I bambini sono “un grande dono per l’umanità, ma sono anche i grandi esclusi perché neppure li lasciano nascere”. E’ uno dei passaggi della catechesi di Papa Francesco durante l’udienza generale odierna in piazza San Pietro dinanzi a 16mila fedeli. Il Santo Padre ha compiuto una riflessione sulla figura del bambino dopo che nei precedenti mercoledì aver trattato quelle di madre, padre, figli, fratelli e nonni. “I bambini – ha affermato – sono in se stessi una ricchezza per l’umanità e anche per la Chiesa, perché ci richiamano costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non considerarci autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore, di perdono. E tutti, siamo bisognosi di aiuto, d’amore e di perdono … tutti!”.
Secondo il vescovo di Roma a volte l’uomo dimentica di essere figlio: “rischiamo di vivere dimenticandoci di questo, come se fossimo noi i padroni della nostra esistenza, e invece siamo radicalmente dipendenti”. I bambini, inoltre “dicono quello che vedono, non sono persone doppie. Ancora non hanno imparato quella scienza della doppiezza che noi adulti abbiamo imparato”. Ha poi raccontato che a volte i piccoli, vedendolo vestito di bianco, lo scambiano per un medico: “credono che vengo a fargli il vaccino, e piangono… ma spontaneamente!”.
“Ma noi stessi – ha osservato – dobbiamo domandarci questo: io sorrido spontaneamente, con freschezza, con amore o il mio sorriso è artificiale? Io ancora piango o ho perso la capacità di piangere? Due domande molto umane che ci insegnano i bambini”. Il successore di Pietro ha constatato, inoltre, che “da come sono trattati i bambini si può giudicare la società, ma non solo moralmente, anche sociologicamente, se è una società libera o una società schiava di interessi internazionali”. “Quando vediamo che il livello di nascita di una società arriva appena all’uno percento – ha concluso – possiamo dire che questa società è triste, è grigia”.