Fra le migliaia di studenti iscritti d’ufficio nelle imam-hatip, inoltre, figurano anche numerosi ragazzi della minoranza alevita, una ramificazione liberale dell’Islam che non si riconosce nella tradizione sunnita, maggioritaria in Turchia, e che in proposito, segnala il quotidiano Taraf, denuncia il governo del tentativo di “assimilazione forzata”.
Ma la storia non finisce qui, perché oltre all’iscrizione obbligata in istituti religiosi, il ministro dell’Istruzione Nabi Avci ha annunciato ieri che “ci saranno sale di preghiera in tutte le scuole del paese”. Preghiera che, ha tenuto a precisare, “non sarà obbligatoria”.
L’islamizzazione della popolazione turca ha destato l’attenzione della Corte europea per i Diritti Umani che ha criticato l’introduzione dei corsi obbligatori di religione sunnita in tutte le scuole.