Lo Yemen è uno degli scenari dimenticati di quella che papa Francesco ha definito “la terza guerra mondiale a pezzi“. In Yemen le potenze dell’area mediorientale si combattono. Attraverso le milizie. Che insanguinano il martoriato paese della penisola araba. Cinque anni fa quattro suore rimasero vittime di un attentato terroristico ad Aden. Una delle principali città yemenite. Vatican news riporta una stima secondo la quale attualmente nello Yemen 4 cittadini su 5 hanno bisogno di assistenza umanitaria. Sono oltre quattro milioni quelli che, in questi anni di conflitto, hanno dovuto abbandonare le proprie case. Ed oltre la metà sono minori.
Yemen sull’orlo della catastrofe
Due terzi della popolazione dipende totalmente dagli aiuti internazionali. Una situazione che monsignor Paul Hinder considera “al limite della catastrofe”. Molteplici le cause: “C’è il problema della fame. C’è quello della salute. C’è il problema soprattutto della guerra e dell’insicurezza”. La diocesi cattolica di Stoccolma ha raccolto oltre 187mila euro (oltre 1,9 milioni di Sek). Durante la colletta quaresimale promossa dalla Caritas svedese. E “continuano ad arrivare donazioni”, riferisce l’agenzia dei vescovi italiani Sir.
Caritas svedese
I fondi raccolti andranno a sostegno del lavoro che la Caritas polacca sta portando avanti nello Yemen. Gravemente colpito dalla guerra e dalla carestia. “È assolutamente fantastico”, commenta George Joseph. Il segretario generale della Caritas svedese ringrazia tutti coloro che hanno contribuito. “I nostri donatori hanno dimostrato una generosità e un amore enormi. Nonostante siamo nel mezzo di una difficile pandemia”, evidenzia George Joseph.
Situazione drammatica
Ma la situazione in Yemen è drammatica. L’Onu l’ha definito la peggiore catastrofe umanitaria al mondo. Un bambino muore ogni dieci minuti. E un terzo della popolazione del Paese soffre di fame acuta. 24 milioni dei 30 milioni di persone dello Yemen necessitano di un’assistenza completa. Sono diverse le organizzazioni umanitarie internazionali attive. Raggiungere i più bisognosi è difficile. E la Caritas polacca è l’unica rete Caritas autorizzata ad entrare. Ed operare nel Paese. I fondi raccolti in Svezia contribuiranno per l’acquisto di medicinali. Attrezzature mediche. E stipendi per personale medico qualificato.