In Perù la Chiesa tutela la democrazia nel bicentenario dell’indipendenza

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I vescovi del Perù difendono “il diritto di tutti i cittadini di esprimere le proprie opinioni sulla situazione nazionale“. Ma allo stesso tempo sottolineano che “tale diritto deve essere esercitato senza ricorrere alla violenza. Né fisica. Né verbale“. E, aggiunge l’episcopato peruviano, “il futuro del Perù dipende da tutti noi”. Pertanto “agiamo con serenità. Discernimento. Vigilanza. Per tutelare la vita democratica”.

2 secoli di Perù indipendente

Il bicentenario dell’indipendenza nazionale si celebrerà il 28 luglio. In vista dell’anniversario, i vescovi del Perù hanno scritto una nota. Pubblicata dall’agenzia vaticana missionaria Fides.  A salvaguardia di “un Perù democratico”. E di “una democrazia difesa con tanto impegno negli ultimi decenni”. Dopo le elezioni in Perù, Pedro Castillo agisce già come presidente eletto. In attesa della sua proclamazione ufficiale. Ritardata dall’insistenza della sua avversaria, Keiko Fujimori, a non riconoscere i risultati. E a denunciare presunte frodi. Senza avere prove. E nonostante la frode sia stata esclusa. Dalla comunità internazionale. Da esperti. Osservatori elettorali. E tribunali. 

Appello

Di qui l’appello dei vescovi  a “rafforzare la democrazia“. Chiedendo la creazione di “ponti per la pace e l’armonia nel Paese”. La Chiesa “crede nella democrazia. Perché è il sistema che “meglio tutela e promuove i diritti. E la partecipazione dei cittadini”. Per questo “la Chiesa difende il sistema democratico. Incoraggia gli sforzi compiuti per perfezionarlo. E sostiene i risultati indicati dagli organi elettorali“.

Gianluca Franco: