Sono stati liberati dal governo del Turkmenistan otto obiettori di coscienza, incarcerati perché considerati prigionieri politici: sei di loro avevano disertato il servizio militare, gli altri due erano Testimoni di Geova accusati di aver esercitato il diritto alla libertà religiosa e di culto. A diffondere la notizia è un’organizzazione norvegese, la Forum18.
Gli otto prigionieri erano detenuti in campo di lavoro forzato nell’est del Paese. In occasione del 23mo anniversario dell’indipendenza dall’Unione Sovietica, che ricorre tra il 26 e 27 ottobre, il presidente del Turkmenistan Gurbanguly Berdymukhamedov ha concesso un’amnistia, nella quale non sono rientrati un obiettore di coscienza arrestato di recente e un giovane Testimone di Geova condannato a due anni di prigione il 30 settembre scorso.
Il servizio militare è considerato dal governo turkmeno un “dovere sacro” – e non prevede alcun programma sociale in sostituzione – a cui ogni giovane tra i 18 e i 27 anni deve obbligatoriamente prestare servizio, pena la reclusione fino a 18 mesi. Il 90% della popolazione turkmena è di confessione musulmana – con una larga maggioranza di sunniti – il 9% professa il cristianesimo, mentre la minoranza religiosa più diffusa è quella ortodossa.