A cinque mesi dalla sentenza che lo aveva condannato a scontare un anno e mezzo di reclusione, monsignor Lucio Vallejo Balda ha ottenuto la libertà condizionale. Come è stato precisato dalla Santa Sede, la decisione presa da Papa Francesco a ridosso delle feste di Natale, non estingue la pena, ma è da considerare come “un atto di clemenza” del Pontefice.
La notizia è stata diffusa dalla serata di ieri e, fin da quel momento, il prelato spagnolo ha potuto lasciare il carcere. Ma da Oltretevere hanno anche sottolineato che “viene a cessare ogni legame di dipendenza lavorativa con la Santa Sede“. Monsignor Balda ritorna quindi sotto la giurisdizione del vescovo di Astorga, in Spagna, sua diocesi di appartenenza.
Monsignor Vallejo è stato coinvolto nel secondo scandalo Vatileaks e l’inchiesta lo ha travolto il 2 novembre 2015, quando a suo carico è stato emesso un ordine di arresto da parte delle autorità pontificie. Insieme a lui sono coinvolti Francesca Immacolata Chaoqui, assunta nella Commissione di studio sulle attività economiche e amministrative proprio dietro segnalazione del prelato spagnolo, e il collaboratore di mons. Balda, Nicola Maio, poi risultato completamente estraneo alla vicenda. I tre erano accusati di aver organizzato la fuga di notizie che, secondo i magistrati vaticani, era stata usata nei due libri utilizzati dai giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, imputati anche loro. Alla fine del processo, di grande impatto mediatico e iniziato 22 giorni dopo gli arresti, monsignor Balda è stato condannato a 18 mesi di reclusione, mentre la Chaoqui – che nel frattempo era diventata mamma – è stata condannata a 10 mesi per concorso in divulgazione, ma con pena sospesa per 5 anni. I due giornalisti sono stati prosciolti.