Ancora violenze contro i cristiani: circa 4 mila cattolici della cittadina di Ky Anh, Vietnam, sono stati infatti bloccati e picchiati dalla polizia mentre manifestavano contro il governo per la moria di pesci che ha letteralmente messo in ginocchio i pescatori della provincia.
Da aprile, a causa dell’inquinamento causato dall’ azienda dell’acciaio taiwanese Formosa Plastic Group, almeno 70 tonnellate di pesce sono andate perdute. L’azienda, infatti, scaricava in mare i propri rifiuti tossici, danneggiando irrimediabilmente un delicato ecosistema che dava da vivere e lavorare agli abitanti del territorio.
Oltretutto, in ben quattro mesi le autorità vietnamite non hanno ancora rimborsato i lavoratori danneggiati, né aiutato le famiglie in difficoltà. Alcuni, come forma di risarcimento, hanno ricevuto solo 15 kg di riso al mese, ma di una qualità talmente scarsa da non poter essere mangiata.
Per questo motivo, molti cittadini si sono mobilitati e hanno deciso di protestare, ma il governo ha mobilitato circa 200 agenti per costruire barricate e fermare la marcia delle persone: “alcuni manifestanti hanno provato a scalare le barricate – ha raccontato una delle manifestanti – ma non ce l’hanno fatta. La polizia ha usato i manganelli per picchiare la gente e una donna è rimasta ferita”.
Le violenze sono state viste da numerosi testimoni che si trovavano nel corteo. Nguyen Thanh Lang, amministratore della parrocchia di Quy Hoa, ha precisato che “una persona anziana ha un braccio rotto a causa delle violenze della polizia. Altri sono ricoverati in ospedale”. Tuttavia, un funzionario di Ky Anh ha negato che la polizia abbia picchiato i manifestanti, affermando che le persone si sono infortunate a causa della calca che si era creata.