Il mese di novembre si apre con la grande solennità di “Tutti i Santi”, è un inizio importante, perché vuole ricordare i tanti uomini e donne che hanno raggiunto la santità, siano essi religiosi o laici, giovani o vecchi, tutti hanno lasciato più di un’impronta nel loro passaggio terreno. In questa solennità onoriamo i nostri fratelli che ci hanno preceduto nel segno della fede e godono il premio della pace. Chi sono i Santi? Sono i nostri congiunti, antenati e precursori, essi hanno raggiunto la meta, alla quale dovremmo tendere tutti, e sono inoltre, quella moltitudine immensa che nessuno può contare, di ogni nazione, popolo, razza, come ci ricorda nel libro dell’Apocalisse, l’apostolo Giovanni.
Ecco, che ricordarsi dei santi, è anche un’occasione per rivolgersi a coloro che hanno vissuto e operato nel corso dei secoli, lungo il cammino della storia, dai primi martiri ai giorni nostri, ma ciascuno di loro, chi in un modo, chi nell’altro, hanno realizzato opere di carità, anche con il sacrificio della propria vita, soprattutto verso i più bisognosi e gli emarginati della società.
Tutti dobbiamo mirare alla “santità”, ciascun individuo è chiamato ad essere santo: ce lo dice bene S. Paolo nella prima Lettera ai Tessalonicesi: “Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione”. Essi ci insegnano con il loro esempio e la loro testimonianza a credere e ci aiutano ad avvicinarci sempre di più a quel Cristo, che per tutti loro è stato la sorgente e il fondamento e il garante del vero amore. Naturalmente per diventare santi, bisogna saper affrontare le difficoltà della vita e non dimenticando di vivere la bella “pagina” delle Beatitudini, che potremmo definire come la sintesi del Vangelo della Carità.
Le origini di questa grande solennità della Chiesa, e le prime celebrazioni in onore dei santi risalgono al IV secolo e riguardavano principalmente i martiri, coloro che avevano sacrificato la vita per la fede. Le prime tracce di una celebrazione più generale si trovano ad Antiochia, dove si festeggiava la domenica successiva alla Pentecoste, come riferisce San Giovanni Crisostomo (344-407). Con la trasformazione del Pantheon a Roma, in una chiesa dedicata alla Vergine Maria e a tutti i martiri (S.Maria ad Martyres ) avvenuta nel 609 quando l’imperatore bizantino Foca (602-610) donò questo storico monumento a Papa Bonifacio IV (608-615) che lo consacrò il 13 maggio che divenne la data ufficiale della festa di Ognissanti.
Per rendere ancora più importante questa festa e più cristiana, contribuì anche Alcuino di York (735-804) uno dei più importanti intellettuali del VIII secolo che svolse un ruolo cruciale nella rinascita culturale promossa da Carlo Magno (742-814) di cui fu consigliere, e l’episcopato francese ne stabilì la data al 1° novembre. Qualche decennio dopo l’imperatore carolingio Ludovico il Pio (814-870) su richiesta del pontefice Gregorio IV (828-844) estese tale ricorrenza a tutto il regno dei Franchi. Ma, ci vollero ancora parecchi secoli affinché il 1° novembre diventasse in tutta la Chiesa d’occidente la solennità di “Tutti i Santi“, toccò a Papa Sisto IV (1471-1484) renderla obbligatoria nel 1745. C’è da ricordare che fin dalla seconda metà del II secolo in Oriente, e del III in Occidente, la Chiesa festeggiava ogni anno l’anniversario del “die natalis” di ogni martire, il giorno della sua nascita al cielo, che coincideva con quello della morte.
Quest’antica usanza indusse le Chiese locali a compilare un elenco con la data della morte e il luogo della “depositio” ovvero della morte, come prescriveva San Cipriano (210-258) vescovo di Cartagine, e così nacquero successivamente i primi calendari cristiani e i primi martirologi.