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I 93 anni dei Patti Lateranensi

Interris.it - nel giorno dell'anniversario della storica intesa - ha intervistato il dottor Alessandro Acciavatti

I Patti Lateranensi sono degli accordi sottoscritti tra il Regno d’Italia e la Santa Sede il giorno 11 febbraio 1929 al cui interno vi ĆØ un trattato, una convenzione, e un concordato. Sottoposti, nella parte del concordato, a revisione nel 1984, essi regolano ancor oggi i rapporti fra la Repubblica Italiana e la Santa Sede. Interris.it ha intervistato, in merito a questo argomento, il Dottor Alessandro Acciavatti, laureato in giurisprudenza, il quale si dedica da sempre allo studio della storia delle istituzioni e a diffonderne la cultura. Da anni ĆØ promotore e coordinatore scientifico di diversi eventi formativi e istituzionali. Ha pubblicato sulla rivista della Guardia di Finanza, ĆØ stato collaboratore della Commissione Parlamentare antimafia e attualmente lo ĆØ di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Egli ĆØ autore del libro Oltretevere. Il rapporto tra i Pontefici e i Presidenti della Repubblica Italiana dal 1946 a oggi. Nel 2015 ha ricevuto dal Presidente Sergio Mattarella le insegne di Cavaliere OMRI per il suo impegno sui temi della legalitĆ  e della formazione alla cittadinanza attiva.

Il Dottor Alessandro Acciavatti con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (immagine tratta da www.quirinale.it)

Lā€™intervista

Che cosa hanno stabilito i Patti Lateranensi?

ā€œIl 20 settembre del 1870 le truppe piemontesi del re Vittorio Emanuele II di Savoia entrarono a Roma dalla breccia di Porta Pia e conseguentemente il Regno dā€™Italia andava ad invadere quello che internazionalmente era riconosciuto come lo Stato Pontificio. Vittorio Emanuele II era un sovrano di profondissima fede cattolica e pertanto ordinĆ² che le sue truppe non invadessero la cittĆ  leonina, ossia la cittĆ  vaticana come la conosciamo noi oggi. Nel 1871, per la precisione il 13 maggio, il parlamento del Regno dā€™Italia approvĆ² una legge detta delle guarentigie che, in italiano dellā€™epoca significava garanzie, nella quale si concedeva al pontefice il diritto di legazione attivo e passivo, il consueto numero di guardie, la possibilitĆ  di alloggiare serenamente nel palazzo apostolico e lo ius tractandi. In merito alla legge delle guarentigie, il problema era che la stessa, per quanto raffinata e scritta in maniera ottima ā€“ ĆØ un monumento di sapienza giuridica ā€“ aveva un difetto, ossia quello di essere unilaterale perchĆ©, il parlamento del Regno dā€™Italia, poteva in ogni momento revocarla e di conseguenza revocare le garanzie concesse al Pontefice. In veritĆ  ritengo che questo non sarebbe mai avvenuto perĆ², in linea teorica, ciĆ² era possibile e quindi fece bene la Santa Sede a occuparsi di questo. Pertanto, tutti i pontefici, a decorrere dal 20 settembre 1870, si autoproclamavano prigionieri in Vaticano e non accettarono la legge delle guarentigie. Quindi cā€™era questa singolare situazione che, per la Santa Sede, era assai disagevole. Si pensi che formalmente la stessa godeva dello ius legationis, questo ĆØ indubbio, perĆ², i rappresentanti dei paesi in guerra con lā€™Italia durante il primo conflitto mondiale, dovettero lasciare Roma causando un grosso problema alla diplomazia vaticana. Sicuramente Papa Benedetto XV con la sua frase lā€™inutile strage e la Santa Sede si prodigarono molto per la pace, ma in una misura molto limitata perchĆ© non fruivano di indipendenza in quanto, i suoi contatti con i diplomatici stranieri potevano essere controllati da una potenza belligerante comā€™era a tutti gli effetti il Regno dā€™Italia. Questa situazione era veramente precaria e difficile per la Santa Sede e, per certi versi, imbarazzante anche per lā€™Italia. Per questo motivo, giĆ  nel 1919, durante la famosa conferenza di Versailles, si tenne a Parigi ā€“ presso lā€™hotel Ritz ā€“ un incontro tra lā€™allora Monsignore Bonaventura Cerretti, in seguito diventato Cardinale, e Vittorio Emanuele Orlando, il Presidente del Consiglio della vittoria, nel quale si cominciĆ² ad abbozzare lā€™idea di uno stato di concedere in sovranitĆ  alla Santa Sede. Quindi, non piĆ¹ una legge di uno stato che faceva delle concessioni al Pontefice ma uno stato indipendente. Si incominciĆ² a parlare di questo proprio nellā€™ambito della Conferenza di Pace di Versailles che portĆ² alla firma del famoso Trattato del 28 giugno 1919. PerĆ², pochi giorni dopo, il governo Orlando cadde e quindi non se ne fece piĆ¹ nulla. Rispetto a questo bisogna dire che, Vittorio Emanuele II e Umberto I erano sinceramente religiosi mentre, Vittorio Emanuele III, asceso al trono nel 1900 dopo il regicidio di Monza ā€“ ossia lā€™assassinio di Umberto I da parte dellā€™anarchico Bresci ā€“ era ateo e non poteva sopportare il Vaticano e, in generale, qualsiasi cosa che riguardasse la Santa Sede, vedeva nel sovrano un tenace oppositore. Per questo motivo – i primi passi in questa direzione mossi da Orlando e Cerretti ā€“ trovarono in Vittorio Emanuele III, peraltro una persona coltissima, un tenacissimo oppositore. Benito Mussolini, con piĆ¹ realismo politico, arrivĆ² ad iniziare un rapporto con la Santa Sede, incontrando in casa del senatore nonchĆ© conte Santucci il Segretario di Stato di Papa Pio XI Pietro Gasparri e questo fu lā€™inizio della trattativa lunghissima per giungere ai Patti Lateranensi. Quando si parla di Patti Lateranensi ci si riferisce a due strumenti diplomatici, per questo si usa il plurale, un Concordato che regola essenzialmente questioni di natura religiosa e un trattato che riguarda lā€™assetto dello stato a cui ĆØ stata allegata una convenzione finanziaria di una notevole cifra ā€“ ben 750 milioni di lire ā€“ piĆ¹ il 5% del valore nominale di un miliardo di lire dati alla Santa Sede per risarcirla delle proprietĆ  confiscate quando venne annesso lo stato pontificio al Regno dā€™Italia. Quindi, con il Trattato si stabilƬ essenzialmente lā€™esistenza dello stato CittĆ  del Vaticano cosƬ come lo conosciamo noi oggi, lā€™indipendenza del Pontefice e la sua possibilitĆ  di agire liberamente sulla scena del mondo senza i condizionamenti avvenuti nel corso della Prima guerra mondiale. Il negoziato per i Patti Lateranensi e ben strano perchĆ©, fin dallā€™inizio, Pio XI e i suoi piĆ¹ stretti collaboratori, chiarirono di desiderare il territorio piĆ¹ piccolo possibile, ossia ā€“ la Santa Sede ā€“ non ha mai avuto desiderio di avere un grande stato in quanto, amministrare il territorio dello stato pontificio, non si era rivelato semplice per la Santa Sede. Quindi, loro volevano semplicemente un fazzoletto di terra che gli consentisse lā€™indipendenzaā€.

Quale valenza hanno i Patti Lateranensi nei rapporti tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede?

ā€œI Patti Lateranensi sono stati stipulati in licenza del Regno dā€™Italia e del regime fascista quindi, il problema si pose quando, il 2 giugno 1946, ci fu il referendum istituzionale e lā€™Italia divenne una repubblica. Nel contempo perĆ², il 2 e 3 giugno del 1946, venne deciso anche di demandare il compito di scrivere una nuova costituzione allā€™assemblea costituente perchĆ©, come si sa, la costituzione precedente, ossia lo Statuto Albertino, il quale era entrato in vigore il 4 marzo 1848, doveva essere sostituito. Per questo immediatamente, la prima sottocommissione dellā€™Assemblea costituente, la cui seduta in merito allā€™argomento in oggetto risale al 21 novembre 1946, se ne occupĆ². Tutti i partiti politici che sedevano allā€™interno dellā€™assemblea non avevano obiezioni riguardo al fatto che, i rapporti tra Santa Sede Italia, dovevano essere regolati pacificamente, ossia la cosiddetta pace religiosa era un punto acquisito, l’altro punto era il modo in cui arrivarci. A tal proposito, nella prima commissione, sedeva il leader del partito comunista Palmiro Togliatti il quale affermava semplicemente che i rapporti tra stato e chiesa dovessero essere regolati in termini concordatari. Il termine concordatari non fa perĆ² esplicito riferimento ai Patti Lateranensi, cosa che per la Santa Sede era fondamentale perchĆ©, da quel Trattato, dipendeva lā€™esistenza della stessa CittĆ  del Vaticano, in quanto ā€“ dal punto di vista giuridico ā€“ la stessa non ĆØ lā€™ultima parcella del vecchio stato pontificio, perchĆ© quello ā€“ come si dice in gergo ā€“ era andato soggetto a debellattio, ossia non esisteva piĆ¹ ā€“ ma esisteva questo novum che la Santa Sede temeva potesse, in qualche modo essere intaccato. Quindi loro volevano un riferimento esplicito, non genericamente a un concordato, ma a quel Trattato Lateranense. A questo proposito intervenne una proposta del Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, il quale disse che i rapporti tra la chiesa e lo stato avrebbero continuato a essere regolati in termini concordatari. Questa proposta venne bocciata dalla Santa Sede perchĆ© ā€“ come quella di Togliatti ā€“ non parlava del Concordato Lateranense. La formula attuale dellā€™articolo sette della Costituzione venne in realtĆ  inventata dal democristiano Umberto Tupini, un degasperiano di ferro che presiedeva la prima sottocommissione, e da un deputato liberale, il marchese Roberto Lucifero, cugino del piĆ¹ conosciuto ministro della Real Casa Falcone Lucifero. Tupini scrisse lā€™articolo fino a ā€œi rapporti sono regolati dai Patti Lateranensiā€, mentre ā€“ la formula che seguƬ ā€“ ossia ā€œle modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionaleā€ venne inventata appunto dal marchese Roberto Lucifero. La fusione tra la formula di Tupini e quella di Lucifero portĆ², nel dicembre del 1946, si tenga conto che il dibattito era cominciato il 21 novembre, quindi durĆ² sostanzialmente pochi giorni. Il punto perĆ² era mantenere la formulazione nel passaggio che poi ci sarebbe stato allā€™Assemblea costituente in aula dal 4 al 25 marzo del 1947. Vi si riuscƬ anche perchĆ©, il segretario del partito comunista Palmiro Togliatti che, aveva proposto una sua formula molto generica dei rapporti tra stato chiesa regolati in termini concordatari, con una vera giravolta decise all’improvviso, durante l’ultimo giorno utile, di votare i Patti Lateranensi – non perchĆ© si fosse convertito ma perchĆ©, a buona ragione, era convinto che a breve sarebbe terminata la solidarietĆ  ministeriale post bellica la quale infatti terminĆ² poco dopo ā€“ e vi sarebbero state di li a poco le elezioni del 1948. Togliatti temeva lā€™accusa di essere un ā€œmangiapretiā€ e quindi voleva spaccare il fronte laico e fare intendere che lui non era ostile alla chiesa votando i Patti Lateranensi.ā€

In che senso si modificarono i Patti Lateranensi nel 1984?

ā€œNel 1984 si giunge allā€™accordo Casaroli ā€“ Craxi durante il pontificato di Giovanni Paolo II che portĆ² ad alcune modifiche, le quali potrebbero sembrare simboliche ma in realtĆ  non lo sono perchĆ©, innanzitutto, si tolse la qualifica di religione di Stato che esisteva fin dal ā€™29 e lā€™Assemblea costituente aveva lasciato intatta quindi, ai sensi dellā€™accordo di Villa Madama, il cattolicesimo non ĆØ piĆ¹ religione di stato. Successivamente, riguardo ai matrimoni religiosi, per i quali ā€“ a partire dal ā€™29 ā€“ vennero riconosciuti gli effetti civili, nel 1984 si giunse poi al matrimonio concordatario; rispetto a questo entrambi i Concordati ā€“ sia quello del ā€™29 che del ā€™84 ā€“ si occuparono di stabilire le modalitĆ  di scioglimento del matrimonio dal punto di vista religioso. Oltre a ciĆ², nel Concordato, si parlava di Roma come cittĆ  sacra; attualmente invece ā€“ a seguito dellā€™accordo di Villa Madama ā€“ si dice che lo stato riconosce il valore peculiare di Roma in quanto sede vescovile del Sommo Pontefice, ma Roma non ha piĆ¹ la qualifica cittĆ  sacra. Essenzialmente il punto ĆØ che, nel 1984, viene meno in concetto di religione di stato, non viene meno perĆ² lā€™educazione cattolica nelle scuole in quanto, la modifica in questo senso ĆØ che, la scelta di avvalersi o meno della religione cattolica, ĆØ demandata agli stessi studenti qualora siano maggiorenni.ā€

La firma dell’accordo Casaroli-Craxi (1984)

Che differenza cā€™ĆØ tra Trattato e Concordato?

ā€œIl Trattato ĆØ la parte inerente alle dimensioni dello Stato, ai suoi confini e alla costituzione dello stato della CittĆ  del Vaticano come lo conosciamo oggi ed ĆØ la parte che ĆØ attualmente in vigore. Il Concordato ĆØ la parte piĆ¹ attinente alla morale, alla religione e allā€™insegnamento della stessa nelle scuole che ĆØ stata completamente modificata nel 1984, con la soppressione della religione di stato. A tal proposito erano occorsi due fatti nuovi: lā€™Italia aveva una sua Costituzione e la Chiesa Cattolica aveva avuto il Concilio Vaticano II quindi, per entrambe, il Concordato del ā€™29 non andava piĆ¹ bene, perchĆ© quando si parla di Concilio si esemplifica il desiderio di aggiornamento di cui parlo Papa Giovanni XXIII. La definizione del nuovo concordato ĆØ quindi un aggiornamento di quello del 1929. Ad oggi il Concordato non ĆØ piĆ¹ in vigore ma il Trattato siā€.

Qual ĆØ il valore attuale dei Patti Lateranensi?

ā€œI Patti Lateranensi, in buona parte, sono ancora in vigore. Gli stessi sono due strumenti diplomatici, il concordato ā€“ che non cā€™ĆØ piĆ¹ in quanto ĆØ stato modificato dallā€™accordo di Villa Madama -, il Trattato che conferisce lā€™esistenza allo stato CittĆ  del Vaticano ĆØ ancora pienamente operante e vigente. In riguardo alla convenzione finanziaria, la quale ĆØ lā€™allegato quattro al Trattato, ĆØ stata abbondantemente spesa dal ā€™29 ad oggi; quindi, non spiega piĆ¹ i suoi effetti ma, il Trattato, che garantisce sovranitĆ  e indipendenza al Pontefice ĆØ pienamente operante, di conseguenza il 50% dei Patti Lateranensi ĆØ attualmente in vigoreā€.

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