Quella in corso in Ucraina è anche una lacerazione religiosa. Quattro anni fa, infatti, il Patriarcato di Costantinopoli ha riconosciuto le strutture scismatiche del paese. Ritenendole legittime sulla base delle loro rivendicazioni territoriali. Ciò malgrado le dichiarazioni della Chiesa ortodossa russa sulla violazione dei canoni ecclesiastici. “La composizione religiosa della nazione è estremamente complessa- sottolinea Vita.it-. Questa sua complessità ha origine dal fatto che il paese, ha sempre rappresentato una terra di incontro e scontro tra civiltà e popoli. Non solo con religioni diverse. Ma spesso con confessioni diverse all’interno della stessa fede religiosa“.
Ucraina divisa
Sono tre rami dell’ortodossia presenti in Ucraina. La Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca (UOC-MP). La Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Kiev (UOC-KP). La Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina (UAOC). Due di esse non sono riconosciute dall’ortodossia canonica. Quindi sono considerate illegittime. “Nella tradizione ortodossa ciò che è illegittimo è anche non valido– prosegue Vita.it-. E cioè e cresime. I matrimoni. Le ordinazioni celebrate da un vescovo-prete che è fuori dalla comunione di fede. Sono tutte nulle per la Chiesa canonica”. Quattro anni fa Costantinopoli ha affermato i suoi diritti sull’Ucraina. Annullando i vincoli della storica lettera del 1686. Con cui si conferiva al patriarca di Mosca il diritto di nominare il metropolita di Kiev. Il governo ucraino ha sempre promesso di non intaccare i diritti dei credenti della Chiesa russa. Salvo poi autorizzare l’esproprio di alcuni dei 12 mila luoghi di culto alla Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca. Privata della sua denominazione nonostante rappresenti l’unica struttura canonica nel paese.
Appello
Due giorni fa il capo della Chiesa greco cattolica di Ucraina ha esortato i fedeli a difendere la patria. “Oggi consideriamo come una responsabilità personale e un sacro dovere dei cittadini ucraini la difesa della nostra terra natale. Della nostra memoria. Della nostra speranza. Del nostro diritto di esistere concesso da Di”, afferma Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco cattolica in un messaggio ai “figli e alle figlie del popolo ucraino”. E “difendere la nostra Patria è un nostro diritto naturale e dovere civico“.