La città vecchia di Gerusalemme e le sue mura storiche sono nell’elenco dei siti “in pericolo” del patrimonio mondiale dell’umanità.
Lo si legge in una risoluzione sullo status della Città Vecchia di Gerusalemme votata mercoledì 5 luglio dai partecipanti alla 41esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, riunitosi dal 2 al 12 luglio scorso a Cracovia, in Polonia.
La risoluzione
Vanno considerati nulli e da revocare – si legge inoltre nella risoluzione – tutti i “fatti compiuti” e le misure legislative o amministrative messi in atto da Israele che hanno alterato o preteso di alterare il carattere e lo status della Città Santa.
La risoluzione sulla Città Santa – si legge su Fides – definisce Israele “potenza occupante” e invita lo Stato ebraico a sospendere “scavi, costruzione di tunnel, opere, progetti e altre pratiche” messe in atto a Gerusalemme Est e soprattutto nella Città Vecchia.
Il plauso del regno Hascemita
La presa di posizione dell’organismo che fa capo all’Unesco è stata accolta con soddisfazione dal governo palestinese e dalla Giordania, dove i media presentano la risoluzione come un risultato positivo ottenuto grazie al lavoro della diplomazia del Regno Hascemita, che rivendica il ruolo di custode dei Luoghi Santi cristiani e musulmani della Città Santa.
Linguaggio “disgustoso”
Opposta la reazione di Israele. L’ambasciatore israeliano presso l’Onu Danny Danon ha invece definito “disgustoso” il linguaggio utilizzato dalla risoluzione, aggiungendo che “nessun falso comitato per il patrimonio universale può rompere il vincolo tra il nostro popolo e Gerusalemme”. Fonte: Fides.