Distrazione, ariditĆ , accidia. Si possono incontrare tante difficoltĆ nella preghiera. Bisogna āindividuarle e superarleā. Ć la strada che indica Papa Francesco nella catechesi allāudienza generale – ripresa dalla scorsa settimana nel Cortile di San Damaso in Vaticano e alla presenza dei fedeli – esortando i fedeli a non scoraggiarsi di fronte allāalternarsi di tempi di consolazione e di ariditĆ , ma a perseverare nella preghiera come ha fatto Giobbe che ha anche protestato sentendosi trattato ingiustamente.
“Anche protestare davanti a Dio ĆØ un modo di pregare”
āTante volte, anche protestare davanti a Dio ĆØ un modo di pregareā, nota il Papa, anche āarrabbiarsiā, “perchĆ© tante volte il figlio si arrabbia con il papĆ ā e questo ĆØ un modo di rapporto con lui.
Nella catechesi, il Papa ricorda che tutti i santi sono passati per questa āvalle oscuraā. Non bisogna dunque scandalizzarsi se āleggendo i loro diari, ascoltiamo il resoconto di serate di preghiera svogliata, vissuta senza gustoā. Bisogna invece imparare a dire: āAnche se Tu, Dio mio, sembri far di tutto perchĆ© io smetta di credere in Te, io invece continuo a pregarti. I credenti non spengono mai la preghiera!ā.
“Il vero progresso della vita spirituale – dice il Papa – non consiste nel moltiplicare le estasi, ma nellāessere capaci di perseverare in tempi difficili: cammina, cammina, cammina ā¦ E se sei stanco, fermati un poā e torna a camminare. Ma con perseveranza. Ricordiamo la parabola di San Francesco sulla perfetta letizia: non ĆØ nelle fortune infinite piovute dal Cielo che si misura la bravura di un frate, ma nel camminare con costanza, anche quando non si ĆØ riconosciuti, anche quando si ĆØ maltrattati, anche quando tutto ha perso il gusto degli inizi”.
Rapportarsi con Dio come con un Padre
Il Papa esorta anche a non dimenticare la preghiera del āperchĆ©?ā, che ĆØ quella che fanno i bambini quando incominciano a non capire le cose e gli psicologi la chiamano ālāetĆ dei perchĆ©ā.
“Ma stiamo attenti – sottolinea Bergoglio – lui non ascolta la risposta del papĆ . Il papĆ incomincia a rispondere e lui arriva con un altro perchĆ©. Soltanto vuole attirare su di sĆ© lo sguardo del papĆ ; e quando noi ci arrabbiamo un poā con Dio e incominciamo a dire dei perchĆ©, stiamo attirando il cuore di nostro Padre verso la nostra miseria, verso la nostra difficoltĆ , verso la nostra vita. Ma sƬ, abbiate il coraggio di dire a Dio: āMa perchĆ© ā¦?ā. PerchĆ© a volte, arrabbiarsi un poā fa bene, perchĆ© ci fa svegliare questo rapporto da figlio a Padre, da figlia a Padre, che noi dobbiamo avere con Dio”.
Non chiudere il cuore nel “grigio”
A volte, poi, si puĆ² sperimentare il tempo dellāariditĆ che āpuĆ² dipendere da noi stessi, ma anche da Dio, che permette certe situazioni della vita esteriore o interiore”, o anche da dolori come un mal di testa che impedisce di entrare nella preghiera. Per far comprendere āil pensiero-madre dellāariditĆ ā, Francesco fa riferimento āal VenerdƬ Santo, alla notte e al Sabato Santo, tutta la giornata: GesĆ¹ non cāĆØ, ĆØ nella tomba; GesĆ¹ ĆØ morto: siamo soliā.
Il pericolo ĆØ avere il cuore grigio
I maestri spirituali descrivono, quindi, lāesperienza della fede come un continuo alternarsi di tempi di consolazione e di desolazione; momenti in cui tutto ĆØ facile, mentre altri sono segnati da una grande pesantezza. Il Papa sa che ci sono momenti in cui ci si sente āgiĆ¹ā, tanti giorni grigi.
“Ma il pericolo ĆØ avere il cuore grigio – dice il Papa – quando questo āessere giĆ¹ā arriva al cuore e lo ammala ā¦ e cāĆØ gente che vive con il cuore grigio. Questo ĆØ terribile: non si puĆ² pregare, non si puĆ² sentire la consolazione con il cuore grigio! O non si puĆ² portare avanti unāariditĆ spirituale con il cuore grigio. Il cuore devāessere aperto e luminoso, perchĆ© entri la luce del Signore. E se non entra, aspettarla con speranza. Ma non chiuderla nel grigio”.
Accidia tentazione contro la preghiera
CāĆØ poi lāaccidia, āuna vera e propria tentazione contro la preghiera e, piĆ¹ in generale, contro la vita cristianaā, una āforma di depressioneā. Ć anche uno dei sette āvizi capitaliā perchĆ©, āalimentato dalla presunzione, puĆ² condurre alla morte dellāanimaā.
Combattere la distrazione con la vigilanza
La prima difficoltĆ che puĆ² esserci nel cammino della preghiera ĆØ, poi, la distrazione, quando un turbinio di immagini e illusioni in costante movimento ci accompagna. Questa immaginazione che gira, gira nella preghiera, santa Teresa la chiamava āla pazza della casaā, spiega il Papa a braccio, esortando a āingabbiarlaā con lāattenzione.
Non ĆØ bene dare seguito a questa āinclinazione scompostaā, avverte Francesco. Bisogna lottare per mantenere la concentrazione come tra lāaltro ĆØ necessario fare anche per lavorare e studiare bene. Gli atleti, infatti, āsanno che le gare non si vincono solo con lāallenamento fisico ma anche con la disciplina mentale: soprattutto con la capacitĆ di stare concentrati e di mantenere desta lāattenzioneā. Le distrazioni vanno dunque combattute e la virtĆ¹ della vigilanza ĆØ fondamentale.
GesĆ¹ spesso richiama i discepoli al dovere di āuna vita sobria, guidata dal pensiero che prima o poi Lui ritornerĆ ā e loro ānon si sono dispersi inseguendo ogni attrattiva che si affacciava alla loro menteā, ma hanno cercato di camminare sulla strada giusta, facendo bene il loro compito, conclude il Papa. (QUI il testo integrale)