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Via Crucis, il Papa contro i cuori blindati per calcoli politici

E'nello scenario del Colosseo, illuminato nella notte capitolina per quanti soffrono con le loro croci quotidiane, che Papa Francesco ha presieduto la Via Crucis del Venerdì Santo, affacciato dal colle Palatino sulle migliaia di fiammelle sorrette dai fedeli accorsi per ascoltare, nel silenzio della contemplazione, le 14 meditazioni affidate dal Santo Padre alla missionaria della Consolata suor Eugenia Bonetti, per anni in Kenya e presidente dell’Associazione “Slaves no more”, impegnata nella tutela degli schiavi e delle schiave del nostro Millennio, vittime del mercimonio della tratta di esseri umani. Uno sguardo, quello dei fedeli, che resta chino per meditare sulle sofferenze di Cristo ma che, al tempo stesso, si leva oltre la salita del Golgota, pronto ad accogliere la speranza della Resurrezione per sé e per quanti, nella nostra epoca, continuano la loro tribolazione nell'indifferenza del mondo.

Le sofferenze del nostro tempo

Ed è per loro che si è levata la preghiera del Pontefice, per coloro che salgono quotidianamente il ripido pendio del Calvario, per quanti faticano sulle pietre e sotto il peso della croce, attraversando il mare, vedendosi costretti a vendere il proprio corpo, sperimentando quella tribolazione del cuore nell'annunciare la fede, “sentendosi derisi, umiliati”. Alcune di queste hanno abbracciato e sollevato la croce anche fra le luci del Colosseo, mostrando come la sofferenza e lo sfruttamento della loro carne non può bastare a spegnere il fuoco della fede, pur in una società che “ha dimenticato il valore del perdono”, che “tollera la disuguaglianza”  e la vendita di esseri umani “come merce senza valore”, da parte di chi si nutre delle sofferenze altrui. Croci del nostro tempo che ci chiamano in causa come governi, legislatori ma più di tutto, semplicemente, come uomini. Così come da esseri umani, dobbiamo guardare alla croce della casa comune, quella che appassisce sotto gli occhi di un mondo “accecato dall'avidità” e dall'egoismo, senza badare a cosa realmente stia perdendo.

 

La preghiera del Santo Padre

Di seguito la preghiera recitata da Papa Francesco al termine della Via Crucis:

Signore Gesù, aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del mondo:

la croce delle persone affamate di pane e di amore;

la croce delle persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti;

la croce delle persone assetate di giustizia e di pace;

la croce delle persone che non hanno il conforto della fede;

la croce degli anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine;

la croce dei migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici;

la croce dei piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza;

la croce dell’umanità che vaga nel buio dell’incertezza e nell’oscurità della cultura del momentaneo;

la croce delle famiglie spezzate dal tradimento, dalle seduzioni del maligno o dall’omicida leggerezza e dall’egoismo;

la croce dei consacrati che cercano instancabilmente di portare la Tua luce nel mondo e si sentono rifiutati, derisi e umiliati;

la croce dei consacrati che, strada facendo, hanno dimenticato il loro primo amore;

la croce dei tuoi figli che, credendo in Te e cercando di vivere secondo la Tua parola, si trovano emarginati e scartati perfino dai loro famigliari e dai loro coetanei;

la croce delle nostre debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti, dei nostri peccati e delle nostre numerose promesse infrante;

la croce della Tua Chiesa che, fedele al Tuo Vangelo, fatica a portare il Tuo amore perfino tra gli stessi battezzati;

la croce della Chiesa, la Tua sposa, che si sente assalita continuamente dall’interno e dall’esterno;

la croce della nostra casa comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall’avidità e dal potere.

Signore Gesù, ravviva in noi la speranza della risurrezione e della Tua definitiva vittoria contro ogni male e ogni morte. Amen!

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