Matera ospita, fino al 7 gennaio, il più grande presepe vivente del mondo. Nella suggestiva cornice dei “sassi”, oltre 400 volontari, dei quali 150 figuranti, danno vita al racconto evangelico della Natività, in uno scenario straordinario costellato di giochi di luci, quadri plastici, degustazioni e mercatini natalizi. Ad arricchire il presepe, la presenza di migranti di altre nazionalità ed i costumi realizzati dalle detenute del carcere di Lecce.
“Per la partenza del presepe, abbiamo realizzato un video-mapping, che è una sorta di pre-show che introduce il visitatore ai temi narranti del presepe – racconta il curatore, Claudio Paternò -; quindi raccontiamo in questo momento fantastico di proiezione, sulla chiesa di San Pietro Caveoso di Matera, gli elementi che anticipano la grande narrazione del ‘Dies Natalis’; dopo di questo si entra, attraversando una porta: c’è sempre la presenza di un angelo che accompagna il visitatore in tutte le tappe del percorso“.
Cinque “stazioni” raccontano questo episodio biblico. Alla fine del percorso “abbiamo voluto rendere un omaggio a San Francesco riproponendo il presepe classico, quello che siamo abituati a conoscere – prosegue il curatore -. Durante il percorso, invece, oltre a queste cinque stazioni, ci sono i nostri volontari figuranti in costume ed una voce narrante che accompagna e spiega i momenti salienti della narrazione biblica del Natale“.
A prendere parte a questa rappresentazione anche i profughi. “Abbiamo riempito questo presepe di significati, di simboli. Tra questi ci sono i migranti, sempre presenti nelle preghiere di Papa Francesco – racconta Paternò -. Abbiamo voluto che questo presepe fosse un presepe teso ad integrare, teso a dare messaggi positivi: quindi abbiamo non solo i tanti migranti che hanno voluto dare la propria disponibilità come volontari a partecipare a questo grande progetto, ma mi piace ricordare anche che tanti costumi sono stati realizzati dalle detenute del carcere di Lecce. Per noi è un momento importante di inclusione, di messaggi positivi: il Natale non può essere semplicemente una festa, ma vuole essere anche un momento in cui i buoni propositi diventano azioni concrete”.
Inoltre, il presepe offre un percorso gastronomico. “Durante il percorso l’Associazione dei cuochi della Basilicata offre una degustazione dei piatti tipici della nostra terra – conclude Paternò -. E’ un momento non solo per interrompere il percorso, ma anche conviviale, un momento in cui si sente il clima della festa: non solo spettacolarità, non solo contenuti, pure momenti per vivere in maniera felice questo evento“. Presenti, inoltre, percorsi per disabili sensoriali e ipovedenti. Un grande aiuto per molte persone che non hanno la possibilità di raggiungere Matera per godere di questo spettacolo.