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“L’adesso di Dio”: chi sono i giovani santi del nuovo millennio

“Perché il cuore della Chiesa resti e sia giovane sempre” scrive Papa Francesco nella lettera rivolta ai giovani Christus Vivit. Esortandoli “a non perdere la speranza in un mondo diverso” perché “voi giovani siete l’adesso di Dio”.

Nell’arco dei secoli, la Chiesa ha canonizzato tanti giovani che – nonostante la loro breve vita – hanno saputo donarsi oltre ogni aspettativa a Cristo e al prossimo, rimanendo forti e saldi nella fede anche dinanzi all’odio, alla violenza e la martirio.

Nella solennità di Tutti i Santi, Interris.it presenta i santi e beati morti in gioventù canonizzati dal 2000 ad oggi. Ragazze e ragazzi giovanissimi (spesso appena adolescenti) laici o religiosi, alcuni noti altri meno, provenienti da tutti i continenti. Persone che hanno vissuto la guerra, la malattia, la tortura, la povertà, le dittature e – in alcuni casi – il martirio con fede certa, illuminando la vita di quanti gli stavano accanto e di quanti ora – a distanza di anni dalla salita in cielo – ne chiedono l’intercessione. Fulgidi esempi di cristianesimo vissuto nella quotidianità che hanno in comune solo l’amore incondizionato per Gesù.  Li riportiamo nell’orine cronologico in cui sono stati canonizzati, dal 2000 ad oggi, con una descrizione della loro breve vita – sono tutti sotto i 40 anni – ma piena di luce e speranza per tutti.

Santi e beati del nuovo millennio

1- Il 16 maggio 2004 Giovanni Paolo II canonizza santa Gianna Beretta Molla
(Magenta, 4 ottobre 1922 – Monza, 28 aprile 1962). Medico pediatra, madre di famiglia, che, portando un figlio in grembo, morì a soli 39 anni per un tumore all’utero anteponendo amorevolmente la libertà e la salute del nascituro alla propria salute e alla sua stessa vita. RICORRENZA: 28 aprile.

2 – Alberto Marvelli (1918-1946). Laico, ingegnere e politico italiano, membro dell’Azione Cattolica nato a Ferrara il 21 marzo 1918. Beatificato da Papa Giovanni II il 05 settembre 2004. Da ragazzo frequenta l’Oratorio salesiano e l’Azione Cattolica dove matura la sua fede con una scelta decisiva: “il mio programma si compendia in una parola: santo”. Dopo i tragici eventi del 25 luglio, caduta del fascismo, e l’8 settembre 1943, occupazione tedesca del suolo italiano, Alberto torna a casa a Rimini. Sa qual è il suo compito: diventa l’operaio della carità. Dopo ogni bombardamento è il primo a correre in soccorso ai feriti, a incoraggiare i superstiti, ad assistere i moribondi, a sottrarre alle macerie i sepolti vivi. La sera del 5 ottobre 1946 si reca in bicicletta a tenere un comizio elettorale; anche lui è candidato per l’elezione della prima amministrazione comunale. Alle 20:30 un camion militare lo investe. Muore a soli 28 anni. RICORRENZA: 5 ottobre.

3 – Ceferino Namuncurá (1886-1905). Beatificato l’11 novembre 2007 da Papa Benedetto XVI. Ceferino (Zefferino) Namuncurá nacque a Chimpay (in Argentina) il 26 agosto 1886 e fu battezzato, due anni più tardi, dal missionario salesiano don Milanesio, che aveva mediato l’accordo di pace tra i Mapuce e l’esercito argentino. Aspirante salesiano, Ceferino è morto di tubercolosi a soli 19 anni; è il primo beato indio del Sudamerica. RICORRENZA: 11 maggio.

4 – Rafael Arnáiz Barón (1911-1938, Spagna). Canonizzato l’11 ottobre 2009 da Papa Benedetto XVI. Religioso dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (trappista), colpito ancora novizio da una grave malattia, una forma gravissima di diabete mellito, per essere curato in modo adeguato dai suoi genitori. Con strenua pazienza sopportò la malferma salute confidando sempre in Dio. Consumò la sua vita all’alba del 26 aprile 1938, a 27 anni appena compiuti. RICORRENZA: 26 aprile.

5 – Chiara Luce Badano (1971-1990). Beatificata il 25 settembre 2010 da Papa Benedetto XVI. Chiara Badano nasce il 29 ottobre 1971 a Sassello in diocesi di Acqui Terme. Cresce circondata da tanto amore. Si distingue fin da piccola per l’amore a Gesù e alla Madonna. A 9 anni aderisce al Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich come GEN (Generazione Nuova), coinvolgendo pure i genitori. Da allora in poi la sua vita è tutta in ascesa: cerca di “mettere sempre Dio al primo posto” e di dirgli “sempre sì”. A 17 anni, durante una partita di tennis, un dolore lancinante alla spalla sinistra la costringe a lasciar cadere la racchetta. La TAC all’ospedale S. Corona di Pietra Ligure rivela un osteosarcoma dei più gravi con metastasi diffuse. Nonostante l’operazione e le cure il male galoppa inesorabile. Chiara si rende conto della situazione e si rivolge alla Madonna con un bigliettino: “Mamma Celeste…ti chiedo il miracolo della guarigione; se ciò non rientra nella Sua volontà, ti chiedo la forza necessaria a non mollare mai”. I dolori non la frenano. Sulle sue labbra non un lamento. Il suo volto irradia gioia e gli occhi sono sempre luminosi nonostante il suo progressivo venire meno: la perdita dei capelli e delle gambe. Non ha paura di morire. Lo Sposo tanto atteso viene a prenderla all’alba del 7 ottobre 1990, dopo una notte molto sofferta. Alla mamma che le era accanto, accarezzandole con un grande sforzo la fronte, sussurra: “Mamma, sii felice, perché anch’io lo sono. Ciao” e spicca il volo verso vera Vita. RICORRENZA: 29 ottobre

5 – Pietro Calungsod (1654c-1672, Filippine). Canonizzato il 21 ottobre 2012 da Papa Benedetto XVI. San Pietro Calungsod era un giovane originario della regione di Visayas, nelle Filippine. Catechista laico e martire, venne ucciso crudelmente in odio alla fede cristiana: venne gettato in mare da alcuni apostati e da alcuni indigeni seguaci di superstizioni pagane a 18 anni insieme al superiore della missione, Padre Diego Luís de San Vitores, sacerdote professo della Compagnia di Gesù (1627-1672). RICORRENZA: 2 aprile.

7 – Rolando Rivi (1931-1945), seminarista 14enne, martire, ucciso in un clima di odio esasperato verso i sacerdoti, fu rapito, torturato per tre giorni e ucciso il 13 aprile 1945 con un colpo di pistola in un bosco di Piane di Monchio, frazione di Palagano (Modena) da dei partigiani perché non voleva togliersi la tonaca da seminarista. Nel 2018 la figlia di colui che uccise materialmente Rolando ha chiesto pubblicamente perdono alla sorella e agli altri congiunti ancora in vita. E’ stato beatificato il 05 ottobre 2013 da Papa Francesco. RICORRENZA: 13 aprile.

In alto da sinistra: Alberto Marvelli, Francisco e Jacinta Martos, Ceferino Namuncurá; in basso da sinistra: Pietro Calungsod , Rafael Arnáiz Barón , Paul Thoj Xyooj.

8 – Mario Borzaga e Paul Thoj Xyooj, martiri (†1960). Beatificati l’11 dicembre 2016 da Papa Francesco. Sono due martiri uccisi “in odio alla fede” da un gruppo di guerriglieri Pathet Lao, contrari alla presenza dei missionari stranieri e all’evangelizzazione del Laos. Padre Mario aveva ventisette anni, mentre Pauli diciannove. RICORRENZA: 25 aprile.

9 – Francisco Martos (1908-1919) e Jacinta Martos (1910-1920) veggenti di Fatima, in Portogallo. Canonizzati il 13 maggio 2017 da Papa Francesco. Nel 1916, in primavera, estate e autunno, insieme a Lucia, ebbero le apparizioni dell’Angelo della Pace. Nel 1917 furono visitati dalla Madonna del Rosario, da maggio a ottobre il giorno 13 di ogni mese, tranne che in agosto. In questo mese l’apparizione avvenne il 19, dal momento che i Pastorelli erano rimasti nella prigione di Ourém dal 13 al 15 agosto 1917. Francisco, rapidamente consumato ancora fanciullo da una malattia, rifulse per la soavità dei costumi, la perseveranza nelle avversità e nella fede e la costanza nella preghiera; Jacinta, sebbene ancora fanciulla di tenera età, sopportò con pazienza il tormento della malattia da cui era affetta e testimoniò con fervore la sua devozione alla beata Vergine Maria. RICORRENZA: 4 aprile e 20 febbraio.

10 – Carlo Acutis (1991-2006). Laico, fu molto legato alla devozione alla Vergine e all’Eucaristia, realizzando anche progetti informatici sui temi della fede, forte la sua esperienza di volontariato con i clochard e nelle mense dei poveri; colto da una leucemia fulminante morì a soli 15 anni, il 12 ottobre del 2006. LA VITA. Carlo Acutis nacque a Londra (Gran Bretagna) il 3 maggio 1991, da genitori italiani, Carlo e Antonia Salzano, che si trovavano nella City per motivi di lavoro. Nel settembre 1991 la famiglia rientrò a Milano. Il 16 giugno 1998 ricevette la prima Comunione, in anticipo rispetto all’età consueta, grazie a uno speciale permesso del direttore spirituale, don Ilio Carrai, e dell’Arcivescovo Pasquale Macchi. A quattordici anni, passò al Liceo classico presso l’istituto Leone XIII di Milano, diretto dai Padri Gesuiti, dove sviluppò pienamente la sua personalità. Con uno studente di ingegneria informatica iniziò a curare e a occuparsi dei siti internet delle parrocchie milanesi. Trascorreva la maggior parte delle sue vacanze ad Assisi in una casa di famiglia dove imparò a conoscere San Francesco. Da lui apprese il rispetto per il creato e la dedizione ai più poveri. Infatti, l’esempio del Serafico e di Sant’Antonio di Padova nel compiere gesti di carità nei confronti dei poveri furono per Carlo un invito a fare altrettanto. Si impegnò così in una gara di carità a favore dei bisognosi, dei senzatetto, degli extracomunitari, che aiutava anche con i soldi risparmiati dalla sua paghetta settimanale. Carlo nutriva grande devozione per la Madonna e recitava quotidianamente il Rosario. Nell’ottobre 2006 si ammalò di leucemia di tipo M3, considerata la forma più aggressiva, e fu trasferito all’ospedale San Gerardo di Monza. Pochi giorni prima del ricovero, offrì la sua vita al Signore per il Papa, per la Chiesa, per andare dritto in Paradiso. Il suo cuore smise di battere alle ore 6:45 del 12 ottobre 2006. Il 5-6 aprile 2019 i resti mortali di Carlo sono stati traslati nel Santuario della Spogliazione, chiesa di Santa Maria Maggiore, di Assisi. Qui la testimonianza dei genitori. RICORRENZA: 12 ottobre.

11 – Rosario Angelo Livatino (1952 – 1990). Proclamato beato il 09 maggio 2021 da Papa Francesco. Rosario Angelo Livatino nacque a Canicattì (Agrigento, Italia) il 3 ottobre 1952. Iscrittosi alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, il 9 luglio 1975 conseguì la Laurea con il massimo dei voti. Il 18 luglio 1978 entrò in Magistratura. Il 21 agosto 1989 prese possesso del nuovo incarico di Magistrato del Tribunale di Agrigento, dove svolse le funzioni di Giudice della sezione penale. In quegli anni a Canicattì e in tutto il territorio agrigentino la situazione sociale era scossa da una vera e propria “guerra” di mafia, che vedeva contrapposti i clan emergenti (denominati Stiddari) contro Cosa Nostra, il cui padrino locale era Giuseppe Di Caro che abitava nello stesso condominio del Servo di Dio. Il “giudice ragazzino”, consapevole dei rischi che correva, malgrado le intimidazioni, continuò a compiere il proprio dovere con rettitudine. Giunse ad accettare la possibilità del martirio attraverso un percorso di maturazione nella fede. Il 21 settembre 1990, il Servo di Dio venne ucciso in un agguato, sulla strada statale 640 che conduce da Canicattì verso Agrigento, mentre viaggiava da solo, in automobile, per recarsi in Tribunale, dove lavorava. Venne assassinato mentre, come ogni mattina, si recava al lavoro con la propria auto. La dinamica dell’omicidio si caratterizzò per particolare ferocia, come fu riconosciuto dalla Corte d’Assise di Caltanissetta. In fin di vita, prima del colpo di grazia esploso in pieno volto, egli si era rivolto agli assassini con mitezza. La motivazione che spinse i gruppi mafiosi di Palma di Montechiaro e Canicattì a colpire Rosario Angelo fu la sua nota dirittura morale per quanto riguarda l’esercizio della giustizia, radicata nella fede. RICORRENZA: 29 ottobre

12 – Sandra Sabattini (1961-1984). Beatificata il 24 ottobre 2021 da Papa Francesco. Sandra Sabattini nacque il 19 agosto 1961 a Riccione in una famiglia profondamente cattolica. Nel 1974 cominciò a frequentare l’Associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”, fondata dal Servo di Dio Oreste Benzi. In quel contesto ebbe modo di servire i più bisognosi, svolgendo varie attività caritative e contribuendo a sensibilizzare la comunità parrocchiale alla maggiore attenzione per i disabili. Nel 1979 si fidanzò con un giovane, anch’egli membro dell’Associazione. Nel 1980 l’Associazione aprì una comunità terapeutica per giovani con problemi di tossicodipendenza ad Igea Marina. Sandra scelse subito di dedicarsi a questo servizio con generosità. Dal suo diario si evince ciò che per lei era veramente importante, in particolare l’abbandono alla volontà di Dio da accettare con gioia. La fortezza che la contraddistinse derivava dall’assidua preghiera. Il 29 aprile 1984 mentre si recava ad Igea Marina per un incontro della “Comunità Papa Giovanni XXIII”, fu coinvolta in un grave incidente stradale. Morì il 2 maggio 1984. La fede orientò e sostenne la sua breve vita. Nel suo Diario spirituale scrisse: “Il fine della mia vita è l’unione con il Signore, lo strumento per giungere a ciò è la preghiera”. RICORRENZA: 4 maggio

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