Si ĆØ conclusoĀ ieri in Vaticano l'internazionale “Summit of African Women Judges & Prosecutors on Human Trafficking and Organized Crime”. La due giorni, andata in scena nella spettacolare cornice della Casina Pio IV, sede della Pontificia AccademiaĀ delleĀ Scienze, ĆØ stata dedicata ad affrontare le cause del dramma del traffico umano di donne africane. Un'occasione, anche, per interrogarsi e riflettere sulle possibili soluzioni per estirpare questa piaga.Ā
La presentazioneĀ di monsignor Sorondo
Il cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, monsignor Marcelo SĆ”nchez Sorondo ha presentato l'incontro, ricordando nel saluto inaugurale: “Papa Francesco e Papa Benedetto XVI hanno giustamente definito il traffico di esseri umani come un serioĀ crimine contro l'umanitĆ , perchĆ© le sue vittime subiscono la peggiore forma di esclusione, indicata come 'la globalizzazione dell'indifferenza'. Comprendere pienamente tale rifiuto, disperazione e infine l'esclusione da ogni minimo di dignitĆ umana, ĆØ necessario per capire che la forma di violenza contro l'umanitĆ non consiste solo in abusi fisici (torture, abusi sessuali ripetuti, espianto forzato di organi, lavori forzati, compreso il lavoro minorile) ma coinvolge anche la violenza all'anima del sopravvissuto. Quest'ultimo crea ferite che sono piĆ¹ profonde e piĆ¹ complesse di quelle giĆ causate dalla violenza fisica”. Il discorso di monsignor Sorondo si ĆØ concentrato poi a sottolineare come “La persona umiliata si sente guardata in basso o, peggio, completamente non apprezzata. PrivataĀ di quell'approvazione esistenziale essenziale che riduce all'inesistenza laĀ personalitĆ di una vittima. L'umiliazione derivante daĀ lavoro forzato, prostituzione, espianto di organi involontario, oltre alla violazione del corpo, da questo punto di vista, consiste nella percezione della vittima diĀ non essere, di non essere considerato come un fine, ma come un semplice mezzo o proprietĆ di un altro; la persona diventa una cosa, un oggetto”.
Gli obiettivi
Il summit si ĆØ prefissato di aprire un dibattito su quelli che sono i problemi del continente africano per avere una maggiore consapevolezza internazionale della situazione che possa servire poi per l'adozione di strategie risolutive efficaci. A tale scopoĀ sono state chiamate a partecipare e portare il loro contributo alcune tra le donne africane piĆ¹ autorevoli impegnate in magistratura: in questo modo si ĆØ potuto ascoltare la voce di figure che conoscono bene le realtĆ maggiormente interessate al triste fenomeno del traffico di esseri umani:Ā dalla Tunisia al Niger, dalla Botswana alla Nigeria, dallo Zambia alla Sierra Leone.