Inizia una nuova era per la Turchia di Tayip Erdogan con una riforma della scuola che estende l’insegnamento e l’educazione religiosa, quella coranica, agli istituti di ogni grado e ordine. Finora questo tipo di istruzione era limitato alle sole Imam Hatip Lisesi destinati a formare la futura casta sacerdotale turca.
Un’altra novità significativa è che anche i diplomati delle scuole religiose, al contrario di quanto avveniva fino ad oggi, potranno avere accesso a tutte le facoltà universitarie che danno diritto ai posti chiave della pubblica amministrazione, in altre parole all’élite statale.
Non finisce qui. Il passo successivo della riforma prevede l’insegnamento della lingua araba, come seconda lingua, per permettere agli studenti di capire il Corano, visto che nella lingua turca non esistono parole che aiutino ad approfondire i dettami del libro del profeta.
Dall’obbligo dell’insegnamento del libro sacro dell’Islam sono esentate le scuole delle minoranze armene ed ortodosse, oltre 2000 allievi. Gli altri che non vogliono frequentare le scuole pubbliche per evitare l’istruzione religiosa dovranno andare nelle scuole private, che a causa delle elevate rate annuali, sono un privilegio esclusivo dei benestanti.