Aggrappato al fianco del monte Bayhidhra, il Santuario caldeo di Nostra Signora di Alqosh si affaccia sulla millenaria piana di Ninive, un tempo cuore della civiltà mesopotamica. Domenica sera circa mille cristiani iracheni si sono recati là in pellegrinaggio, come tradizione, per celebrare la solennità della Santa Croce. Un avvenimento in apparenza comune, ma che simbolizza la fede e il coraggio dei credenti di Alqosh.
La città si trova infatti a soli 50 chilometri da Mosul, roccaforte e cuore del Califfato Islamico ed è l’unico avamposto cristiano nella regione a non essere mai caduto nelle mani dei Jihadisti. Per tutta la notte Alqosh è stata illuminata da fuochi d’artificio, croci sui tetti e sulle facciate delle case e, nel santuario, è rimasta accesa un’enorme croce scintillante ben visibile da tutta la pianura.
“Con questa processione, e con i suoi segni esteriori ben visibili che la hanno accompagnata, i cristiani di al Qosh hanno mandato anche un segnale commovente, che ci interpella tutti. – Ha spiegato il sacerdote iracheno siro cattolico Nizar Seeman all’agenzia Fides – Hanno voluto dire: siamo ancora qui, anche se nessuno ci protegge, perché abbiamo fiducia che a proteggerci ci pensa il Signore Gesù, con Maria sua Madre”.
Ad Alqosh hanno trovato rifugio migliaia di profughi cristiani, fuggiti dalle persecuzioni dell’Isis in tutta la regione, accolti dai cittadini che rimangono saldi nella loro fede: “Possono toglierci tutto, ma non possono togliere Dio dai nostri cuori, non possono.” Per ora non ci sono state ripercussioni da parte dei Jihadisti dello stato islamico, anche se la loro attività in Iraq si fa sempre più violenta.