Papa Francesco, durante lāudienza generale del mercoledƬ in Piazza San Pietro, ha incentrato la sua catechesi sul tema āNella speranza ci riconosciamo tutti salvatiā, proseguendo il ciclo di incontri sulla virtĆ¹ teologaleĀ della Speranza.
Di seguito il testo integrale: “Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Spesso siamo tentati di pensare che il creato sia una nostra proprietĆ , un possedimento che possiamo sfruttare a nostro piacimento e di cui non dobbiamo rendere conto a nessuno. Nel passo della Lettera ai Romani di cui abbiamo appena ascoltato una parte, lāApostolo Paolo ci ricorda invece che la creazione ĆØ un dono meraviglioso che Dio ha posto nelle nostre mani, perchĆ© possiamo entrare in relazione con Lui e possiamo riconoscervi lāimpronta del suo disegno dāamore, alla cui realizzazione siamo chiamati tutti a collaborare, giorno dopo giorno. Quando perĆ² si lascia prendere dallāegoismo, lāessere umano finisce per rovinare anche le cose piĆ¹ belle che gli sono state affidate. E cosƬ ĆØ successo anche per il creato”.
A braccio ha aggiunto: āPensiamo allāacqua. Lāacqua ĆØ una cosa bellissima e tanto importante; lāacqua ci dĆ la vita, ci aiuta in tutto ma per sfruttare i minerali, come si contamina lāacqua, si sporca la creazione e si distrugge la creazione. Questo ĆØ un esempio soltanto. Ce ne sono tantiā.
“Con lāesperienza tragica del peccato – ha proseguito Bergoglio – rotta la comunione con Dio, abbiamo infranto lāoriginaria comunione con tutto quello che ci circonda e abbiamo finito per corrompere la creazione, rendendola cosƬ schiava, sottomessa alla nostra caducitĆ . E purtroppo la conseguenza di tutto questo ĆØ drammaticamente sotto i nostri occhi, ogni giorno. Quando rompe la comunione con Dio, lāuomo perde la propria bellezza originaria e finisce per sfigurare attorno a sĆ© ogni cosa; e dove tutto prima rimandava al Padre Creatore e al suo amore infinito, adesso porta il segno triste e desolato dellāorgoglio e della voracitĆ umani. Lāorgoglio umano, sfruttando il creato, distrugge.
Il Signore perĆ² non ci lascia soli e anche in questo quadro desolante ci offre una prospettiva nuova di liberazione, di salvezza universale. Ć quello che Paolo mette in evidenza con gioia, invitandoci a prestare ascolto ai gemiti dellāintero creato. Se facciamo attenzione, infatti, intorno a noi tutto geme: geme la creazione stessa, gemiamo noi esseri umani e geme lo Spirito dentro di noi, nel nostro cuore. Ora, questi gemiti non sono un lamento sterile, sconsolato, ma ā come precisa lāApostolo ā sono i gemiti di una partoriente; sono i gemiti di chi soffre, ma sa che sta per venire alla luce una vita nuova. E nel nostro caso ĆØ davvero cosƬ. Noi siamo ancora alle prese con le conseguenze del nostro peccato e tutto, attorno a noi, porta ancora il segno delle nostre fatiche, delle nostre mancanze, delle nostre chiusure. Nello stesso tempo, perĆ², sappiamo di essere stati salvati dal Signore e giĆ ci ĆØ dato di contemplare e di pregustare in noi e in ciĆ² che ci circonda i segni della Risurrezione, della Pasqua, che opera una nuova creazione.
Questo ĆØ il contenuto della nostra speranza. Il cristiano non vive fuori dal mondo, sa riconoscere nella propria vita e in ciĆ² che lo circonda i segni del male, dellāegoismo e del peccato. Ć solidale con chi soffre, con chi piange, con chi ĆØ emarginato, con chi si sente disperatoā¦ PerĆ², nello stesso tempo, il cristiano ha imparato a leggere tutto questo con gli occhi della Pasqua, con gli occhi del Cristo Risorto. E allora sa che stiamo vivendo il tempo dellāattesa, il tempo di un anelito che va oltre il presente, il tempo del compimento. Nella speranza sappiamo che il Signore vuole risanare definitivamente con la sua misericordia i cuori feriti e umiliati e tutto ciĆ² che lāuomo ha deturpato nella sua empietĆ , e che in questo modo Egli rigenera un mondo nuovo e una umanitĆ nuova, finalmente riconciliati nel suo amore.
Quante volte noi cristiani siamo tentati dalla delusione, dal pessimismoā¦ A volte ci lasciamo andare al lamento inutile, oppure rimaniamo senza parole e non sappiamo nemmeno che cosa chiedere, che cosa sperareā¦ Ancora una volta perĆ² ci viene in aiuto lo Spirito Santo, respiro della nostra speranza, il quale mantiene vivi il gemito e lāattesa del nostro cuore. Lo Spirito vede per noi oltre le apparenze negative del presente e ci rivela giĆ ora i cieli nuovi e la terra nuova che il Signore sta preparando per lāumanitĆ ”, ha concluso il Pontefice.
Al termine della catechesi, il Papa ha fatto i saluti ai presenti nelle diverse lingueĀ nazionali:
“Sono lieto di accogliere i pellegrini di lingua francese – ha detto in francese – in particolare i laici di Le Mans con il Vescovo, Mons. Yves Le Saux, i ministranti di Metz, con il Vescovo, Mons. Jean-Christophe Lagleize, come pure le parrocchie e i giovani venuti da Francia e Canada. Lo Spirito Santo sia per ciascuno di voi una guida sulle strade della vostra vita e vi rafforzi nella speranza! Dio vi benedica!
Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti allāodierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Irlanda, Norvegia, India e Stati Uniti dāAmerica. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco misericordia e pace, e prego il Signore che questi doni possano aiutarvi ad avere cura del creato, e ad aiutarvi lāun lāaltro. Dio vi benedica!]
Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua tedesca. In questāanno del centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima, affidiamoci a Maria, Madre della speranza, che ci invita a volgere lo sguardo verso la salvezza, verso un mondo nuovo e unāumanitĆ nuova. Dio vi benedica tutti.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua espaƱola, en particular a los venidos de EspaƱa y LatinoamĆ©rica. Los invito a pedir con insistencia la presencia del EspĆritu Santo en sus vidas. Ćl nos asiste para que vayamos mĆ”s allĆ” de las apariencias negativas del presente y aguardemos con esperanza los cielos nuevos y la tierra nueva, que el SeƱor prepara para toda la humanidad. Muchas gracias.
Carissimi pellegrini di lingua portoghese, un fraterno saluto a tutti voi, augurandovi che lāodierna visita alla Cattedra di Pietro infonda nei vostri cuori un grande coraggio per abbracciare giorno dopo giorno la vostra croce, e un vivo anelito di santitĆ , affinchĆ© possiate riempire di speranza la croce degli altri. Mi affido alle vostre preghiere. Grazie per la visita!
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, San Paolo ci ricorda che ānella speranza siamo stati salvatiā. Impariamo dunque a leggere tutto con gli occhi del Cristo Risorto, fiduciosi nel Signore che vuole risanare con la sua misericordia tutti i cuori feriti e umiliati e rigenerare un mondo nuovo e una umanitĆ nuova riconciliati nel suo amore. Il Signore vi benedica!
Un cordiale saluto – ha concluso – rivolgo ai pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, come dice San Paolo: āNella speranza siamo stati salvatiā. Infatti, nel Battesimo Cristo ci ha fatto partecipi della sua risurrezione. GiĆ ora nella speranza possiamo godere della vita nuova. Animati dallo Spirito Santo siate sempre testimoni e portatori di questa speranza agli uomini e allāintero creato! Dio vi benedica!”.
Infine, l’appello conclusivo del Pontefice:
“Destano particolare apprensione le dolorose notizie che giungono dal martoriato Sud Sudan, dove ad un conflitto fratricida si unisce una grave crisi alimentare che colpisce la Regione del Corno dāAfrica e che condanna alla morte per fame milioni di persone, tra cui molti bambini. In questo momento ĆØ piĆ¹ che mai necessario lāimpegno di tutti a non fermarsi solo a dichiarazioni, ma a rendere concreti gli aiuti alimentari e a permettere che possano giungere alle popolazioni sofferenti. Il Signore sostenga questi nostri fratelli e quanti operano per aiutarli.
Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. Sono lieto di accogliere i diaconi della Diocesi di Milano e della SocietĆ di Maria, come pure la delegazione della āfiaccola benedettina della paceā con lāArcivescovo di Spoleto-Norcia, Mons. Renato Boccardo, lāAbate di Montecassino Don Donato Ogliari e lāAbate di Subiaco Don Mauro Meacci: invito ciascuno a farsi promotore della cultura della pace in ogni ambiente di vita.
Saluto la Reale Arciconfraternita di Piedimonte Matese con il Vescovo di Alife-Caiazzo, Mons. Valentino Di Cerbo; i partecipanti alla manifestazione contro il bullismo con il Vescovo di Palestrina, Mons. Domenico Sigalini e i membri dellāOperazione Navale Sophia, finalizzata alla prevenzione di tragedie di esseri umani nel Mediterraneo. Saluto i soci della Banca di credito cooperativo āGiuseppe Tonioloā di Genzano di Roma, lāAssociazione La Stanza Accanto e gli artisti del Rony Rollers Circus, ringraziandoli per la loro esibizione. Loro fanno bellezza! E la bellezza ci porta a Dio. Ć una strada per arrivare a Dio. Continuate a fare bellezza! Continuate che fate bene a tutti noi. Grazie!
Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la festa della Cattedra di San Pietro Apostolo, giorno di speciale comunione dei credenti con il Successore di San Pietro e con la Santa Sede. Cari giovani, vi incoraggio ad intensificare la vostra preghiera a favore del mio ministero petrino; cari ammalati, vi ringrazio per la testimonianza di vita data nella sofferenza per lāedificazione della comunitĆ ecclesiale; e voi, cari sposi novelli, costruite la vostra famiglia sullo stesso amore che lega il Signore GesĆ¹ alla sua Chiesa”.