Categories: Chiesa Cattolica

Un pellegrinaggio di speranza per la Slovacchia

“La gioventù in Slovacchia ha vissuto cambiamenti significativi negli ultimi anni. La fede tradizionale sta scomparendo rapidamente, e questo spinge in due direzioni, per quanto riguarda lo sviluppo della situazione. Da un lato c’è una tendenza alla scristianizzazione, a una vita senza Dio e senza valori. Ma c’è anche un’altra direzione: un rinnovamento della fede. Tutto sommato, la pratica tradizionale della fede basata sull’abitudine è stata gradualmente sostituita da un rapporto molto personale con Dio”. A riferirlo è padre Ondrej Chrvala, segretario del Consiglio per la gioventù e l’università della Conferenza episcopale slovacca che, in vista del pellegrinaggio di novembre della croce e della copia dell’icona della Madre di Dio conservata nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, spiega come “questo rapporto intimo dei ragazzi e delle ragazze con il Creatore potrà usufruire di una fonte originale di ispirazione e di incoraggiamento”.

La croce e l’icona, dall’Ungheria, varcheranno i confini della Slovacchia il 15 novembre. La prima città ad accogliere i simboli della Gmg sarà Kosice. Poi ne seguiranno altre 18, di importanza e grandezza differenti.
“Papa Giovanni Paolo II – afferma mons. Tomas Galis, vescovo di Zilina e presidente del Consiglio per la gioventù e l’università – voleva che la croce diventasse un segno dell’amore di Dio per i giovani in tutti gli angoli del mondo. Vogliamo realizzare l’idea di questo messaggio e annunciare Cristo”.
“Nessuno può toccare la croce senza esserne toccato – ha aggiunto poi padre Chrvala – e questa è la nostra aspettativa in merito alla promozione della vita spirituale nel nostro Paese. Il pellegrinaggio della croce – spiega ad un’agenzia stampa – rappresenta un’opportunità unica per i fedeli slovacchi di unirsi alla Chiesa e ai giovani di tutto il mondo. La croce è stata toccata dai giovani di tutti i continenti, che hanno affidato le loro gioie, preoccupazioni e speranze al suo potere, esprimendo la speranza che attraverso il ‘prisma della croce’ anche i ragazzi e le ragazze in Slovacchia possano trovare il cuore aperto di colui che ci comprende e ci perdona”.

Gisella Febbo

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