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Udienza, Papa: “Il mondo si salvi dal naufragio che minaccia tutti”

Papa: "Serve maggiore umanità affinché il mondo diventi più fraterno, più vivibile, e si salvi da un 'naufragio' che minaccia tutti noi, che stiamo, come abbiamo imparato, sulla stessa barca"

“Ho scelto queste parole dagli Atti degli Apostoli, ‘con rara umanità’, come motto del mio viaggio a Malta, perché indicano la strada da seguire per affrontare il fenomeno dei migranti. Lo ha detto Papa Francesco nell’udienza generale, definendo Malta “un luogo-chiave”. Più in generale, ha aggiunto, serve maggiore umanità “affinché il mondo diventi più fraterno, più vivibile, e si salvi da un ‘naufragio’ che minaccia tutti noi, che stiamo, come abbiamo imparato, sulla stessa barca”.

Il Papa ringrazia i maltesi per l’accoglienza

“Colgo questa occasione per rinnovare il mio ringraziamento al Presidente della Repubblica di Malta, così cortese e fratello, alla sua famiglia, al primo ministro e alle altre Autorità civili, che mi hanno accolto con tanta gentilezza; come pure ai Vescovi e a tutti i membri della comunità ecclesiale, ai volontari e a quanti mi hanno accompagnato con la preghiera”. Lo ha detto papa Francesco nell’udienza generale, in cui ha ripercorso il suo viaggio a Malta.

“Non vorrei trascurare e non menzionare il centro di accoglienza per i migranti Giovanni XXIII – ha aggiunto -: il frate che lo porta avanti ha 91 anni, è un esempio di zelo apostolico e di amore per i migranti, che ci vuole tanto”. “Noi seminiamo, ma è il Signore che fa crescere. Che la sua bontà infinita conceda frutti abbondanti di pace e di ogni bene al caro popolo maltese! – ha concluso il Pontefice -. Grazie al popolo maltese per questa sua accoglienza così umana e così cristiana. Grazie tante!”.

Papa: “In guerra Ucraina assistiamo a impotenza dell’Onu”

“Nell’attuale guerra in Ucraina, assistiamo all’impotenza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite”. Così il Papa. “Oggi si parla spesso di ‘geopolitica’, ma purtroppo la logica dominante è quella delle strategie degli Stati più potenti per affermare i propri interessi estendendo l’area di influenza economica, ideologica e militare, lo stiamo vedendo con la guerra”, ha detto Francesco nell’udienza generale. “Dopo la seconda guerra mondiale si è tentato di porre le basi di una nuova storia di pace, purtroppo non impariamo, ma purtroppo è andata avanti la vecchia storia di grandi potenze concorrenti”, ha aggiunto.

“Malta rappresenta, in questo quadro, il diritto e la forza dei ‘piccoli’, delle Nazioni piccole ma ricche di storia e di civiltà, che dovrebbero portare avanti un’altra logica: quella del rispetto e della libertà, della convivialità delle differenze, opposta alla colonizzazione dei più potenti. Lo stiamo vedendo adesso, e non solo da una parte anche dalle altre”, ha sottolineato il Pontefice ripercorrendo il suo viaggio a Malta.

Papa: “Accoglienza va organizzata, ma migranti sono ricchezza”

“Malta è un luogo-chiave per quanto riguarda il fenomeno delle migrazioni”, ha detto papa Francesco nell’udienza generale, ripercorrendo il suo viaggio nell’arcipelago. “Nel Centro di accoglienza Giovanni XXIII ho incontrato numerosi migranti, che sono approdati sull’Isola dopo viaggi terribili – ha ricordato -. Non bisogna stancarsi di ascoltare le loro testimonianze, perché solo così si esce dalla visione distorta che spesso circola nei mass-media e si possono riconoscere i volti, le storie, le ferite, i sogni e le speranze di questi migranti”. “Ogni migrante è unico, è una persona con la sua dignità, le sue radici, la sua cultura – ha osservato Francesco -. Ognuno di essi è portatore di una ricchezza infinitamente più grande dei problemi che pure può comportare la sua accoglienza. E non dimentichiamo che l’Europa è stata fatta dall’immigrazione”.

Certo, l’accoglienza va organizzata, va governata, e prima, molto prima, va progettata insieme, a livello internazionale – ha ammesso Francesco -. Perché il fenomeno migratorio non può essere ridotto a un’emergenza, è un segno dei nostri tempi. Come tale va letto e interpretato. Può diventare un segno di conflitto, oppure un segno di pace. Dipende da noi”. “Chi a Malta ha dato vita al Centro Giovanni XXIII ha fatto la scelta cristiana e per questo lo ha chiamato ‘Peace Lab‘: laboratorio di pace – ha detto ancora -. Ma io vorrei dire che Malta nel suo insieme è un laboratorio di pace! E può realizzare questa sua missione se, dalle sue radici, attinge la linfa della fraternità, della compassione, della solidarietà. Il popolo maltese ha ricevuto questi valori insieme con il Vangelo, e grazie al Vangelo potrà mantenerli vivi”.

Giornata mondiale dello Sport: il messaggio del Papa

“Ricorre oggi la Giornata Mondiale dello Sport per la Pace e lo Sviluppo, indetta dalle Nazioni Unite”, ha ricordato Papa Francesco al termine dell’udienza generale. “Mi rivolgo agli uomini e alle donne di sport – ha proseguito -, perché attraverso la loro attività possano essere testimoni operosi di fraternità e di pace. Lo sport, con i suoi valori – ha aggiunto il Pontefice -, può svolgere un ruolo importante nel mondo, aprendo strade di concordia tra i popoli, a patto che mai perda la sua capacità di gratuità: lo sport per lo sport, e non diventi commerciale. Quella amatorialità propria del vero sport”.

Il testo integrale della catechesi del Papa

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Sabato e domenica scorsi mi sono recato a Malta: un Viaggio apostolico che era in programma da tempo. Non molti sanno che Malta, pur essendo un’isola in mezzo al Mediterraneo, ha ricevuto prestissimo il Vangelo, perché l’Apostolo Paolo fece naufragio vicino alle sue coste e prodigiosamente si salvò con tutti quelli che stavano sulla nave, più di duecentosettanta persone. Racconta il libro degli Atti degli Apostoli che i maltesi li accolsero tutti «con rara umanità». Ho scelto proprio queste parole: con rara umanità, come motto del mio Viaggio, perché indicano la strada da seguire non solo per affrontare il fenomeno dei migranti, ma più in generale perché il mondo diventi più fraterno, più vivibile, e si salvi da un “naufragio” che minaccia tutti noi, che stiamo – come abbiamo imparato – sulla stessa barca. Malta è, in questo orizzonte, un luogo-chiave.

Lo è anzitutto geograficamente, per la sua posizione al centro del Mare che sta tra Europa e
Africa, ma che bagna anche l’Asia. Malta è una specie di “rosa dei venti”, dove si incrociano popoli e culture; è un punto privilegiato per osservare a 360 gradi l’area mediterranea. Oggi si parla spesso di “geopolitica”, ma purtroppo la logica dominante è quella delle strategie degli Stati più potenti per affermare i propri interessi estendendo l’area di influenza economica, ideologica e militare. Malta rappresenta, in questo quadro, il diritto e la forza dei “piccoli”, delle Nazioni piccole ma ricche di storia e di civiltà, che dovrebbero portare avanti un’altra logica: quella del rispetto e della libertà, della convivialità delle differenze, opposta alla colonizzazione dei più potenti. Dopo la seconda guerra mondiale si è tentato di porre le basi di una nuova storia di pace, ma purtroppo è andata avanti la vecchia storia di grandi potenze concorrenti. E, nell’attuale guerra in Ucraina, assistiamo
all’impotenza delle Organizzazioni Internazionali.

Secondo aspetto: Malta è un luogo-chiave per quanto riguarda il fenomeno delle migrazioni. Nel Centro di accoglienza Giovanni XXIII ho incontrato numerosi migranti, che sono approdati sull’Isola dopo viaggi terribili. Non bisogna stancarsi di ascoltare le loro testimonianze, perché solo così si esce dalla visione distorta che spesso circola nei mass-media e si possono riconoscere i volti, le storie, le ferite, i sogni e le speranze. Ogni migrante è unico, è una persona con la sua dignità, le sue radici, la sua cultura. Ognuno di essi è portatore di una ricchezza infinitamente più grande dei problemi che pure può comportare la sua accoglienza.

Certo, l’accoglienza va organizzata, va governata, e prima, molto prima, va progettata insieme, a livello internazionale. Perché il fenomeno migratorio non può essere ridotto un’emergenza, è un segno dei nostri tempi. Come tale va letto e interpretato. Può diventare un segno di conflitto, oppure un segno di pace. Dipende da noi. Chi a Malta ha dato vita al Centro Giovanni XXIII ha fatto la scelta cristiana e per questo lo ha chiamato “Peace Lab”: laboratorio di pace. Ma io vorrei dire che Malta nel suo insieme è un laboratorio di pace! E può realizzare questa sua missione se, dalle sue radici, attinge la linfa della fraternità, della compassione, della solidarietà. Il popolo maltese ha ricevuto questi valori insieme con il Vangelo, e grazie al Vangelo potrà mantenerli vivi.

Per questo, come Vescovo di Roma, sono andato a confermare quel popolo nella fede e nella comunione. Infatti – terzo aspetto – Malta è un luogo-chiave anche dal punto di vista
dell’evangelizzazione. Da Malta e da Gozo, le due Diocesi del Paese, sono partiti tanti sacerdoti e religiosi, ma anche fedeli laici, che hanno portato in tutto il mondo la testimonianza cristiana. Come se il passaggio di San Paolo avesse lasciato la missione nel DNA dei maltesi! Per questo la mia visita è stata anzitutto un atto di riconoscenza, riconoscenza a Dio e al suo santo popolo fedele che è a Malta e a Gozo.

Tuttavia, anche lì soffia il vento del secolarismo e della pseudocultura globalizzata a base di consumismo, neocapitalismo e relativismo. Anche lì, perciò, è tempo di nuova evangelizzazione. La visita che, come i miei Predecessori, ho compiuto alla Grotta di San Paolo è stata come un attingere alla sorgente, perché il Vangelo possa sgorgare a Malta con la freschezza delle origini e ravvivare il suo grande patrimonio di religiosità popolare. Questa è simboleggiata dal Santuario mariano nazionale di Ta’ Pinu, nell’isola di Gozo, dove abbiamo celebrato un intenso incontro di preghiera. Lì ho sentito battere il cuore del popolo maltese, che ha tanta fiducia nella sua Santa Madre. Maria ci riporta sempre all’essenziale, a Cristo crocifisso e risorto per noi, al suo amore misericordioso. Maria ci aiuta a ravvivare la fiamma della fede attingendo dal fuoco dello Spirito Santo, che anima di generazione in generazione il gioioso annuncio del Vangelo, perché la gioia della Chiesa è evangelizzare!

Colgo questa occasione per rinnovare il mio ringraziamento al Presidente della Repubblica di Malta e alle altre Autorità civili, che mi hanno accolto con tanta gentilezza; come pure ai Vescovi e a tutti i membri della comunità ecclesiale, ai volontari e a quanti mi hanno accompagnato con la preghiera. Noi, infatti, seminiamo, ma è il Signore che fa crescere. Che la sua bontà infinita conceda frutti abbondanti di pace e di ogni bene al caro popolo maltese!

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