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2 giugno, una festa di libertà

Le scelte fondamentali fatte allora hanno dato un'impronta che rispecchia valori che si sono affermati nella nostra società

La tradizionale festa della Repubblica intende celebrare la scelta istituzionale fatta dal popolo italiano il 2 giugno 1946 con il referendum e l’elezione della Assemblea costituente, con voto universale che vide per la prima volta partecipare anche le donne. Non si tratta tuttavia di una celebrazione puramente formale, destinata ad un esercizio della memoria per vicende consegnate all’archivio della storia. Le scelte fondamentali fatte allora, di libertà, di eguaglianza e dignità della persona, di solidarietà, di democrazia e pluralismo, di valorizzazione delle autonomie territoriali e sociali, hanno dato un’impronta che rispecchia valori che si sono affermati nella nostra società e ne caratterizza le istituzioni.

Raccogliendo le attese e le speranze di allora, la Costituzione ha offerto in molti aspetti una visione proiettata al futuro, ed ha affermato principi che devono ispirare scelte politiche fondamentali e orientare nel tempo l’azione delle istituzioni.

L’attualità della Costituzione è dunque contrassegnata non solamente dall’offrire una permanente garanzia per i diritti fondamentali della persona, e dallo stabilire  le attribuzioni e i limiti propri di ogni potere. Alcune disposizioni costituzionali riguardano, con una sorprendente attualità, questioni che si presentano oggi nella scena nazionale e internazionale, e indicano la linea che il nostro Paese è impegnato a seguire.

Un esempio evidente e angoscioso è offerto dalla guerra che di nuovo provoca distruzioni e morte in Europa. La Costituzione tiene conto che la guerra è vicenda drammaticamente presente nella storia e nei conflitti tra gli stati. Ma ha presente l’esperienza fatta e la tragedia della guerra mondiale, e afferma solennemente che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di soluzione delle controversie internazionali”, senza con ciò escludere la difesa con l’impiego della  forza bellica in caso di aggressione.

Il “ripudio” della guerra non è una rinuncia unilaterale del nostro Paese, come pure potrebbe apparire. È piuttosto l’affermazione di un principio che dovrebbe riguardare tutti gli stati e la comunità internazionale, impegnata, come pure la costituzione prevede, ad assicurare la pace e la giustizia tra le Nazioni, anche mediante l’azione di organizzazioni internazionali.

Difesa in caso di aggressione e azione per preservare o conseguire la pace e la giustizia sono i punti di riferimento fondamentali che la Costituzione indica, e che devono orientare l’azione del nostro Paese. La festa della Repubblica è dunque festa di libertà dei popoli e di pace. Pace da preservare, ricercare e recuperare in caso di violazione, assieme alla giustizia nel rapporto tra le Nazioni, che della pace è condizione e presupposto.

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