Impegno sociale per lo spopolamento delle zone collinari e montuose. La diocesi di Faenza-Modigliana affronta un problema demografico e ambientale. Ma anche un problema culturale e strutturale dell’economia locale e della formazione. Sulla scia delle Settimane Sociali di Taranto è stato costruito il primo incontro. Che si terrà a Modigliana mercoledì 4 maggio. E che vedrà le conclusioni affidate al vescovo Mario Toso. Con l’idea di far dialogare diverse realtà (Agesci. Progetto Oltreterra. Amministrazioni comunali. Gal l’altra Romagna). Così da metterle in relazione con la gente che abita e aspira a un futuro di vita attorno a sé. Di vita che nasce. Di generazioni che possono venire. Una visione sociale a tutto campo.
Visione sociale
Spiegano i promotori dell’iniziativa: “Ci stiamo interessando di altre due zone. La campagna e i paesi ad est di Faenza. La campagna e i paesi a nord-ovest di Faenza. Nella prima abbiamo rilevato l’importanza di affrontare le domande sulla gestione delle materie prime. Anche quando ai nostri occhi appaiono ormai un semplice rifiuto. E sta iniziando il sistema di raccolta porta a porta. Ci aiutano alcuni imprenditori che hanno strutturato la loro azienda secondo il paradigma dell’economia circolare. Altro tema riguarda le comunità energetiche rinnovabili (Cer). Il dramma umanitario della guerra porta alla luce tra le conseguenze anche la questione delle risorse energetiche.
Valenza sociale
E proseguono: “Siamo così incamminati insieme agli adulti e ai giovani coinvolti nel percorso sinodale. Nella comprensione della valenza fortemente sociale della nostra fede in Cristo. Egli è colui che ci chiama all’esodo da noi stessi, verso la terra promessa che è l’altro. Gesù è colui che lavora al nostro fianco per rendere i nostri paesi e le nostre parrocchie luoghi in cui si può godere del dono della vita. Nel rispetto e valorizzazione del creato. Trasfigurati secondo il disegno di Dio“.