Anche oggi il Papa ha cominciato l’udienza generale in piazza San Pietro facendo salire a bordo della papamobile quattro bambini, maschi e femmine, che si sono goduti il giro tra i settori delimitati dal colonnato del Bernini, fino al termine del tragitto che caratterizza il momento che precede la catechesi. Il Santo Padre ha proseguito il ciclo di catechesi sui vizi e le virtù incentrando il suo discorso odierno sulla virtù della temperanza.
Udienza, Papa: “La temperanza fa gustare meglio i beni della vita”
“Le persone senza temperanza sono inaffidabili, sempre”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata alla temperanza, “la virtù della giusta misura”, che “in ogni situazione, si comporta con saggezza, perché le persone che agiscono mosse sempre dall’impeto o dall’esuberanza alla fine sono inaffidabili”. In greco, ha ricordato Francesco citando Aristotele, la temperanza è “enkráteia”, che letteralmente significa “potere su se stessi”: “è la capacità di autodominio, l’arte di non farsi travolgere da passioni ribelli, di mettere ordine in quello che il Manzoni chiama il “guazzabuglio del cuore umano”.
Le virtù del temperante
“In un mondo dove tanta gente si vanta di dire quello che pensa, la persona temperante preferisce invece pensare quello che dice”, ha spiegato Francesco: “Non dire quello che mi viene in mente, pensare quello che devo dire. Non fa promesse a vanvera, ma assume impegni nella misura in cui li può soddisfare”. “La persona temperante sa pesare e dosare bene le parole”, ha proseguito il Papa: “Pensa quello che dice. Non permette che un momento di rabbia rovini relazioni e amicizie che poi solo con fatica potranno essere ricostruite. Specialmente nella vita famigliare, dove le inibizioni si abbassano, tutti corriamo il rischio di non tenere a freno tensioni, irritazioni, arrabbiature. C’è un tempo per parlare e un tempo per tacere, ma entrambi richiedono la giusta misura. E questo vale per tante cose, ad esempio lo stare con gli altri e lo stare da soli”.
“Tutto nel nostro mondo spinge all’eccesso”
“Il dono del temperante è l’equilibrio, qualità tanto preziosa quanto rara”. Ne è convinto il Papa, che ha dedicato la catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro, alla temperanza, la quarta delle virtù cardinali. “Tutto nel nostro mondo spinge all’eccesso”, il monito di Francesco: “Invece la temperanza si sposa bene con atteggiamenti evangelici quali la piccolezza, la discrezione, il nascondimento, la mitezza. Chi è temperante apprezza la stima degli altri, ma non ne fa l’unico criterio di ogni azione e di ogni parola. È sensibile, sa piangere e non se ne vergogna, ma non si piange addosso. Sconfitto, si rialza; vincitore, è capace di tornare alla vita nascosta di sempre. Non cerca gli applausi, ma sa di avere bisogno degli altri”.
“Il temperante non cerca gli applausi”
“Non è vero che la temperanza rende grigi e privi di gioie”, l’obiezione del Papa: “Anzi, fa gustare meglio i beni della vita: lo stare insieme a tavola, la tenerezza di certe amicizie, la confidenza con le persone sagge, lo stupore per le bellezze del creato. La felicità con la temperanza è letizia che fiorisce nel cuore di chi riconosce e dà valore a ciò che più conta nella vita”. ”Preghiamo il Signore perché ci dia questo dono: il dono della maturità, della maturità dell’età, della maturità affettiva e sociale”.
Papa: “Cordoglio per la morte del cardinale colombiano Saenz”
Papa Francesco ha inviato un telegramma di cordoglio per la morte del cardinale Pedro Rubiano Sáenz, arcivescovo emerito di Bogotá. Il messaggio è stato trasmesso dal Pontefice all’attuale arcivescovo di Bogotá, card. Luis José Rueda Aparicio. “Ricevuta la triste notizia della morte del cardinale Pedro Rubiano Sáenz, arcivescovo emerito di tale circoscrizione ecclesiastica – vi si legge -, desidero inviare le mie condoglianze a tutti i membri di quella Chiesa particolare, alla famiglia e ai partecipanti al rito funebre”. “Mentre offro i suffragi per l’eterno riposo di questo pastore generoso che con la sua dedizione e il suo lavoro ha offerto la sua vita per il bene della Chiesa – aggiunge il Papa -, lo affido all’intercessione materna della Vergine di Chiquinquirá, e impartisco con affetto la confortatrice benedizione apostolica, come segno di fede e di speranza in Cristo risorto”.
Fonte: AgenSIR