Essere ricchi di per sé non è un peccato. Ma lo diventa nel momento in cui il possesso di denaro corrisponde ad “un'idolatria”, e non si è altruisti nei confronti di chi è nel bisogno o giusti verso chi lavora alle nostre dipendenze. Papa Francesco torna sui temi della ricchezza e del lavoro nell'omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta, che nella memoria di Maria Ausiliatrice, egli dedica al “nobile popolo cinese”; nel santuario di Shenshan, infatti, oggi i cattolici cinesi celebrano questa festa.
Dire “guai ai ricchi” è comunismo?
Proprio in Cina, lo sfruttamento dei lavoratori è una triste costante. Questione antica, che troviamo nell'odierna lettera di San Giacomo apostolo, in cui si evidenzia come il salario dei lavoratori non pagato gridi e le proteste siano giunte alle orecchie del Signore. Il Pontefice sottolinea come l'appello nei confronti dei ricchi da parte dell'apostolo venga detto “con forza”, senza “mezze parole”. Come del resto fa Gesù nelle Beatitudini, quando – come riporta il Vangelo di San Luca – ammonisce “Guai a voi ricchi!”. Papa Bergoglio rileva quindi: “Se uno oggi facesse una predica così, sui giornali, il giorno dopo: 'Quel prete è comunista!'. Ma la povertà è al centro del Vangelo. La predica sulla povertà è al centro della predica di Gesù”. Anche se – osserva Francesco – “sempre nella storia abbiamo avuto questa debolezza di cercare di togliere questa predica sulla povertà credendo che è una cosa sociale, politica”. “No! – esclama – E’ Vangelo puro, è Vangelo puro”.
L'apostolo San Giacomo è un sindacalista?
Ecco quindi che il Vescovo di Roma spiega le ragioni del fatto che la predica sia così dura: perché “le ricchezze sono un’idolatria”, sono capaci di “seduzione”. Gesù stesso, spiega il Pontefice, dice che “non si può servire due signori: o tu servi Dio o tu servi le ricchezze”. D'altronde, le ricchezze vanno contro il primo comandamento (l'amare Dio con tutto il cuore) e contro il secondo, “perché distruggono il rapporto armonioso fra noi uomini”, “rovinano la vita”, “rovinano l’anima”, osserva. Il Santo Padre torna allora sull'appello dell'apostolo Giacomo, che qualcuno – prosegue – potrebbe confondere con “un sindacalista”. Eppure, assicura il Pontefice, è l’apostolo “che parla sotto l’ispirazione dello Spirito Santo”.
Il monito ai datori di lavoro
La sua riflessione si sposta quindi sull'attualità. “Anche qui, in Italia, per salvare i grandi capitali si lascia la gente senza lavoro. Va contro il secondo comandamento e chi fa questo: 'Guai a voi!'. Non io, Gesù”, afferma. E si lancia poi in un appello ai datori di lavoro: “Guai a voi che sfruttate la gente, che sfruttate il lavoro, che pagate in nero, che non pagate il contributo per la pensione, che non date le vacanze. Guai a voi! Fare 'sconti', fare truffe su quello che si deve pagare, sullo stipendio, è peccato, è peccato”. Papa Bergoglio ricorda che non basta andare a Messa tutte le domeniche o far parte di qualche associazione cattolica, se non si paga il giusto salario “è peccato mortale”. “Non sei in grazia di Dio – continua -. Non lo dico io, lo dice Gesù, lo dice l’apostolo Giacomo. Per questo le ricchezze ti allontanano dal secondo comandamento, dall’amore al prossimo”. Infine Papa Francesco spiega che “se il Signore ti ha dato ricchezze è per darle agli altri, per fare a nome suo tante cose di bene per gli altri”. “Ma – ha aggiunto – le ricchezze hanno questa capacità di sedurre noi e in questa seduzione noi cadiamo, siamo schiavi delle ricchezze”.