Vorrei dirvi una cosa. Una delle cose che più mi ha toccato quando, sei anni fa, sono arrivato a Roma, è il volontariato italiano. È grandioso!”. Sono le parole di Papa Francesco durante l’udienza in Aula Nervi all’Associazione italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma (Ail), nel 50° anniversario dalla sua fondazione. “Voi avete tre cose grandi, che implicano un’organizzazione tra voi – ha continuato il successore di Pietro – il volontariato, che è molto importante, il cooperativismo, che è un’altra capacità che voi avete, di fare cooperative per andare avanti, e gli oratori nelle parrocchie”. In Vaticano ha avuto luogo un incontro festoso, una pacifica invasione di circa 6mila persone, con i volontari delle 81 sezioni provinciali italiane dell’Ail, compresi pazienti e familiari, medici e ricercatori.
La dignità della persona, che va oltre la corporeità
“La persona nella sua spiritualità – ha affermato il Pontefice – non si esaurisce nella corporeità; ma il fatto che lo spirito trascende il corpo fa sì che questo venga incluso in una vitalità e dignità più grande, che non è quella propria della biologia, ma quella propria della persona e dello spirito”. Il pensiero del Santo Padre è andato ai malati affinché nel loro percorso non possano sentirsi soli. La Chiesa, ha sottolineato, “elogia e incoraggia ogni sforzo di ricerca e di applicazione volto alla cura delle persone sofferenti”.
Il connubio tra ricerca scientifica e assistenza sanitaria: “no” alla cultura dello scarto
Con la ricerca scientifica, ha spiegato il Papa, gli operatori indagano “la dimensione biologica dell’uomo, per poterlo alleviare dalla malattia, con azioni volte alla prevenzione e con terapie sempre più efficaci”. Con l’assistenza sanitaria si fanno “prossimi ai sofferenti, per accompagnarli nel tempo della sofferenza, perché nessuno si senta mai solo o abbia la sensazione di essere ormai uno ‘scarto’ rispetto al contesto sociale”.
La prossimità al malato seguendo l’esempio di Maria
Da qui il parallelo tra l’esempio di “vicinanza” e “prossimità” della Vergine Maria, rimasta ai piedi della Croce di Gesù, e i volontari che “‘stanno’ presso il letto dei sofferenti e realizzano quell’accompagnamento che porta tanta consolazione”: è una presenza “di tenerezza e di conforto, che realizza quel comandamento all’amore reciproco e fraterno che ci ha consegnato Gesù”. Il vescovo di Roma ha poi ricordato una delle “tante storie di croce”, proprio quella dei coniugi Bellato, la coppia che, dopo la perdita dei figli, ha fondato una sezione provinciale dell’Ail.