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Vicario di Aleppo: “Coi missili hanno gettato la maschera”

Con questi missili hanno gettato la maschera. Prima era una guerra per procura. Ora a combattere sono gli attori principali. Sono sette anni, è iniziato l’ottavo, che si combatte sul suolo siriano e ora che gli attori minori sono stati sconfitti, in campo sono scesi i veri protagonisti del conflitto”. Così su Sir il vicario apostolico di Aleppo dei Latini, mons. Georges Abou Khazen, in merito ai raid aerei di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia sferrati nella notte contro tre obiettivi a Damasco e Homs.

“Aspettiamo gli esperti per indagare sul presunto attacco chimico a Douma ma dopo questi raid sarà tutto più difficile. Ogni appello alla pace cade nel vuoto, solo Papa Francesco continua a sperare nella pace e noi con lui” afferma il vicario. “Serve una soluzione condivisa da raggiungere senza menzogne. Non abbiamo altre armi che la preghiera” conclude il francescano.

Padre Bahjat Elia Karakach

“Siamo stati svegliati alle 4 di notte dal sibilo dei missili e abbiamo capito che gli attacchi erano in corso. Si sono udite delle esplosioni nei dintorni di Damasco. Qui al centro per ora tutto è tranquillo ma la gente è preoccupata per il futuro. La popolazione vuole vivere in pace e non sotto l’incubo delle bombe”. Così padre Bahjat Elia Karakach, francescano della Custodia di Terra Santa, superiore del convento dedicato alla conversione di san Paolo, la parrocchia principale di rito latino della Capitale, a Damasco ha raccontato sempre al Sir l’attacco congiunto.

“Sapevamo che esisteva l’intenzione di bombardare da parte degli Usa dopo il presunto attacco chimico alla Ghouta orientale ma la speranza era riposta in un’indagine oggettiva sull’uso di armi chimiche e che per questo non ci sarebbero stati lanci di missili”, dichiara il frate che spera “non si ripeta quanto già avvenuto in Iraq che fu invaso nel 2003 perché il regime di Saddam Hussein era stato accusato di possedere armi di distruzione di massa. Armi che non furono mai trovate. La volontà è distruggere la Siria. Il progetto va avanti con queste bombe. Non ci resta che pregare per la pace ora più che mai”.

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