Il Papa ha ricevuto in udienza i membri della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) e dell’Unione Stampa periodica italiana (Uspi) parlando loro dell’importanza della comunicazione, dell’urgenza di formare uomini in grado di avere relazioni sane, sulla pace e ha portato come esempio il beato Carlo Acutis.
Promuovere “dignità delle persone, verità, e corresponsabilità educativa”
“Ben rappresentate quella geografia umana che anima il territorio italiano”. Con queste parole il Papa ha ricevuto oggi in udienza i membri della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), dell’Unione Stampa periodica italiana (Uspi), delle Associazioni Corallo e Aiart – Cittadini mediali, ai quali Francesco ha espresso il suo “apprezzamento per il vostro lavoro quotidiano nel mondo della comunicazione”.
“Vi occupate di stampa, televisione, radio e nuove tecnologie, con un impegno a educare ai media i lettori e gli utenti”, ha detto Francesco: “Il vostro radicamento capillare testimonia il desiderio di raggiungere le persone con attenzione e vicinanza, con umanità. Anzi, direi che ben rappresentate quella geografia umana che anima il territorio italiano”. “La comunicazione, d’altronde, è questo: mettere in comune, tessere trame di comunione, creare ponti senza alzare muri”, ha ribadito il Papa: “Negli ultimi anni diverse innovazioni hanno interessato il vostro settore e per questo è necessario rinnovare sempre l’impegno per la promozione della dignità delle persone, per la giustizia e la verità, per la legalità e la corresponsabilità educativa”. Di qui l’invito a “non perdere di vista, nel contesto delle grandi autostrade comunicative di oggi, sempre più veloci e intasate, tre sentieri, che è bene non perdere di vista e che vanno sempre percorsi”: formazione, tutela e testimonianza.
“Nel web non cedere alla tentazione di seminare rabbia e odio”
Quello della formazione “non è un semplice compito, ma una questione vitale”, perché “in gioco c’è il futuro della società”. Ne è convinto il Papa, che ricevendo in udienza le delegazioni della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), dell’Unione Stampa periodica italiana (Uspi), dell’Associazione Corallo e dell’Associazione Aiart – Cittadini mediali ha spiegato che “la formazione è la strada per connettere le generazioni, per favorire il dialogo tra giovani e anziani, quell’alleanza intergenerazionale che, oggi più che mai, è fondamentale”.
Francesco ha poi fornito precise istruzioni su “come educare, in particolare le giovani generazioni immerse in un contesto sempre più digitale”: “La prudenza e la semplicità sono due ingredienti educativi basilari per orientarsi nella complessità di oggi, specialmente del web, dov’è necessario non essere ingenui e, allo stesso tempo, non cedere alla tentazione di seminare rabbia e odio”, la prima raccomandazione. “La prudenza, vissuta con semplicità d’animo, è quella virtù che aiuta a vedere lontano, che porta ad agire con ‘previsione’, con lungimiranza”, ha spiegato il Papa: “E non ci sono corsi per avere prudenza, non si studia per avere prudenza. La prudenza si esercita, si vive, è un atteggiamento che nasce insieme dal cuore e dalla mente, e poi si sviluppa. La prudenza, vissuta con semplicità d’animo, sempre ci aiuta ad avere lungimiranza”.
“Violenza contro le donne: urgente formare uomini capaci di relazioni sane”
“Vediamo dalle tristissime cronache di questi giorni, dalle terribili notizie di violenza contro le donne, quanto sia urgente educare al rispetto e alla cura: formare uomini capaci di relazioni sane”. Lo ha detto il Papa, che durante l’udienza concessa alle delegazioni della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), dell’Unione Stampa periodica italiana (Uspi), dell’Associazione Corallo e dell’Associazione Aiart – Cittadini mediali, pur senza citarla direttamente, è sembrato riferirsi alla tragica uccisione di Giulia Cecchettin. “Comunicare è formare l’uomo. Comunicare è formare la società”, il monito di Francesco ai presenti: “Non abbandonate il sentiero della formazione: sarà esso a portarvi lontano!”.
“I settimanali cattolici portano questo sguardo sapiente nelle case della gente”, l’omaggio del Papa: “Non danno solo la notizia del momento, che si brucia facilmente, ma veicolano una visione umana e una visione cristiana volta a formare le menti e i cuori, perché non si lascino deformare dalle parole urlate o da cronache che, passando con curiosità morbosa dal nero al rosa, trascurano la limpidità del bianco”. “Vi incoraggio a promuovere una ecologia della comunicazione nei territori, nelle scuole, nelle famiglie, tra di voi”, l’invito: “Voi avete la vocazione di ricordare, con uno stile semplice e comprensibile, che, al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare come se fossero i propri parenti”.
L’esempio di Carlo Acutis
“La fedeltà al Vangelo postula la capacità di rischiare nel bene. E di andare controcorrente: di parlare di fraternità in un mondo individualista; di pace in un mondo in guerra; di attenzione ai poveri in un mondo insofferente e indifferente”. È la ricetta del Papa per il mondo della comunicazione. “Ma questo si può fare credibilmente solo se prima si testimonia ciò di cui si parla”, il monito di Francesco.
La testimonianza additata ai presenti è quella del beato Carlo Acutis, che “sapeva molto bene che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo e dalle novità che possiamo comprare, ossessionati dal tempo libero, chiusi nella negatività. Lui però ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”.
Fonte: AgenSIR