I familiari di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte in Pakistan con l'accusa di blasfemia, da nove anni in carcere a Multan e al centro di una battaglia legale di risonanza mondiale per salvarle la vita, sono giunti in Italia per partecipare sabato alle 18 all'evento organizzato da Aiuto alla Chiesa che soffre “#ColosseoRosso”, dedicato ai tanti martiri cristiani perseguitati in mezzo mondo. Sabato mattina saranno ricevuti da Papa Francesco insieme a un'altra testimonial dell'appuntamento, una ragazza rapita da Boko Haram in Nigeria.
La speranza
“Voglio pregare insieme al Santo Padre per la liberazione di mia madre e, se possibile, voglio dargli un bacio da parte sua e delle mie sorelle” ha detto incontrando la stampa Eisham Ashiq, la figlia più piccola di Asia Bibi. “Mi sento incompleta senza mia madre – ha detto la ragazza – Ci sono molte cose da donna e da giovane ragazza di cui mi posso confidare solo con lei. Anche se mio padre cerca di essere allo stesso tempo sia padre sia madre. Ma quello che è una mamma per una giovane ragazza può esserlo solo una mamma”. Il marito di Asia, Ashiq Masih, ha raccontato l’ultimo incontro con la donna, pochi giorni prima della partenza per l'Italia. Le visite in carcere sono concesse solo una volta al mese per un quarto d'ora. “L’ultima è stata il 17 febbraio – ha detto l'uomo – Mia moglie sa di questo evento e mi ha chiesto di ringraziare la comunità internazionale per la sensibilità e chiede a tutti quanti di pregare per lei”. Quanto al processo, è stato presentato “appello alla Corte suprema del Pakistan. Speriamo che presto possa esserci un’udienza, anche se c’è un continuo rimando. Se non c’è la volontà di risolvere il caso, i tempi giuridici diventeranno molto lunghi”. Si tratta del terzo e definitivo grado di giudizio dopo la condanna in tribunale confermata in appello. La speranza dei legali è che l'udienza possa essere fissata prima di Pasqua. Ashiq Masih ha lanciato un nuovo appello per la moglie: “Grazie alla comunità e ai media internazionali lei è ancora viva oggi. Se tengono accesi i riflettori su di lei sarà possibile che anche l’attesa giudiziaria diventi minore”.
Incontro con la Raggi
I familiari di Asia Bibi sono stati ricevuti anche dal sindaco di Roma Virginia Raggi che ha espresso solidarietà sottolineando l'importanza di mantenere i “riflettori accesi” su tragiche vicende come queste. Per Raggi “è indispensabile l'impegno di tutti per squarciare il muro del silenzio e restare al fianco di queste donne coraggio”.
Rapita da Boko Haram: “Ho perdonato”
Papa Francesco riceverà anche Rebecca Bitrus, cristiana nigeriana per due anni prigioniera di Boko Haram. “Sono molto contenta di questa opportunità – ha raccontato ai giornalisti che le chiedevano se avrebbe incontrato il pontefice – Gli racconterò la mia storia, le nostre difficoltà ma anche gli sforzi che sta facendo la Chiesa sulla via del dialogo e della pacificazione”. Alla domanda se sia possibile perdonare chi l'ha privata della libertà per due anni e le ha inflitto violenze di ogni genere, solo a causa della fede, Rebecca ha risposto: “ho perdonato, completamente, dal profondo del cuore”.