Si conclude oggi il Focus delle Nazioni Unite sull’Afghanistan. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres non ha invitato l’amministrazione talebana alla riunione convocata a Doha con gli inviati speciali sull’Afghanistan di vari Paesi. Le Nazioni Unite non hanno esteso l’invito alle “autorità di fatto”, precisa il portavoce Stephane Dujarric. L’incontro non si è concentrato sul possibile riconoscimento internazionale dell’ amministrazione talebana. In precedenza, infatti, i commenti del vice capo delle Nazioni Unite avevano suscitato preoccupazione e confusione. L’incontro in Qatar richiama l’attenzione sul rinvigorimento “dell’impegno internazionale intorno a obiettivi comuni”. Ciò per “un modo duraturo di procedere in Afghanistan”, precisa Dujarric. Il vice di Guterres, Amina Mohammed, aveva suggerito che l’incontro di Doha avrebbe potuto trovare “quei piccoli passi per rimetterci sulla strada del riconoscimento“.
Focus Afghanistan
I talebani hanno preso il potere nell’agosto 2021. Quando le forze guidate dagli Stati Uniti si sono ritirate dopo 20 anni di guerra. A dicembre si è riunita l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, composta da 193 membri. E ha approvato il rinvio, per la seconda volta, della decisione sul riconoscimento dell’amministrazione talebana afghana. Consentendo loro di inviare un ambasciatore delle Nazioni Unite a New York. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha condannato all’unanimità il divieto imposto dall’amministrazione talebana alle donne afghane di lavorare per le Nazioni Unite in Afghanistan. E ha invitato i leader talebani a “invertire rapidamente la rotta” per quanto riguarda la repressione dei diritti di donne e ragazze. I talebani affermano di rispettare i diritti delle donne secondo la loro rigida interpretazione della legge islamica. I funzionari di Kabul hanno dichiarato che le decisioni sulle operatrici umanitarie sono una “questione interna“.
Risoluzione Onu
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione che invita i governanti talebani dell’Afghanistan a revocare rapidamente le loro sempre più dure restrizioni nei confronti di donne e ragazze. Si tratta di misure discriminatorie che vanno da una severa limitazione dell’istruzione al divieto per le donne di accedere alla maggior parte dei posti di lavoro. Agli spazi pubblici. E alle palestre. La risoluzione condanna il divieto imposto alle donne afghane di lavorare per le Nazioni Unite, definito “senza precedenti“. La risoluzione invita i talebani a ripristinare rapidamente l’accesso delle ragazze all’istruzione e delle donne all’occupazione. E i loro diritti alla libertà di movimento e alla partecipazione paritaria alla vita pubblica. Esorta tutti gli altri Paesi membri dell’Onu a usare la loro influenza per promuovere “un’urgente inversione” delle politiche e delle pratiche dei talebani nei confronti delle donne e delle ragazze.
Voto unanime
Il voto unanime (15 a 0), con Stati Uniti, Russia e Cina tutti a favore, è stato un segno della diffusa preoccupazione globale per le azioni dei talebani. È stato un raro momento di unità su una questione di alto profilo. Ciò è tanto più significativo perché è avvenuto di forti divisioni internazionali sulla guerra in Ucraina. La Russia e la Cina, però, hanno criticato gli Usa dopo il voto. Per il loro ruolo passato in Afghanistan. E per aver rifiutato di restituire tutti i 7 miliardi di dollari di fondi governativi afghani congelati. Il Consiglio di Sicurezza non ha mai preso in considerazione sanzioni contro i talebani. Ma il forte rimprovero da parte dell’organo più potente delle Nazioni Unite è un colpo ai governanti afghani.
Governo legittimo
Le autorità di Kabul stanno cercando di ottenere credibilità sulla scena globale. Incluso il riconoscimento formale da parte dell’Onu come governo legittimo dell’Afghanistan. Quando i talebani hanno preso il potere nell’agosto del 2021 le premesse erano diverse. Le forze statunitensi e della Nato si stavano ritirando dall’Afghanistan dopo due decenni di guerra. Inizialmente i talebani avevano promesso un governo più moderato rispetto al loro primo periodo al potere, dal 1996 al 2001. Ma la protesta internazionale è cresciuta. Perché i leader talebani hanno gradualmente reimposto la loro severa interpretazione della legge islamica, o Sharia, su donne e ragazze. La cacciata dei talebani era avvenuta nel 2001. Per aver dato rifugio ad Al-Qaeda e a Osama bin Laden che ha organizzato gli attentati terroristici dell’11 settembre negli Usa.
Erosione crescente
La risoluzione, co-sponsorizzata dagli Emirati Arabi Uniti e dal Giappone, esprime “profonda preoccupazione per la crescente erosione del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle donne”. E ribadisce il loro “ruolo indispensabile” nella società afghana. Sotto il governo talebano, alle ragazze è stato impedito di andare a scuola oltre la sesta classe. E le donne sono ora praticamente confinate nelle loro case, incapaci di uscire e viaggiare senza un tutore maschile. A fine dicembre i talebani hanno vietato ai gruppi di aiuto nazionali e internazionali di assumere donne afghane. E il 4 aprile hanno esteso tale divieto alle donne afghane che lavorano per le Nazioni Unite. L’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti, Lana Nusseibeh ha dichiarato che oltre 90 Paesi di tutto il mondo hanno co-sponsorizzato la risoluzione. Tra cui molte nazioni musulmane e alcuni Paesi confinanti con l’Afghanistan. Ciò rende il messaggio dell’Onu ancora più significativo. Il mondo non rimarrà in silenzio mentre le donne in Afghanistan vengono cancellate dalla società.
Personale femminile
In Afghanistan il personale femminile è essenziale per l’esecuzione delle operazioni salvavita delle Nazioni Unite sul campo, ha detto Dujarric. Sottolineando che su una popolazione afghana di circa 40 milioni di persone “stiamo cercando di raggiungere 23 milioni di uomini, donne e bambini con gli aiuti umanitari”. Le Nazioni Unite hanno avvertito che il divieto potrebbe paralizzare le consegne di aiuti disperatamente necessari e portare a un ritiro delle Nazioni Unite dall’Afghanistan. Dal 5 aprile, i 3.300 afghani impiegati dalle Nazioni Unite – 2.700 uomini e 600 donne – sono rimasti a casa. Ma Dujarric ha puntualizzaato che continuano a lavorare e saranno pagati. Il personale internazionale delle Nazioni Unite, composto da 600 persone, tra cui 200 donne, non è interessato dal divieto dei talebani. Roza Otunbayeva, ex presidente e ministro degli Esteri della Repubblica del Kirghizistan, a capo della missione politica delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), ha reagito al divieto dei talebani di far lavorare le donne afghane per l’organismo mondiale di 193 nazioni. Ed è stata ordinata una revisione operativa della presenza delle Nazioni Unite nel Paese, che durerà fino a venerdì 5 maggio.