Il Papa alla Banca Mondale: “Sui vaccini non prevalga la logica di mercato”

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“Abbiamo particolarmente bisogno di una solidarietà vaccinale giustamente finanziata, perché non possiamo permettere che la legge del mercato abbia la precedenza sulla legge dell’amore e della salute di tutti”. Lo afferma papa Francesco in un messaggio al gruppo Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale, pubblicato sul sito della Banca Mondiale.

“Ribadisco qui il mio invito ai leader governativi, alle imprese e alle organizzazioni internazionali a collaborare per fornire vaccini a tutti, soprattutto ai più vulnerabili e bisognosi [Messaggio Urbi et Orbi, Natale 2020, ndr]”.

Papa: “Finanziare la solidarietà per i vaccini”

“Nell’ultimo anno, a seguito della pandemia di Covid-19, il nostro mondo è stato costretto ad affrontare una serie di crisi socio-economiche, ecologiche e politiche gravi e correlate”, spiega il Papa nella lettera affidata al cardinale Peter Turkson per rivolgersi ai partecipanti agli Incontri di Primavera 2021 del Gruppo della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.

“Mi auguro che le vostre discussioni contribuiscano a un modello di ‘ripresa’ capace di generare soluzioni nuove, più inclusive e sostenibili per sostenere l’economia reale, aiutando gli individui e le comunità a realizzare le loro aspirazioni più profonde e il bene comune universale”, dichiara il Pontefice, secondo cui “la nozione di ripresa non può accontentarsi di un ritorno a un modello di vita economica e sociale ineguale e insostenibile, dove una minuscola minoranza della popolazione mondiale possiede metà della sua ricchezza”.

Persone escluse dal mondo finanziario

“Nonostante tutte le nostre convinzioni profondamente radicate che tutti gli uomini e le donne sono creati uguali – prosegue -, molti dei nostri fratelli e sorelle nella famiglia umana, specialmente quelli ai margini della società, sono effettivamente esclusi dal mondo finanziario”.

La pandemia, però, “ci ha ricordato ancora una volta che nessuno si salva da solo. Se vogliamo uscire da questa situazione come un mondo migliore, più umano e solidale, è necessario ideare nuove e creative forme di partecipazione sociale, politica ed economica, sensibili alla voce dei poveri e impegnate a includerli nella costruzione del nostro futuro comune”.

E “mentre molti paesi stanno ora consolidando piani di ripresa individuali, rimane un urgente bisogno di un piano globale che possa creare nuove o rigenerare istituzioni esistenti, in particolare quelle di governance globale, e aiutare a costruire una nuova rete di relazioni internazionali per promuovere lo sviluppo umano integrale di tutti i popoli”.

Il peso del debito economico

Ciò significa necessariamente, osserva Francesco, “dare alle nazioni più povere e meno sviluppate una partecipazione effettiva nel processo decisionale e facilitare l’accesso al mercato internazionale”.

Inoltre, “uno spirito di solidarietà globale richiede anche una riduzione quantomeno significativa del peso del debito delle nazioni più povere, aggravato dalla pandemia. Alleviare il peso del debito di così tanti paesi e comunità oggi, è un gesto profondamente umano che può aiutare le persone a svilupparsi, ad avere accesso ai vaccini, alla salute, all’istruzione e al lavoro”.

Il “debito ecologico”

Dopo aver invitato a tener conto anche di “un altro tipo di debito: il ‘debito ecologico‘ che esiste soprattutto tra il nord e il sud del mondo“, il Papa sostiene che “è tempo di riconoscere che i mercati, in particolare quelli finanziari, non si governano da soli”, ma “devono essere sostenuti da leggi e regolamenti che assicurino di funzionare per il bene comune, garantendo che la finanza – piuttosto che essere semplicemente speculativa o autofinanziata – lavori per gli obiettivi sociali così necessari durante l’attuale emergenza sanitaria globale”.

“È mia speranza che in questi giorni le vostre deliberazioni formali e i vostri incontri personali portino molti frutti per il discernimento di soluzioni sagge per un futuro più inclusivo e sostenibile – conclude il Pontefice -. Un futuro in cui la finanza è al servizio del bene comune, dove si mettono al centro i deboli e gli emarginati e dove la terra, la nostra casa comune, è ben curata”.

Milena Castigli: