Un vescovo rimasto sempre parroco. Nella semplicità dei modi e nella capacità di sintonizzarsi pastoralmente e umanamente con la sensibilità del suo popolo. La diocesi di Perugia e l’intera Chiesa italiana sono in lutto per la scomparsa di monsignor Giuseppe Chiaretti. Ex ordinario del capoluogo umbro e vicepresidente della Cei. Era stato a lungo ricoverato all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Negli ultimi giorni si era registrato un netto peggioramento fisico nella Rsa in cui era assistito.
La visita di Bassetti
Alla metà di novembre il vescovo Chiaretti era stato dimesso dal reparto di Geriatria dove era in cura per una insufficienza respiratoria. Una patologia grave ma non legata al Covid. Le condizioni generali sembravano leggermente migliorare. Tanto da permettere l’uscita dal nosocomio dove aveva ricevuto la visita del cardinale Gualtiero Bassetti. Monsignor Chiaretti è stato un infaticabile pastore nel guidare il suo gregge in un lungo cammino. Caratterizzato dalla “nuova evangelizzazione” per la quale tanto si è prodigato. Fondata sulla carità e sulla missione. Oltreché sull’annuncio della Parola. Grande studioso e uomo di elevato spessore culturale. Ha saputo trasmettere la fede anche attraverso la promozione e la valorizzazione dell’arte. Della storia. E della cultura in generale. Prima di essere promosso nel capoluogo umbro è stato il primo vescovo della nuova diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, eretta da Giovanni Paolo II nel 1986.
Il “Padre Nostro”
A Perugia il suo è stato l’episcopato più lungo degli arcivescovi di Perugia del periodo post-secondo conflitto mondiale ad oggi (è durato quasi 14 anni). Ma anche quello in cui si sono svolti alcuni dei più significativi eventi di carattere religioso, culturale e sociale. Monsignor Chiaretti ha promosso anche il primo Convegno ecumenico nazionale su “Il Padre Nostro”. Che nel 1999 ha visto la partecipazione dei rappresentanti degli uffici per l’Ecumenismo delle diocesi italiane. E delle confessioni ortodosse e protestanti presenti in Italia. In Vaticano è stato membro del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. E del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.