“Nell’incontro con Cristo si apre per tutti, uomini e donne di ogni luogo e di ogni tempo, la via della liberazione e della salvezza”. Lo ha detto il Papa alle circa 14 mila persone presenti in piazza San Pietro per l’udienza generale del mercoledƬ. Parlando dell’episodio evangelico della donna che GesĆ¹ ha guarito dalle sue perdite di sangue ha spiegato: “Il desiderio di essere salvata da GesĆ¹ ĆØ tale da farla andare oltre le prescrizioni stabilite dalla legge di MosĆØ. Questa povera donna infatti da molti anni non ĆØ semplicemente malata, ma ĆØ ritenuta impura perchĆ© affetta da emorragie. E’ perciĆ² esclusa dalle liturgie, dalla vita coniugale, dai normali rapporti con il prossimo”. Si trattava, ha aggiunto, di una donna scartata dalla societĆ . “E’ importante considerare questa condizione – scartata – per capire il suo stato d’animo: lei sente che GesĆ¹ puĆ² liberarla dalla malattia e dallo stato di emarginazione e di indegnitĆ in cui da anni si trova. In una parola: sa e sente che GesĆ¹ puĆ² salvarla”.
Questo caso, ha aggiunto Francesco, fa riflettere “su come la donna sia spesso percepita e rappresentata. Tutti siamo messi in guardia, anche le comunitĆ cristiane, da visioni della femminilitĆ inficiate da pregiudizi e sospetti lesivi della sua intangibile dignitĆ ”. In tal senso, ha aggiunto, “sono proprio i Vangeli a ripristinare la veritĆ e a ricondurre ad un punto di vista liberatorio”. “GesĆ¹ ha ammirato la fede di questa donna che tutti evitavano e ha trasformato la sua speranza in salvezza – ha concluso -. Non sappiamo il suo nome, ma le poche righe con cui i Vangeli descrivono il suo incontro con GesĆ¹ delineano un itinerario di fede capace di ristabilire la veritĆ e la grandezza della dignitĆ di ogni persona”.
La “salvezza” assume “molteplici connotati: anzitutto restituisce alla donna la salute; poi la libera dalle discriminazioni sociali e religiose; inoltre, realizza la speranza che lei portava nel cuore annullando le sue paure e il suo sconforto; infine, la restituisce alla comunitĆ liberandola dalla necessitĆ di agire di nascosto”. Quest’ultimo aspetto, ha sottolineato, “ĆØ importante, uno scartato sempre agisce di nascosto. O tutta la vita, pensiamo ai lebbrosi di quel tempo o ai senzatetto di oggi; pensiamo ai peccatori, sempre facciamo qualcosa di nascosto, sempre abbiamo la necessitĆ di fare qualcosa di nascosto. E GesĆ¹ ci libera da questo e ci fa andare in piedi: alzati, in piedi, come Dio ci ha creato, ci ha creato in piedi, non umiliati, in piedi”. Quella che GesĆ¹ dona “ĆØ una salvezza totale, che reintegra la vita della donna nella sfera dell’amore di Dio e, al tempo stesso, la ristabilisce nella sua piena dignitĆ ”. Insomma, “non ĆØ il mantello che la donna ha toccato a darle la salvezza, ma la parola di GesĆ¹, accolta nella fede, capace di consolarla, guarirla e ristabilirla nella relazione con Dio e con il suo popolo”.
GesĆ¹ “ĆØ l’unica fonte di benedizione da cui scaturisce la salvezza per tutti gli uomini, e la fede ĆØ la disposizione fondamentale per accoglierla. GesĆ¹, ancora una volta, con il suo comportamento pieno di misericordia, indica alla Chiesa il percorso da compiere per andare incontro ad ogni persona, perchĆ© ognuno possa essere guarito nel corpo e nello spirito e recuperare la dignitĆ di figli di Dio”.