emanuela e il figlio Pietro deceduti sotto le macerie della loro casa, crollata a causa del terremoto che il 24 agosto 2016 ha sconvolto la città di Amatrice (Rieti).

Amatrice (Ri) 26/08/2016 – terremoto in centro Italia / foto Insidefoto/Image
nella foto: terremoto ONLY ITALY

Dieci secondi

10 secondi” (Le Commari Edizioni) è il titolo del libro scritto da Luca, curato da Maria Corona Squitieri. “Dieci secondi è il tempo che intercorre tra la mia prima e seconda vita; il tempo in cui mi sono reso conto di cosa è successo quella notte quando ho perso tutto”, spiega Luca Baccari, intervistato da Interris.it. “Tutto questo mentre c’era il terremoto: ho avuto come l’impressione che qualcosa fosse esploso sotto terra, poi la scossa è durata per oltre un minuto. Ho visto tutto in diretta“. “La perdita di un figlio è innaturale, non fa parte del ciclo della vita di un uomo, non è accettabile, ma creo che ci si debba convivere – spiega Luca -. La sera dei funerali sono andato a Roma, ho ritenuto che fosse la scelta migliore per me e per mia figlia. Mi sono girato, spalle a ciò che rimaneva del mio paese, ho deciso di ricostruire la mia nuova vita con Giulia a Roma”.

Il 24 agosto 2016

Sono le 3.25 del 24 agosto 2016. Luca che gestisce un bar taverna ad Amatrice sta ultimando le cose da fare prima della chiusura del locale. Si dirige verso casa, situata nel centro storico di Amatrice, per depositare l’incasso della giornata, fa piano perché ci sono i bambini, Pietro e Giulia che dormono, così come sua moglie Emanuela. Lascia i soldi e torna verso il bar, ma all’improvviso lo investe un boato. Sono le 3.36. “Non ho fatto in tempo ad entrare nel locale che è venuto giù tutto. La prima reazione è stata quella di aiutare quante più persone possibili – racconta -. Quando mi sono reso conto di quanto era successo, sono corso verso casa mia al buio. Ho trovato solo macerie e ho capito immediatamente la gravità della situazione. Ho iniziato a scavare e a urlare chiamando mia moglie e i miei figli, ma era tutta fatica inutile“. Verso le 5.30 del mattino, ad Amatrice arrivano il sindaco, la protezione civile e i volontari che accompagnano i superstiti in una zona sicura fuori del paese.

Il salvataggio di Giulia

Inizia il disperato lavoro dei soccorritori che con le luci dei camion si sono trovti di fronte una scena apocalittica. Pietra dopo pietra, scavano per estrarre quanti sono intrappolati sotto le macerie. Una corsa contro il tempo per salvare quante più vite possibili, in una situazione di estrema precarietà: un movimento sbagliato o una nuova scossa di terremoto possono causare nuovi crolli. Luca è nella zona di sicurezza predisposta dai soccorritori quando gli dicono che da sotto le macerie hanno estratto viva una bambina: è Giulia. Sono le 10.30 del mattino. “Sono corso verso casa, un vigile me la mette tra le braccia e io d’istinto mi sono girato e sono andato via subito senza aspettare altre notizie – racconta Luca -. Dopo circa un’ora mi hanno dato la notizia più terribile: mia moglie e mio figlio non ce l’avevano fatta“.

Amatrice (Ri) 24/08/2016 – terremoto in centro Italia / foto Insidefoto/Image
nella foto: terremoto ONLY ITALY

La forza di ricominciare

“Sotto alcuni punti di vista mi reputo una persona privilegiata rispetto ad altri. Ero vivo e avevo riavuto mia figlia sana e salva: sono questi gli elementi che mi hanno dato la forza per poter, passo dopo passo, ricominciare una nuova vita – racconta -. Giulia è la ragione di vita per cui, fin da subito mi sono rimesso in cammino. Pere crescere mia figlia dovevo stare bene io”. Riiniziare, per Luca e Giulia, è un continuo crescere. Seguono un percorso di psicoterapia per superare il lutto e il trauma. Luca si rimbocca le maniche e prende in mano le redini della sua vita: “Andare avanti non significa dimenticare. Chi ha subito dei traumi o delle perdite parla sempre al passato. Io ho avuto, ma ho ancora adesso una grande forza; ho saputo reagire e riprogettare il nostro futuro con il bagaglio di quello che era stata la nostra prima vita, è impossibile dimenticare – spiega -. Ci sono stati e ci saranno ancora dei momenti di sconforto, io e Giulia abbiamo davanti la vita. Il messaggio che ho volevo lanciare quando ho scritto ’10 secondi’ è proprio questo – aggiunge -. Ho avuto tanta forza e resilienza, il mio non è un atto dimostrativo, ma lo ho fatto per mia figlia. In silenzio ci siamo staccati da quella situazione emergenziale e abbiamo iniziato un nuovo percorso. Andare avanti era l’unica soluzione. Con il libro ho cercato di trasmettere il bello e la forza della vita: molto spesso nella quotidianità lo dimentichiamo, perdiamo la misura e il senso della vita. Bisogna fermarsi qualche momento durante la giornata e dare il giusto valore ad ogni cosa, anche a noi stessi. Bastano pochi secondi per perdere tutto“.

Il Premio “Jenne perla della cultura” 2023

La storia di Luca Baccari è una storia d’amore e di dolore ma anche di forza e di rinascita, di speranza. Il 24 agosto del 2016, Luca, titolare di un bar ad Amatrice, ha visto morire la sua famiglia, a parte la fila Giulia, estratta vi a dalle macerie. Per lui c’è solo sgomento e disperazione ma come tanti amatriciani c’è la voia di ripartire di ricostruire da zero la sua vita. E grazie a Giulia, la sua roccia, oggi è un imprenditore a Roma dove sta per inaugurare un nuovo locale”. Sono queste le motivazioni con cui il Sindaco di Jenne (provincia di Roma) ha consegnato il Premio Jenne 2023 a Luca, riconoscimento che gli è stato consegnato lo scorso 19 agosto. “Il viaggio di ritorno verso casa l’ho fatto sorridendo; conoscere persone nuove che si adoperano come me per la società mi ha arricchito”. Luca sogna di poter dare vita ad un’associazione che possa prendersi cura di quei bambini che perdono la famiglia a causa di eventi catastrofoci naturali come può essere un terremoto, o a causa di guerre. Dieci secondi hanno radicalmente stravolto l’esistenza di Luca e sua figlia Giulia, ma loro hanno avuto la forza e la volontà di iniziare un nuovo cammino insieme. Dieci secondi terribili che gli hanno lasciato una ferita che mai si potrà sanare, ma che hanno fatto scoprire a Luca la bellezza e il senso della vita.

Manuela Petrini: