Udienza generale, Francesco benedice la campagna “Ero straniero-L’umanità che fa bene”

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Papa Francesco è arrivato in Piazza san Pietro alle 9.15 a bordo della Papa mobile, pronto a salutare i 12mila fedeli che hanno affollato la zona delimitata dal colonnato del Bernini – nonostante il caldo torrido – per la consueta udienza generale del mercoledì.

Protagonisti, oltre ai tanti bambini che il Pontefice ha salutato con affetto paterno, anche 500 carabinieri dell’unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare – che il Papa ha salutato al termine del percorso tra i settori della piazza – e un gruppo di 50 studenti cinesi e personale provenienti dal Collegio San Francesco di Assisi di Hong Kong.

Catechesi del Santo Padre

“Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel giorno del nostro Battesimo è risuonata per noi l’invocazione dei santi. Molti di noi in quel momento erano bambini, portati in braccio dai genitori. Poco prima di compiere l’unzione con l’Olio dei catecumeni, simbolo della forza di Dio nella lotta contro il male, il sacerdote ha invitato l’intera assemblea a pregare per coloro che stavano per ricevere il Battesimo, invocando l’intercessione dei santi. Quella era la prima volta in cui, nel corso della nostra vita, ci veniva regalata questa compagnia di fratelli e sorelle “maggiori”, che sono passati per la nostra stessa strada, che hanno conosciuto le nostre stesse fatiche e vivono per sempre nell’abbraccio di Dio. La Lettera agli Ebrei definisce questa compagnia che ci circonda con l’espressione «moltitudine dei testimoni».

I cristiani, nel combattimento contro il male, non disperano. Il cristianesimo coltiva una inguaribile fiducia: non crede che le forze negative e disgreganti possano prevalere. L’ultima parola sulla storia dell’uomo non è l’odio, non è la morte, non è la guerra. In ogni momento della vita ci assiste la mano di Dio, e anche la discreta presenza di tutti i credenti che «ci hanno preceduto con il segno della fede». La loro esistenza ci dice anzitutto che la vita cristiana non è un ideale irraggiungibile. E insieme ci conforta: non siamo soli, la Chiesa è fatta di innumerevoli fratelli, spesso anonimi, che ci hanno preceduto e che per l’azione dello Spirito Santo sono coinvolti nelle vicende di chi ancora vive quaggiù.

Quella del Battesimo non è l’unica invocazione dei santi che segna il cammino della vita cristiana. Quando due fidanzati consacrano il loro amore nel sacramento del Matrimonio, viene invocata di nuovo per loro – questa volta come coppia – l’intercessione dei santi. E questa invocazione è fonte di fiducia per i due giovani che partono per il “viaggio” della vita coniugale. Chi ama veramente ha il desiderio e il coraggio di dire “per sempre”, ma sa di avere bisogno della grazia di Cristo e dell’aiuto dei santi. Per questo nella liturgia nuziale si invoca la loro presenza. E nei momenti difficili bisogna avere il coraggio di alzare gli occhi al cielo, pensando a tanti cristiani che sono passati attraverso la tribolazione e hanno custodito bianche le loro vesti battesimali, lavandole nel sangue dell’Agnello. Dio non ci abbandona mai: ogni volta che ne avremo bisogno verrà un suo angelo a risollevarci e a infonderci consolazione. “Angeli” qualche volta con un volto e un cuore umano, perché i santi di Dio sono sempre qui, nascosti in mezzo a noi.

Anche i sacerdoti custodiscono il ricordo di una invocazione dei santi pronunciata su di loro. È uno dei momenti più toccanti della liturgia di ordinazione. I candidati si mettono distesi per terra, con la faccia verso il pavimento. E tutta l’assemblea, guidata dal Vescovo, invoca l’intercessione dei santi. Un uomo rimarrebbe schiacciato sotto il peso della missione che gli viene affidata, ma sentendo che tutto il paradiso è alle sue spalle, che la grazia di Dio non mancherà perché Gesù rimane sempre fedele, allora si può partire sereni e rinfrancati. Non siamo soli.

Siamo polvere che aspira al cielo. Deboli le nostre forze, ma potente il mistero della grazia che è presente nella vita dei cristiani. Siamo fedeli a questa terra, che Gesù ha amato in ogni istante della sua vita, ma sappiamo e vogliamo sperare nella trasfigurazione del mondo, nel suo compimento definitivo dove finalmente non ci saranno più le lacrime, la cattiveria e la sofferenza.

Che il Signore ci doni la speranza di essere santi. È il grande regalo che ciascuno di noi può rendere al mondo. Che il Signore ci dia la grazia di credere così profondamente in Lui da diventare immagine di Cristo per questo mondo. La nostra storia ha bisogno di “mistici”: di persone che rifiutano ogni dominio, che aspirano alla carità e alla fraternità. Uomini e donne che vivono accettando anche una porzione di sofferenza, perché si fanno carico della fatica degli altri. Ma senza questi uomini e donne il mondo non avrebbe speranza”.

L’appello per i migranti

Durante l’udienza generale, Francesco ha detto: “In occasione che la comunità internazionale ha celebrato ieri la Giornata Mondiale del Rifugiato, lunedì scorso ho voluto incontrare una rappresentanza di rifugiati che sono ospitati dalle parrocchie e dagli istituti religiosi romani. Vorrei cogliere questa occasione della Giornata di ieri per esprimere il mio sincero apprezzamento per la campagna per la nuova legge migratoria: ‘Ero straniero – L’umanità che fa bene’, la quale gode del sostegno ufficiale di Caritas italiana, Fondazione Migrantes e altre organizzazioni cattoliche”.

I saluti del Papa nelle varie lingue

“Sono lieto di salutare i pellegrini e i fedeli di lingua francese, venuti da Francia e Svizzera. Per l’intercessione di tutti i santi, il Signore ci conceda la grazia di credere profondamente in lui per divenire immagine del Cristo per questo mondo! La compagnia dei santi ci aiuti a riconoscere che Dio non ci abbandona mai, per testimoniare la speranza su questa terra. Dio vi benedica!”.

“Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Scozia, Grecia, Hong Kong, Indonesia, Filippine e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo”.

“Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini provenienti dai paesi di lingua tedesca. Il Signore invita il suo popolo ad essere santi come Egli è santo. Vogliamo accogliere questo invito con prontezza, mettendoci al servizio gli uni degli altri in modo concreto nella vita di ogni giorno. Lo Spirito Santo vi guidi sul vostro cammino”.

“Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua portoghese, in particolare ai fedeli di Jundiaí, São Carlos e Santo André. Cari amici, il mondo ha bisogno di santi e tutti noi, senza eccezioni, siamo chiamati alla santità. Non abbiamo paura! Con l’aiuto di quelli che sono già nel cielo, lasciamoci trasformare dalla grazia misericordiosa di Dio che è più potente di qualsiasi peccato. Iddio vi benedica sempre”.

“Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, i Santi sono persone che prima di raggiungere la gloria del cielo hanno vissuto una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e speranze; ma quando hanno conosciuto l’amore di Dio, lo hanno seguito con tutto il cuore, essi ci danno un messaggio e ci dicono: “fidatevi del Signore, perché il Signore non delude mai! È un buon amico sempre al nostro fianco”, e con la loro testimonianza ci incoraggiano a non avere paura di andare controcorrente. Il Signore vi benedica!”.

“Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, nel nostro cammino di fede, soprattutto nei momenti difficili, bisogna avere il coraggio di alzare gli occhi al cielo, pensando ai santi che, sulla terra, hanno vissuto le loro quotidiane gioie e le tribolazioni insieme a Cristo, e ora vivono con Lui nella gloria del Padre celeste. Essi sono per noi testimoni di speranza, ci danno esempio di vita cristiana e ci sostengono nella nostra aspirazione alla santità. La loro intercessione vi accompagni sempre. Vi benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo!”.

I saluti ai fedeli italiani: religiosi e sposi novelli

“Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana.

Sono lieto di accogliere i diaconi del Pontificio Collegio Urbano di Propaganda Fide; le Clarisse francescane missionarie del SS. Sacramento e i missionari di Scheut in occasione dei rispettivi Capitoli Generali: esorto ciascuno a vivere la missione con occhi attenti alle periferie umane ed esistenziali. Saluto il gruppo di sindaci ed amministratori del Logudoro, accompagnati dal Vescovo di Ozieri, Mons. Corrado Melis, e quelli dell’Associazione Città del Santissimo Crocifisso, augurando di svolgere un generoso servizio al bene comune. Saluto il comando per la tutela forestale e ambientale dell’Arma dei Carabinieri, come pure la comunità Amore e Libertà, che incoraggio a sostenere per gli sforzi in favore dell’educazione dei giovani nella Repubblica Democratica del Congo.

Un pensiero speciale porgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Venerdì prossimo ricorre la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, giorno in cui la Chiesa sostiene con la preghiera e l’affetto tutti i sacerdoti. Cari giovani, attingete al Cuore di Gesù il nutrimento della vostra vita spirituale e la fonte della vostra speranza; cari ammalati, offrite la vostra sofferenza al Signore, perché effonda il suo amore nel cuore degli uomini; e voi, cari sposi novelli, partecipate all’Eucarestia, perché, nutriti di Cristo, siate famiglie cristiane toccate dall’amore di quel Cuore divino”.

redazione: